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Nba: agli Spurs non basta un super Belinelli, Gallinari trascina i Clippers

San Antonio va ko contro Toronto (120-117) nonostante i 21 punti del 'Beli', il 'Gallo' ne mette 23 nel successo per 112-106 sui Grizzlies

23 Feb 2019 - 09:21

La pausa per l'All-Star Game ha fatto bene a Marco Belinelli e Danilo Gallinari, entrambi protagonisti nella notte con due partite sopra quota 20 punti. Il 'Beli' ne mette 21 nella sconfitta per 120-117 dei suoi San Antonio Spurs contro Toronto, mentre il 'Gallo' trascina i Clippers contro i Grizzlies (112-106) con 23 punti. Spettacolo a Oklahoma dove i Thunder superano Utah 148-147 al termine di una sfida infinita, decisa solo al secondo overtime.

TORONTO RAPTORS-SAN ANTONIO SPURS 120-117
A volte il destino sa davvero essere beffardo. Sono proprio i due grandi ex a decidere la sfida tra Toronto Raptors e San Antonio Spurs. Una palla persa di DeMar DeRozan (comunque applaudito dai suoi vecchi tifosi) e il contropiede di Kahwi Leonard permettono ai canadesi di imporsi 120-117 sui texani. Una partita in cui brilla, nonostante la sconfitta, Marco Belinelli, che firma la propria seconda miglior prestazione stagionale. Il 'Beli', uscendo dalla panchina, ne mette 21 (7/15 dal campo e 5/12 dall’arco), conditi con sei rimbalzi e due assist. Suo anche l'ultimo disperato tentativo di forzare l'overtime, che viene però sputato dai ferri dell'Air Canada Centre. Il miglior realizzatore della sfida è Leonard, che chiude con 25 punti e 6 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 22 di Pascal Siakam e la doppia doppia da 13 puti e 15 rimbalzi di Serge Ibaka. Per gli Spurs, oltre al già citato Belinelli, va oltre quota 20 ponti anche DeRozan, che ne mette 23 con 8 assist. Male, invece, LaMarcus Aldridge, che si ferma a quota 8 punti con 8 rimbalzi.

MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES CLIPPERS 106-112
Una notte particolarmente brillante per i colori azzurri, visto che all'ottima prestazione di Marco Belinelli, risponde quella ancora più positiva di Danilo Gallinari. Il 'Gallo' è il protagonista del successo per 112-106 dei suoi Los Angeles Clippers a Memphis con 23 punti segnati. Il numero 8 di LA sale di colpi quando più conta, realizzando ben 10 punti nel solo quarto quarto, che permettono ai losangelini di piazzare l'allungo definitivo e di scrollarsi di dosso gli avversari. Gallinari non è però il miglior realizzatore in casa Clippers, visto che Doc Rivers può contare sue due giocatori come Montrezl Harrell e Lou WIllimas in grado di spaccare in due le partite uscendo dalla panchina. L'ex Houston Rockets pareggia il proprio massimo in carriera a quota 30 punti, mentre il secondo ne aggiunge 18 con 5 rimbalzi e 8 assist. Dall'altra parte, il migliore in campo è Mike Conley, che chiude con 25 punti a referto, a cui si aggiunge la doppia doppia da 22 punti e 11 rimbalzi di un altro veterano come Joakim Noah, chiamato a sostituire Marc Gasol. Se vuole provare a risalire la china, Memphis ha bisogno che Jaren Jackson Jr, out per un infortunio al quadricipite, recuperi il più in fretta possibile.

OKLAHOMA CITY THUNDER-UTAH JAZZ 148-147 (2OT)
La partita più interessante della notte è, senza dubbio, la maratona tra Oklahoma City Thunder e Utah Jazz, durata ben 58 minuti. Alla Chesapeake Energy Arena, infatti, sono serviti ben due overtime ai padroni di casa per superare 148-147 i propri avversari. Ancora una volta, i protagonisti assoluti della sfida sono Paul George e Russell Westbrook, volati entrambi sopra quota 40 punti. L'ex Indiana Pacers, oltre ai 45 punti a referto, ha anche il merito di aver deciso il match con una giocata da incorniciare in faccia al gigante francese Rudy Gobert a fil di sirena. Oltre al ricco bottino di punti segnati, George aggiunge anche 9 rimbalzi, 7 assist e 0 palle perse. Si interrompe, invece, la striscia di triple doppie consecutive di Westbrook, che chiude comunque con numeri da capogiro: 43 punti, 15 rimbalzi e 8 assist. Per Utah, bravissima a resistere all'urto travolgente delle due stelle di OKC, non basta la super prestazione di un Dnonovan Mitchell sempre più leader e protagonista. Il numero 45 chiude con 38 punti, ai quali si aggiungono le doppie doppie di Rudy Gobert (26 punti e 14 rimbalzi) e Derrick Favors (24 punti e 11 rimbalzi). Una sconfitta che mette nei guai i Jazz, risucchiati nella corsa agli ultimi posti disponibili per andare ai playoff.

DALLAS MAVERICKS-DENVER NUGGETS 104-114

Dopo la delusione per non essere stato convocato all'All-Star Game dei 'grandi' nonostante i numeri di una stagione da rookie da record, Luka Doncic deve restare fermo ai box per un problema alla caviglia. Senza la propria giovane stellina, Dallas non può far altro che alzare bandiera bianca contro Denver, la seconda forza della Western Conference: 114-104 il punteggio finale. Decisiva la terza frazione di gioco in cui la squadra di coach Mike Malone piazza un break di 39-23, che spacca in due la sfida. Gli ospiti dominano sotto ai tabelloni e si affidano al talento cristallino di Nikola Jokic che, senza esagerare, appone il proprio sigillo alla partita con una prova da 18 punti, 13 rimbalzi e 8 assist. A questi, si aggiungono la doppia doppia di Paul Millsap (17 punti e 13 rimbalzi) e i 16 punti (in 16 minuti) di Isaiah Thomas uscendo dalla panchina. Dall'altra parte, invece, in contumacia di Doncic tocca a Jalen Brunson provare a caricarsi l'attacco texano sulle spalle: il numero 13 segna 22 punti (massimo in carriera), ma non basta.

INDIANA PACERS-NEW ORLEANS PELICANS 126-111
Quella tra Pacers e Pelicans avrebbe potuto essere la sfida tra Oladipo e Davis, due All-Star in grado di spostare gli equilibri. E invece, per motivi diversi, i due protagonisti annunciati non hanno potuto incidere. La stella di Indiana è out per un infortunio fino al termine della stagione, mentre quella dei Pelicans scende il campo con il contagocce dopo la (vana) richiesta di essere ceduto. Alla fine, sono i Pacers a fare festa grazie al successo per 126-111, che li rilancia in classifica a Est. La squadra di coach Nate McMillan si affida a un ottimo Wesley Matthews, che segna 15 dei suoi 24 punti nel terzo quarto che, di fatto, decide la sfida. A questi, si aggiungono le ottime prove di Bojan Bogdanovic e Domantas Sabonis: il primo mette 20 punti, mentre il secondo registra una doppia doppia da 18 punti e 12 rimbalzi. Per New Orleans, invece, Davis resta in campo appena 20 minuti, in cui realizza comunque 15 punti. A non far rimpiangere l'Unibrow ci prova Cheik Diallo, autore di una prova da 16 punti e 18 rimbalzi, ma non basta. Si tratta della nona sconfitta per i Pelicans nelle ultime 13 partite.

CHARLOTTE HORNETS-WASHINGTON WIZARDS 123-110
Vittoria importante in ottica playoff per gli Charlotte Hornets che, contro Washington, si impongono 123-110, conquistando la W numero 20 in stagione regolare tra le mura amiche. Prosegue, invece, il momento di difficoltà dei capitolini, giunti alla terza sconfitta consecutiva, che rischia di compromettere in maniera definitiva la partecipazione ai playoff. Un ko che arriva nonostante la super prestazione di Bradley Beal, che gioca una partita perfetta, chiudendo con 46 punti, 7 assist e 6 rimbalzi, con un eccellente 16/25 dal campo e un perfetto 10/10 dalla lunetta. Dall'altra parte, però, Charlotte si dimostra più squadra, mandando tutto il quintetto in doppia cifra. Il miglior realizzatore per i padroni di casa è, come sempre, Kemba Walker, che firma una doppia doppia da 27 ponti e 11 assist. A questi, si aggiungono anche i 20 di Nicolas Batum, finalmente tornato a essere il giocatore decisivo che aveva spinto Charlotte a fare follie per assicurarselo. Da sottolineare anche la prova del rookie Miles Bridges, che mette a referto 14 punti (con 6 rimbalzi) nella sua partita d'esordio da titolare in Nba.

ORLANDO MAGIC-CHICAGO BULLS 109-110
Si interrompe il momento magico degli Orlando Magic. Se la franchigia della Florida vuole puntare all'ottavo posto nella Eastern Conference, che vorrebbe dire playoff, non può permettersi passi falsi e brutti scivoloni come quello casalingo contro i Bulls: 109-110 il punteggio finale. Diversamente dai padroni di casa, infatti, i Tori non hanno più nulla da chiedere alla propria stagione. Senza timore di smentita, si può affermare che la differenza l'abbiano fatta i tiri liberi. Decisivi quelli di Lauri Markkanen a 1.5 secondi dalla sirena finale, altrettanto quelli sbagliati dai Magic, che chiudono sotto al 50% (11/24). Il finlandese è il miglior marcatore per i Bulls, con una prova da 25 punti e 11 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 22 di Zach LaVine e i 18 di Robin Lopez. Per i Magic, invece, sono sei gli uomini in doppia cifra, guidati dai 22 punti di Evan Fournier e dalla doppia doppia del centro montenegrino Nikola Vucevic, che ne mette 19 con 13 rimbalzi. Una sconfitta che condanna i Magic al decimo posto a Est, a una partita e mezzo di ritardo da Detroit.

NEW YORK KNICKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 104-115
Continua il momento nero (il più nero di sempre) dei New York Knicks, giunti alla 18esima sconfitta casalinga consecutiva, un triste record. Un ko reso ancora più pesante e umiliante dal fatto che i T'Woles siano scesi sul parquet senza il proprio miglior giocatore, Karl-Anthiny Towns, costretto a restare fermo ai box per un incidente stradale (senza conseguenze) e a interrompere la striscia record di 303 partite da titolare. Senza il centrone dominicano, sono Taj Gibson e Andrew Wiggins a caricarsi l'attacco di Minnesota sulle spalle: il primo mette a referto 19 punti con 10 rimbalzi, mentre il secondo ne aggiunge 17. Il migliore, però, è Derrick Rose, che chiude con 20 punti, confermandosi una pedina fondamentale nello scacchiere di coach Ryan Saunders. Ai New York Knicks, che al Madison Square Garden non vincono da oltre due mesi, non bastano i 20 punti a testa di Damyean Dotson e di Allonzo Trier. Per il momento, i benefici della maxi-trade che ha portato Porzingis a Dallas non si vedono, anche se la franchigia della Grande Mela ha progetti molto ambiziosi per la free agency estiva.

ATLANTA HAWKS-DETROIT PISTONS 122-125
I Detroit Pistons lanciano un segnale importante a tutte le avversarie: per l'ottavo posto nella Eastern Conference bisogna fare i conti con la squadra della Mo-Town. I Pistons, anche senza il contributo di Blake Griffin, il miglior giocatore a disposizione di coach Casey, espulso nel finale, portano a casa un successo importantissimo contro Atlanta (125-122), che permette di allungare sulle dirette inseguitrici. A non far rimpiangere l'assenza dell'ex Los Angeles Clippers ci hanno pensato i 32 punti di un super Reggie Jackson (il migliore della stagione) e la doppia doppia da 26 punti e 21 rimbalzi di Andre Drummond. A spezzare gli equilibri, però, è solo la tripla di Thon Maker nel finale. Per Atlanta, invece, non basta la solita ottima prestazione di Trae Young, che ferma il tassametro a quota 30 punti (a cui unisce anche la bellezza di 10 assist). A questi, si aggiungono i 19 di John Collins, protagonista all'All-Star Game nella gara delle schiacciate, e i 16 punti in 16 minuti dell'immarcescibile Vince Carter. Per Atlanta si tratta della quinta sconfitta nelle ultime sei partite giocate.

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