L’azzurro realizza 25 punti e 10 rimbalzi nel 117-111 dei suoi Hawks, i gialloviola senza LeBron affondano nella stracittadina (-18). Ko in vetta ad Est per Nets e 76ers
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Continua la corsa degli Hawks di Danilo Gallinari: nella notte Nba, Atlanta batte 117-111 Golden State, con 25 punti e 10 rimbalzi dell’azzurro, che rendono inutili i 37 di Curry. Nelle altre partite, i Clippers travolgono 104-86 i Lakers nel derby di Los Angeles, mentre ad Est perdono entrambe le capolista: Brooklyn cade 107-115 a Chicago, Philadelphia perde 100-116 contro Memphis. Nuggets, Celtics e Pelicans mandano ko Magic, Hornets e Rockets.
ATLANTA HAWKS-GOLDEN STATE WARRIORS 117-111
Dopo il pesante -53 contro i Raptors, Golden State ritrova Steph Curry e quest’ultimo è il top scorer di serata con ben 37 punti, ma gli Hawks hanno una marcia in più come collettivo e anche grazie a una grande prestazione di Danilo Gallinari allungano la serie positiva con la terza vittoria di fila: l’azzurro firma una doppia-doppia da 25 punti e 10 rimbalzi, entrando dalla panchina e giocando 29 minuti, con 3/3 da due punti, 2/5 dalla distanza e 13/15 dalla lunetta, a dimostrazione di un’ottima attitudine ad attaccare il canestro. Accanto a quella del Gallo, merita menzione un’altra doppia-doppia, quella di Clint Capela, che segna 24 punti e raccoglie 18 rimbalzi, mentre in cabina di regia Trae Young può limitarsi a 13 punti perché Atlanta ha a disposizione un’altra riserva di lusso oltre Gallinari, il veterano Lou Williams, capace di metterne a segno 15. A parte Curry, dall’altra parte si segnalano le doppie-doppie di Kelly Oubre jr (20 punti e 11 rimbalzi) e Draymond Green (11+11 assist): non è sufficiente, però, per evitare la terza sconfitta di fila, la settima nelle ultime otto.
LOS ANGELES CLIPPERS-LOS ANGELES LAKERS 104-86
È un derby senza storia quello che va in scena allo Staples Center, con i decimati Lakers incapaci di creare alcun grattacapo ai dominanti Clippers, che volano avanti di 15 all’intervallo e non devono più guardarsi alle spalle. Grazie all’ampio garbage time, coach Tyronn Lue può permettersi il lusso di far ruotare tutti e quindici i giocatori a referto e le cifre individuali indubbiamente ne risentono: il miglior marcatore è Marcus Morris con 22 punti, Kawhi Leonard ne firma 19, aggiungendo 10 rimbalzi e 8 assist. Bene anche Paul George, che realizza 16 punti. Dall’altra parte l’unico titolare in doppia cifra è Marc Gasol, che ne segna però soltanto 11, e non può bastare l’energia di Montrezl Harrell (19 uscendo dalla panchina) per sfuggire alla sesta sconfitta nelle ultime nove uscite. Le partite di vantaggio dei Lakers sulla ‘zona play-in’ sono appena tre e il rientro di Anthony Davis e LeBron James è ancora lontano: la situazione inizia a farsi preoccupante.
CHICAGO BULLS-BROOKLYN NETS 115-107
I Nets perdono l’occasione di riportarsi in testa da soli alla Eastern Conference: l’assenza di James Harden, a causa dell’infortunio al flessore della coscia destra, è troppo pesante e non bastano sette uomini in doppia cifra, guidati da un Kyrie Irving da 24 punti e 15 rimbalzi, per vincere la resistenza di Chicago, che dopo sei ko consecutivi torna al successo e tira un sospiro di sollievo dopo la crisi. In casa Bulls inizia ad affinarsi l’intesa fra Zach LaVine e Nikola Vucevic: l’ex Minnesota è il miglior realizzatore della partita con 25 punti, il montenegrino ne aggiunge 22 e raccoglie anche 13 rimbalzi nella sua ‘prima’ allo United Center. Grazie al successo, Chicago resta così ancorata al decimo posto nella conference, l’ultimo utile per il play-in tournament, mentre Brooklyn continua a condividere la vetta con Philadelphia, con lo stesso record di 34 vinte e 16 perse.
PHILADELPHIA 76ERS-MEMPHIS GRIZZLIES 100-116
I Sixers avrebbero potuto staccare i Nets in classifica battendo Memphis, ma senza Joel Embiid (a riposo, come da accordo con lo staff medico, nelle seconde partite dei back-to-back), la squadra allenata da Doc Rivers affonda contro una Memphis sempre più in ripresa. Come spesso accade con i Grizzlies in campo, non c’è un solo dominatore dal punto di vista offensivo, ed è una serie di buone prestazioni a comporre il mosaico del successo finale: sono ben sette, infatti, gli uomini in doppia cifra per la franchigia del Tennessee, con Dillon Brooks top scorer a quota 17 e un efficace Jonas Valanciunas da 16 punti e 12 rimbalzi. I Sixers provano a restare in partita grazie ai 21 di Tobias Harris, ma tutti i suoi compagni soffrono in attacco (solo 7 punti per Ben Simmons, appena 3 per Seth Curry) e Memphis vola nel terzo periodo, vinto con un parziale di 45-29, che di fatto decide la sfida del Wells Fargo Center.
DENVER NUGGETS-ORLANDO MAGIC 119-109
La quinta vittoria consecutiva dei Nuggets non è affar semplice, nonostante l’avversario non sia di quelli che sulla carta facciano tremare i polsi. Ma i Magic provano comunque ad espugnare la Ball Arena, e dominano il primo tempo grazie ai canestri di Terrence Ross e Chuma Okeke (19 per entrambi alla sirena finale), volando fino al +18 nel primo tempo. Da lì in poi, però, si scatena l’ex con il dente avvelenato, Aaron Gordon: alla prima contro la squadra che lo ha ‘scaricato’ a ridosso della trade deadline, il 25enne cresciuto ad Arizona University non sbaglia un colpo e guida la rimonta con una prestazione da 24 punti e 7 rimbalzi complessivi, con 10/13 dal campo. A lui si aggiungono poi i 22 punti di Jamal Murray e il ‘solito’ Nikola Jokic, che sfiora la tripla-doppia con 17 punti, 16 assist e 9 rimbalzi. Troppo per Orlando, che perde 72-44 gli ultimi due quarti ed è costretta ad alzare inesorabilmente bandiera bianca.
BOSTON CELTICS-CHARLOTTE HORNETS 116-86
Con LaMelo Ball fuori (non si sa per quanto altro tempo) e da sabato anche senza Gordon Hayward, che resterà fuori almeno un mese saltando, per prima, proprio la gara contro la sua ex squadra, Charlotte non può nulla contro i Celtics, che dominano dal secondo quarto in poi e conquistano un successo importante, che li riporta a ‘quota 500’. Tutto il quintetto base di Boston va in doppia cifra, con Jayson Tatum top scorer a quota 22: ai titolari si aggiunge, dalla panchina, Evan Fournier, che pare aver trovato la propria dimensione con la canotta biancoverde e realizza 17 punti, con 4/5 dalla distanza. Sulla prestazione degli Hornets, invece, c’è poco da dire: Terry Rozier prova a limitare i danni con una prestazione da 22 punti, ma è troppo poco per evitare il ko e con due giocatori importanti come Melo e Hayward destinati a una lunga assenza le preoccupazioni per coach James Borrego aumentano in modo esponenziale.
HOUSTON ROCKETS-NEW ORLEANS PELICANS 115-122
Un’altra squadra che sta pagando i numerosi infortuni è New Orleans, che però, contro un avversario ‘disastrato’ (dal punto di vista sportivo, naturalmente) come Houston non risente più di tanto dell’assenza di Zion Williamson, ancora fuori per l’infortunio al pollice, e riesce anche a reagire al ko subito nel primo tempo da uno dei giocatori più in forma di questo periodo, Nickeil Alexander-Walker, costretto ad uscire dalla contesa nel primo tempo per un infortunio alla caviglia. La partita resta equilibrata per tre quarti, con Houston che prova a vincere guidata dai 26 di Kelly Olynyk, ma nell’ultimo periodo si scatena Lonzo Ball, che segna un canestro da tre dopo l’altro e chiude a quota 27, con 8/15 dalla distanza, risultando decisivo nel parziale di 33-23 degli ultimi dodici minuti effettivi. È una vittoria importante per i Pelicans, che si rialzano dopo due ko consecutivi e si avvicinano al decimo posto ad Ovest: Golden State dista ora solo mezza partita.