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Nba: cadono Cleveland e Golden State, i Lakers riassaporano la vittoria

Los Angeles regola San Antonio, Oklahoma affonda i Warriors (senza Curry) e scappa a Ovest. Scatto di Houston e Orlando, bene Fontecchio

28 Nov 2024 - 09:14
 © Getty Images

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In una notte "plenaria" per l'Nba, che vede giocare tutte le squadre con le uniche eccezioni di Boston e Milwaukee, sono gli Oklahoma City Thunder a prendersi la scena: 105-101 su Golden State e fuga a Ovest, con Houston all'inseguimento. Tornano al successo i Lakers, crisi nera per Philadelphia e Minnesota. Dallas batte i Knicks, Cleveland perde a sorpresa contro Atlanta. 18 punti per Fontecchio, ma i Pistons vanno ko contro Memphis (131-111). 

GOLDEN STATE WARRIORS-OKLAHOMA CITY THUNDER 101-105

Senza Steph Curry, Golden State affonda con percentuali deprecabili al tiro (35.4% dal campo e 32% da tre) e viene sconfitta da Okc, nonostante una buonissima difesa. Il momento decisivo della sfida, che vede i Warriors comportarsi come tali rimontando uno svantaggio di 16 punti, arriva a tre secondi dalla fine: Wiggins manca il bersaglio e il pareggio, i Thunder esultano e vincono 105-101. Okc perde Jalen Williams, ma trova risposte convincenti da Hartenstein (14+14) e Joe (17), sublimando il tutto con l'ennesima prova da Mvp potenziale di Shai Gilgeous-Alexander: 35 punti, 9 assist e 5 rimbalzi coi canestri finali che valgono la vittoria. Oklahoma scappa così in vetta alla Western Conference (14-4), facendo scivolare Golden State (12-6) in terza posizione col terzo ko di fila: non bastano i 19 punti di Kuminga, sommati alle discrete prove di Hield (17) e del già citato Wiggins (16). 

CLEVELAND CAVALIERS-ATLANTA HAWKS 124-135

La sorpresa della notte arriva da Cleveland, dove i Cavs vengono annichiliti nell'ultimo quarto dagli Atlanta Hawks e subiscono la seconda sconfitta stagionale, interrompendo la loro imbattibilità casalinga: 135-124 il punteggio. Trae Young è il trascinatore di una splendida versione degli ospiti, che portano sette giocatori su nove in doppia cifra: 20 punti e 22 assist per il play, che ispira Hunter (26) e Jalen Johnson (22), ma anche giocatori come Bogdanovic e Risacher, che chiudono a quota 17. Gli Hawks salgono in 9a posizione a Est (8-11), mentre Cleveland porta il suo score a 17 vittorie e due ko: sprecati i 30 punti di Donovan Mitchell, che trova anche 7 assist, e le gare positive di Mobley (22+12) e Allen (17+10). 

DALLAS MAVERICKS-NEW YORK KNICKS 129-114

Dallas è tuttora priva di Luka Doncic e, di fatto, chiude la gara coi Knicks nel primo tempo: incolmabile quel +22 inflitto a metà gara ai rivali (60-38), che cercano senza esito di rientrare in gioco nel finale e devono arrendersi sul 129-114. Sono quattro le vittorie in cinque gare giocate senza lo sloveno e continua a brillare Naji Marshall che, come tutto il quintetto, chiude in doppia cifra: 24 punti per lui e lo status di top-scorer dei Mavs davanti a Irving (23) e al duo Grimes-Dinwiddie (21), con PJ Washington che trova 19 punti e 10 rimbalzi. I Knicks giocano bene nella ripresa, ma non capitalizzano i 37 punti dell'ex Jalen Brunson e l'ottima prova di Karl-Anthony Towns, che chiude in doppia doppia con 25 punti e 14 rimbalzi. Bene anche Bridges (20), ma è quarto posto a Est (10-8). Dallas invece risale in 8a posizione a Ovest (11-8). 

SAN ANTONIO SPURS-LOS ANGELES LAKERS 101-119

I Los Angeles Lakers ripartono dopo la batosta di San Antonio e si ritrovano addirittura a controllare nella seconda metà di gara contro una stordita San Antonio, che nulla può contro LeBron e compagni. I 20 punti di Wembanyama, che vi aggiunge 10 rimbalzi e trova delle buone spalle in Barnes (19) e Champagnie), non bastano agli Spurs: arriva la nona sconfitta stagionale, che vale il decimo posto a Ovest (10-9). I Lakers di contro non disputano una delle migliori gare della loro stagione in termini di prestazioni singole, ma il 119-101 nasce da un'ottima gara di squadra. Il top-scorer è Dalton Knecht con 20 punti, in una Los Angeles che ne porta sette in doppia cifra: tra loro spiccano Davis (19+14) e la tripla doppia di LeBron James con 16 punti, 10 rimbalzi e 11 assist, segnando 8 punti (4/5 al tiro) nell'ultimo quarto per blindare il risultato. 

PHOENIX SUNS-BROOKLYN NETS 117-127

Prosegue l'ottimo momento in trasferta per i Brooklyn Nets, che sconfiggono a sorpresa una Phoenix che era forse troppo esaltata per il successo sui Lakers e si spegne nella ripresa: 127-117 il punteggio finale, maturato dopo la parità a metà gara. Nelle fila degli ospiti, che trovano 29 punti da Schroder e 14 da Ben Simmons, è decisiva la serata magica di Tyrese Martin: il super-sub entra dalla panchina e firma 30 punti, con la bellezza di otto triple e un ragguardevole 8/10 da tre. Brooklyn scala così fino alla settima posizione a Est (9-10), Suns noni a Ovest (10-8) e ko a sorpresa contro una formazione che trova il quarto successo nelle ultime cinque. Non bastano i 31 punti di Booker e i 30 di Kevin Durant, uniche star di una squadra che (Beal in primis) appare troppo blanda e sottotono. 

MINNESOTA TIMBERWOLVES-SACRAMENTO KINGS 104-115

Sacramento interrompe una striscia di quattro sconfitte consecutive, Minnesota la raggiunge ufficialmente: è crisi per i Timberwolves, che ad oggi sarebbero fuori dai play-in e in 12a posizione a Ovest (8-10), dopo aver perso 115-104 in casa controi i Kings. Grande vittoria esterna e colpo in trasferta per Fox (26) e compagni, che risalgono in 11a posizione (9-10) sfruttando un parziale di 17-2 nel finale e la doppia doppia di Sabonis: 27 punti e 12 assist per chiudere da top-scorer dei suoi con Monk (27). Ai T'Wolves non bastano i 29 punti di un Anthony Edwards che tira con percentuali deludenti (9/24) e i 21 di Randle. La squadra delude ed è la pallida ombra di quella che abbiamo ammirato nella scorsa stagione, c'è molto da registrare. 

UTAH JAZZ-DENVER NUGGETS 103-122

Dopo la brutta sconfitta contro i Knicks, per punteggio e atteggiamento, Denver si riprende subito e torna al successo: 122-103 su Utah, sempre penultima a Ovest (4-14). Nikola Jokic si conferma il trascinatore dei suoi e chiude in doppia doppia con 30 punti e 10 rimbalzi, in una squadra che la chiude portandosi sul +24 nel terzo periodo e gestendosi nel finale, con Murray (22) e Porter Jr. (19) in grande spolvero. Nulla da fare per i Jazz, privi di Lauri Markkanen e incapaci di trarre vantaggio dalle buonissime prve di Sexton (26) e Keyonte George (23). Questi ultimi sono le uniche luci di una squadra in disarmo e incapace di svoltare, che consente ai Nuggets di risollevarsi: 7a posizione per gli ex campioni Nba, 10-7 il loro score nell'apertissima Western Conference. 

ORLANDO MAGIC-CHICAGO BULLS 133-119

Marcia inesorabile per gli Orlando Magic che, pur senza Paolo Banchero, non si fermano e scalano fino alla terza posizione nell'Eastern Conference grazie al quarto successo consecutivo: 133-119 sui Chicago Bulls, annichiliti e tenuti a distanza già col +19 a metà gara (73-54). Merito di Kentavious Caldwell-Pope (24) e Franz Wagner (21), ma soprattutto del career-high di Jalen Suggs: quest'ultimo chiude con 31 punti e consente ai Magic di rimanere imbattuti tra le mura amiche. Per i Bulls contano poco le ottime prove di Dosunmu (21) e Horton-Tucker (20), sommate alla doppia doppia di Vucevic (19-11): LaVine (8) e White (9) sono sottotono e la squadra affonda in 10a posizione a Est (8-12). Decisive l'aggressività difensiva e l'efficacia al tiro di Orlando. 

PHILADELPHIA 76ERS-HOUSTON ROCKETS 115-122 dts

Joel Embiid e Paul George sono ancora lontanissimi dai radar e dal campo, e Philadelphia continua ad affondare nello spettro di un'annata anonima e inconcepibile nei pronostici: 122-115 dagli Houston Rockets nell'extra-time, dopo aver rimontato lo svantaggio iniziale in doppia cifra, e 14a sconfitta stagionale che vale il penultimo posto a Est (3-14). Ai Sixers non bastano i 39 punti con 10 rimbalzi di Tyrese Maxey, che ne segna 28 nella ripresa e si spegne proprio nell'overtime (14-7) che sancisce la sconfitta dei suoi. Bene anche Yabusele (22) e McCain (15), ma arriva l'ottavo ko nelle ultime dieci per Philadelphia. Benissimo invece Houston, che decolla grazie ai 41 punti di un dominante Jalen Green e vi aggiunge l'ennesima prova solida del "mini-Jokic" Alperen Sengun: 22 punti e 14 rimbalzi per precedere Amen Thompson (19+13) nel tabellino. I Rockets sono ufficialmente secondi a Ovest: 14-6 il loro score. 

MEMPHIS GRIZZLIES-DETROIT PISTONS 131-111

Simone Fontecchio troneggia con 18 punti in 22' di gioco, ma i Detroit Pistons cadono contro Memphis: è 131-111 per i Grizzlies, privi di Ja Morant e bravissimi a riorganizzarsi dal punto di vista offensivo. La gara svolta nel secondo quarto, col +18 dei padroni di casa a metà gara, che la chiudono subito dopo la riprese delle ostilità portandosi anche sul +28. Non c'è nulla da fare per Detroit, tuttora priva di Cade Cunningham e trascinata dall'azzurro, ma anche dai 22 punti di Sasser e dai 17 di Ivey: numeri che non bastano per evitare la 12a sconfitta stagionale e il decimo posto a Est (8-12). Risale la china ed è quarta a Ovest, col quarto successo consecutivo, Memphis: decisivo Smart con 25 punti in 20', ma reagiscono bene anche LaRavia e Pippen con 19 punti ciascuno, in una squadra con sette giocatori in doppia cifra. 

CHARLOTTE HORNETS-MIAMI HEAT 94-98

Si può vincere quando la tua stella segna solo sei punti? Miami ci dimostra che si può, rischiando grosso contro Charlotte nei minuti finali. In una gara dal punteggio bassissimo, che vede gli Hornets siglare solo 39 punti nel primo tempo, gli Heat rischiano di farsi battere dopo il +17 del terzo quarto, ma la spuntano in extremis: controsorpasso e 98-94. Brillano Herro (27) e Robinson (22 con sei triple), ma sono gli unici elementi positivi per gli ospiti, che risalgono in 6a posizione a Est (8-8). Tutto da rifare invece per Charlotte, che incassa la terza sconfitta di fila con le medesime modalità: dietro le sontuose prove di LaMelo Ball (32 punti, 10 rimbalzi e 7 assist) e Brandon Miller (21) c'è il vuoto, anche se questa volta brilla il rookie francese (ex Cholet) Salaun a quota 17. 

WASHINGTON WIZARDS-LOS ANGELES CLIPPERS 96-121

Washington si conferma il fanalino di coda dell'Eastern Conference e dell'Nba, una formazione in pieno rebuild che non riesce ad ottenere il minimo risultato e incassa la 13a sconfitta consecutiva: 121-96 dai Los Angeles Clippers in un match senza storia, che vede gli ospiti andare sul +17 e controllare a ritmi bassi per tutto l'arco della ripresa. Brogdon e Valanciunas forniscono le uniche prestazioni accettabili nei Wizards, che non sono tali e si confermano ultimi a Est: 2-15 il lkoro core. Brilla invece la stella di James Harden nei Clippers, con 43 punti e una prestazione da leader offensivo, con 7 assist forniti e 13/22 dal campo contro una difesa inconsistente. Ottima anche la doppia doppia di Zubac (18+16), Los Angeles sale in 6a posizione a Ovest (12-8).

INDIANA PACERS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 121-114

Indiana cambia marcia dopo l'intervallo, porta il suo vantaggio in doppia cifra e si difende nel finale, sconfiggendo una combattiva Portland: 121-114 il punteggio a favore dei Pacers, che scalano così in 7a posizione a Est (9-10) e proseguono a braccetto coi Nets grazie al terzo successo di fila. Merito di un Siakam da 29 punti e di un buonissimo Mathurin (24+10), ma il vero trascinatore è Tyrese Haliburton: 28 punti e 10 assist per il cervello di coach Carlisle. Portland si aggrappa ad Anfernee Simons (30) e alle buone prove di Sharpe e Scoot Henderson con 17 punti ciascuno, ma affonda nella ripresa. I Trail Blazers si confermano una delle formazioni più fragili di questa Nba, mantenendosi in 13a posizione a Ovest: 7-12 il loro score. 

NEW ORLEANS PELICANS-TORONTO RAPTORS 93-119

I Pelicans ritrovano Dejounte Murray (14 punti con 5/17 dal campo), ma hanno ancora mezza squadra fuori e non possono semplicemente fare risultato: umiliante 119-93 dai non irresistibili Raptors, che controllano per tutto l'arco della gara. Merito di Agbaji e Battle, che chiudono con 24 punti ciascuno, ma il vero leader di Toronto e il volto della speranza è RJ Barrett: 22 punti e 11 assist per trovare un'altra grande serata ed oscurare Barnes (17+12). I Raptors restano 13mi a Est (5-14) e distruggono ulteriormente le certezze di una squadra in crisi nera: i 19 punti di McCollum, unico superstite del quintetto, non bastano a una formazione che dura un solo quarto e poi sparisce letteralmente dal campo. 

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