Nba MVP 2019, le foto della serata
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Il greco è il miglior giocatore dell'anno, premiati anche il suo allenatore e il General Manager. Raptors rappresentati da Siakam, il più migliorato
Nei premi di Mvp per la stagione Nba appena conclusa a farla da padrona sono i Milwaukee Bucks, con il miglior dirigente, allenatore e giocatore (Giannis Antetokounmpo). Quest'ultimo commuove tutti in un discorso in cui ricorda in lacrime i suoi sacrifici e gli insegnamenti di un padre che non c'è più. Il debuttante dell'anno è Luka Doncic (Dallas), il sesto uomo Lou Williams (Clippers), il più migliorato Pascal Siakam dei Raptors campioni.
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Ci sono molti Milwaukee Bucks nei premi di Mvp assegnati al termine della stagione di Nba. La franchigia del Wisconsin, che ha dominato la regular season, si è infatti vista assegnare il premio del miglior dirigente dell'anno (andato al General Manager John Horst), di allenatore dell'anno (è Mike Budenholzer, che bissa il premio già vinto nel 2015 da coach degli Atlanta Hawks) e soprattutto di miglior giocatore della lega, andato a un Giannis Antetokounmpo che ha commosso tutti con il suo discorso di fine serata.
Il debuttante dell'anno è Luka Doncic, e questo non rappresenta una sorpresa: la stellina dei Dallas Mavericks ha ottenuto 98 preferenze su 100. Il premio a miglior sesto uomo della stagione è invece di Lou Williams dei Los Angeles Clippers, che l'ha conquistato per la terza volta in carriera: si tratta di un record, condiviso con Jamal Crawford. I campioni dei Toronto Raptors sono invece rappresentati da Pascal Siakam, eletto giocatore più migliorato dell'anno.
Due riconoscimenti a Mike Conley degli Utah Jazz: è infatti il miglior compagno di squadra, ma anche il giocatore più sportivo dell'intera Nba. Il suo compagno Rudy Gobert è stato invece eletto miglior difensore della stagione. Bradley Beal dei Washington Wizards ha invece ottenuto il premio per l'impegno umanitario nelle comunità. La giornalista di Abc Robin Roberts ha vinto il Sager Strong Award, dedicato alla memoria di Craig Sager, inviato amatissimo delle televisioni americane. Infine Magic Johnson e Larry Bird hanno ottenuto un premio alla carriera.
A prendersi le scene è stato però Giannis Antetokounmpo, eletto Mvp della regular season 2018-'19 di Nba. E il fuoriclasse dei Milwaukee Bucks non è riuscito a trattenere la commozione per tale premio. Il greco, dopo aver abbracciato i membri della sua famiglia presenti alla cerimonia, è salito sul palco e ha preso la parola dopo aver stretto la mano a Adam Silver.
"Ok, sono nervoso", ha ammesso quasi tremando. Quindi ha iniziato a parlare ed è stato un fiume in piena: "Innanzitutto devo ringraziare Dio per avermi dotato di questo talento, senza il quale non sarei qui. Ogni cosa che faccio, la faccio attraverso di lui. Poi voglio ringraziare la mia squadra, partendo dai miei compagni. Servono diverse persone per vincere 60 partite, e ogni volta che entro negli spogliatoi so che loro sono pronti per lottare insieme a me dando il tutto per tutto. Ringrazio quindi gli allenatori, che ci hanno insegnato ciò che serve per vincere e ci hanno spinto a dare di più in ogni singolo giorno, e hanno sempre creduto in noi. Ringrazio infine i dirigenti della proprietà, che hanno sempre creduto in me".
Un fiume di ricordi, che proprio in questo momento sono riaffiorati nella mente di Giannis, che è scoppiato a piangere a dirotto. Poi ha spiegato: "Avevo solo 18 anni, ero un ragazzino che arrivava dalla Grecia. Mi hanno dato l'opportunità di guidare questa squadra, hanno avuto fiducia in me. Voglio dire grazie alla città di Milwaukee, alla Grecia e la Nigeria che sono le mie due nazioni e hanno sempre fatto il tifo per me. A casa rimangono svegli fino alle 5/6 del mattino per vedere le mie partite e mi mandano messaggi di supporto per tutta la notte. E voglio ringraziare mio padre, che oggi non è qui con noi. Due anni fa mi sono convinto che sarei diventato il migliore dell'Nba. Avrei fatto tutto il possibile per aiutare la mia squadra a vincere, e sarei stato eletto Mvp. Ogni volta che gioco una partita penso a mio padre, e questo pensiero mi ha aiutato a giocare sempre meglio. Non mi sono mai fermato, anche quando stavo male. E quando non me la sentivo di giocare, lo facevo lo stesso. Perché era giusto così. Ringrazio poi i miei fratelli, che sono sempre al mio fianco. Siete i miei modelli di vita e fonte di ispirazione per me, grazie di tutto. E ringrazio la mia meravigliosa madre, un'eroina per me. Da bambino non ti immagini il futuro, ma se i tuoi genitori sono bravi lo vedono loro per te. Mia madre ha sempre visto il futuro che si stagliava davanti a noi, ci ha creduto sempre e c'è stata sempre. Il pilastro di questa famiglia è lei, la mia vera eroina".
E ora il futuro, con i Milwaukee Bucks che hanno incantato in questi mesi senza però raccogliere nulla. E Antetokounmpo ha parlato chiaro: "Questo però in fin dei conti è solamente l'inizio. Il mio obiettivo è quello di vincere il titolo e faremo tutto il possibile per farcela. Come disse mio padre bisogna volere sempre di più, senza diventare ingordi".