Le prove deludenti dei due fuoriclasse di Milano e Bologna hanno pesato sulle sconfitte con Monaco ed Efes
di Enrico De SantisPiù hai qualità, più si pretende da te. È una regola dello sport e della vita in generale, in ogni suo ambito. Di qualità Nikola Mirotic e Will Clyburn ne hanno a secchiate, probabilmente più di ogni loro altro compagno. E lo hanno dimostrato nel corso della loro lunga carriera. L'esordio con sconfitta in Eurolega per l'Olimpia Milano e per la Virtus Bologna non è certo colpa unicamente di Mirotic e Clyburn: sarebbe pressapochista puntare il mirino soltanto sui due.
C'è l'approccio fortemente negativo e inspiegabilmente molle dell'EA7 al Salle Gaston Medecin, che ha sorpreso un pò tutti quelli che si aspettavano ben altro impatto caratteriale. Soprattutto dopo due annate europee così deludenti.
E invece l'Olimpia è stata travolta dal Monaco (senza Nick Calathes e con Mike James alla prima esibizione stagionale con autonomia limitata) senza opporre resistenza, come ben fotografato dall'impotenza mostrata nella lotta a rimbalzo, nettamente persa nei confronti della squadra di Obradovic (36-23, con la bellezza di 15 offensivi concessi a Motiejunas e soci).
© X
Una squadra, quella di Ettore Messina, che non ha trovato un giocatore a cui aggrapparsi in quell'avvio choc nel Principato. Nikola Mirotic (insieme a Shavon Shields) è il leader designato di Milano, per status e qualità tecniche. E invece il montenegrino non ha preso per mano la squadra come lecito aspettarsi. Appena 5 tiri presi in 27 minuti, tutti da 3, e la miseria di 3 rimbalzi catturati non sono un bel segnale. L'ex Barcellona, più di una volta poco coinvolto nei giochi nell'ultima stagione, quest'anno non può permettersi di restare ai margini della partita.
© IPA
La Virtus, che come Milano aveva di fronte una seria candidata ai playoff, ha giocato con molta più convinzione ed è rimasta in partita fino agli ultimissimi minuti. Nonostante i difetti strutturali (Otoru ha trovato vita relativamente facile sotto canestro), la squadra di Banchi con cuore e orgoglio ha lottato per tre quarti di gara, prima di arrendersi alle giocate di Larkin e compagni. Shengelia ha provato a caricarsi la squadra sulle spalle, ma per via una condizione non ancora ottimale ci è riuscito solo a tratti.
© IPA
Lì sarebbe dovuto intervenire Will Clyburn, l'altro top player delle Vu Nere. Che invece è clamorosamente mancato. 18 minuti di nulla, senza nemmeno andare a referto, con appena 3 conclusioni tentate. Numeri difficilmente accettabili per un giocatore della sua classe, per di più teoricamente motivato dall'extra boost che solitamente anima gli ex. Niente di tutto ciò, niente di niente. Tant'è che Banchi ha scelto di rinunciare a lui, il grande colpo di mercato dell'estate bolognese, nei minuti che hanno deciso il match con l'Efes per "scelta tecnica".
Dopo appena 40 minuti di Eurolega non è chiaramente tempo di giudizi universali. Ma resta una certezza: se Milano e Bologna vogliono essere protagoniste in Europa, non possono prescindere da Mirotic e Clyburn. Quando la palla scotta deve finire nelle loro mani. E subito dopo, possibilmente, dentro al canestro.