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Nba: Harden da urlo, 61 punti contro New York! Cadono gli Spurs di Belinelli

Il Barba fissa il suo nuovo massimo in carriera nel successo 114-110 sui Knicks, i Sixers piegano San Antonio 122-120

24 Gen 2019 - 08:59

Gli aggettivi per descrivere James Harden sono finiti da un pezzo. Il 'Barba' fissa il nuovo massimo in carriera a quota 61 e abbatte, da solo, i New York Knicks 114-110 al Madison Square Garden. Tornano al successo i Los Angeles Clippers che, ancora senza Danilo Gallinari, superano Miami 111-99. Cadono, invece, i San Antonio Spurs di Marco Belinelli, sconfitti in rimonta dai Philadelphia 76ers: 120-122 il finale nonostante i 16 punti del ‘Beli’.

NEW YORK KNICKS-HOUSTON ROCKETS 110-114
Se è vero che i record sono fatti per essere battuti, James Harden sembra averci preso davvero gusto. Il 'Barba' gioca un'altra partita celestiale, la 21esima consecutiva sopra quota 30 punti (Sono 52.2 di media nelle ultime cinque gare), ma questa volta esagera davvero. Al Madison Square Garden fissa il suo nuovo massimo in carriera a quota 61 e, praticamente da solo, piega le resistenze dei coriacei Knicks 114-110. Il tutto condito da 15 assist, 4 rimbalzi, 5 palle rubate e 5 triple: mai nessuno come lui. Numeri da capogiro, che gli permettono di eguagliare il record di Kobe Bryant che, il 2 febbraio 2009, ne aveva segnati sempre 61 contro i Knicks di D'Antoni. Davanti a prestazioni come questa, tutto il resto passa in secondo piano. Compresa la cronaca della partita, tirata fino all'ultimo possesso e decisa, neanche a dirlo, proprio da una schiacciata del numero 13. Per i Rockets arrivano anche 20 punti da Eric Gordon, che ha il merito di realizzare la tripla che riporta avanti Houston nel finale, e 11 da Kenneth Faried. Dall’altra parte, invece, ci sono 31 punti per Allonzo Trier, al massimo in carriera, ai quali si aggiungono i 21 di Tim Hardaway Jr. e la doppia doppia di Noah Vonleh, che ne mette 10, conditi da 10 rimbalzi. Per New York sono sette le sconfitte in fila, 15 nelle ultime 16 partite giocate.

PHILADELPHIA 76ERS-SAN ANTONIO SPURS 122-120
Ci vogliono la tripla doppia di Ben Simmons, un super Joel Embiid e il parziale di 10-0 nel finale per piegare i San Antonio Spurs. I Philadelphia 76ers si impongono 122-120 a termine di una partita tirata e decisa solo nel finale. La sfida corre lungo i binari dell'equilibrio fino all'ultimo quarto quando i padroni di casa riescono a piazzare l'allungo decisivo, che permette di centrare la vittoria numero 32 in stagione regolare. Il merito va senza dubbio alle stelle dei Sixers: Ben Simmons chiude con l'ennesima tripla doppia della propria stagione nonostante le non perfette condizioni di salute, chiudendo con 21 punti, 10 rimbalzi e 15 assist, mentre Joel Embiid contribuisce alla causa con un doppia doppia da urlo: 33 punti e 19 rimbalzi. Dall'altra parte, non bastano i 16 punti di Marco Belinelli, tornato a Philadelphia da ex, e accolto dagli applausi sincere e convinti del Wells Fargo Center. Ai texani, che mandano ben sette uomini in doppia cifra, manca il guizzo giusto nel finale. Il miglior marcatore per gli Spurs è DeMar DeRozan che, dopo un periodo di appannamento in attacco, torna a segnare 26 punti, ai quali si aggiungono i 34 (17 a testa) della coppia Gay-Mills. Complice il successo a sorpresa di Indiana contro Toronto, i Sixers restano al quarto posto della Eastern Conference.

MIAMI HEAT-LOS ANGELES CLIPPERS 99-111
Non c'è Danilo Gallinari, tenuto a riposo per la terza partita consecutiva, ma i Los Angeles Clippers tornano al successo contro i Miami Heat: 111-99 il punteggio finale. LA, reduce da sei sconfitte nelle ultime 7 partite, aveva bisogno di una vittoria per riallungare in classifica sui Lakers e restare all'ottavo posto della Western Conference. Contro una delle peggiori versioni degli Heat di questa stagione, i Clips hanno vita davvero facile, trovando l'allungo decisivo nel secondo tempo, in cui tengono l'attacco dei padroni di casa a quota 45 punti. Il miglior marcatore per i Clippers è Tobias Harris, che chiude con una prova da 31 punti, ai quali si aggiungono i 16 di Montrezl Harrell uscendo dalla panchina. Per Miami, alla seconda sconfitta consecutiva (la sesta nelle ultime 10), non possono bastare i 22 punti con 16 rimbalzi di Hassan Witheside e i 17 di Josh Richardson. Grazie a questa vittoria, la squadra di coach Doc Rivers allunga a due partite il proprio margine nei confronti dei cugini gialloviola, che attendono con ansia il ritorno in campo di LeBron James per provare a riprendersi un posto nei playoff.

INDIANA PACERS-TORONTO RAPTORS 110-106
Il big match della Eastern Conference tra la seconda e la terza forza in classifica, se lo aggiudicano gli Indiana Pacers, che superano Toronto 110-106. Partono subito forte, soprattutto in difesa, i padroni di casa, che riescono a tenere a bada l'attacco canadese, costringendolo a solo 16 punti nel primo quarto. I Raptors devono fare i conti con la pesante assenza di Kawhi Leonard, out per la quarta partita consecutiva (rientro previsto per la super sfida con i Rockets), e si aggrappano alla coppia Lowry-Ibaka. Il primo chiude con 10 punti e 7 assist, mentre il secondo mette a segno una doppia doppia da 23 punti e 11 rimbalzi. Nemmeno tutto il quintetto in doppia cifra, però, è sufficiente per piegare le resistenze di Indiana, che tira meglio dal campo (43% di squadra) e si aggiudica la lotta a rimbalzo sotto i tabelloni. Quello che ne cattura di più è Thaddeus Young, che ne strappa 15, aggiungendoci anche la bellezza di 22 punti. In doppia doppia anche l'altro 'big man', Myles Turner, che ne mette 13 con 10 rimbalzi. La notizia terribile per i Pacers, però, arriva dall'infermeria. Sembra serio, infatti, l’infortunio al ginocchio accusato da Victor Oladipo nel primo quarto. Secondo quanto riferisce ESPN, la stagione della guardia potrebbe anche essere finita. Una vittoria che permette a Indiana di rispondere ai successi di Sixers e Celtics e di accorciare in classifica proprio dai Raptors. Che perdono terreno, invece, da Milwaukee, sempre più leader della Eastern Conference.

BOSTON CELTICS-CLEVELAND CAVALIERS 123-103
Senza storia la partita del TD Garden tra i Boston Celtics e la peggior squadra della lega, i Cleveland Cavaliers. I ragazzi di coach Brad Stevens, alla quinta vittoria consecutiva, si impongono 123-103 nel segno di Terry Rozier, che fa le veci dell’assente Kyrie Irving, tenuto precauzionalmente a riposo. L'ex Louisville Cardinals ne mette 26, ai quali aggiunge anche 8 rimbalzi e 6 assist. I padroni di casa subiscono la partenza sprint di Cleveland che, come spesso le succede, spara tutte le proprie cartucce in avvio, salvo finire ben presto la benzina. Nel secondo periodo, infatti, i Celtics mettono in ghiaccio la sfida, piazzando un parziale di +18, che smorza gli entusiasmi dei Cavs. Il punteggio diventa ancora più rotondo nel finale anche grazie ai canestri di Jaylen Brown che, uscendo dalla panchina, aggiunge 23 punti alla causa biancoverde. Per Cleveland, invece, si tratta della sconfitta numero 40 in stagione regolare, a fronte di sole 9 vittorie. L'unico a crederci fino alla fine è Cedi Osman, che chiude con una prova da 25 punti. Sono 19, invece, quelli di Ante Zizic, che cattura anche 8 rimbalzi. I Celtics restano al quinto posto nella Eastern Conference, alle spalle di Bucks, Raptos, Pacers e Sixers.

BROOKLYN NETS-ORLANDO MAGIC 114-110
I Brooklyn Nets non si fermano più. Continua la favola dei newyorkesi, giunti ormai alla quinta vittoria consecutiva. Contro Orlando arriva un'altra prova di maturità, l'ennesima di questa stagione, che rilancia le ambizioni dei Nets anche in ottica playoff: 114-110 il punteggio finale. Ad aumentare le chance di Brooklyn c'è anche lo sfortunato infortunio a Victor Oladipo, che potrebbe rallentare la corsa dei Pacers da qui al termine della stagione. Ancora una volta, il protagonista è D'Angelo Russell, che sta attraversando il proprio miglior momento da quando è approdato in Nba. L'ex Los Angeles Lakers gioca una partita eccellente, chiudendo con 25 punti, 10 rimbalzi e 7 assist. A questi si aggiungono i 29 di Spencer Dinwiddie, ormai stabilmente nell'elenco delle prime dieci guardie delle Eastern Conference. I Magic, invece, incassano la settima sconfitta nelle ultime 10 partite e scivolano all'undicesimo posto in classifica. Non bastano i 21 punti con 14 rimbalzi del centro montenegrino Nikola Vucevic, che nel finale si vede annullato il canestro del pareggio a 3 secondi dalla fine per una dubbia interferenza.

UTAH JAZZ-DENVER NUGGETS 114-108
Clippers e Lakers sono avvisati: per l'ottavo posto nella Western Conference ci sono anche i Jazz. Utah vince la sua ottava partita nelle ultime 10, prendendosi uno scalpo importante: quello dei Denver Nuggets, seconda forza a Ovest, sconfitti 114-108. Una prova di maturità per i Jazz, che reggono l'urto di uno dei migliori attacchi della lega, rispondendo colpo su colpo, senza mai arretrare. Alla fine, risulta decisivo il 41% dall'arco per i padroni di casa, che si affidano al solito Donovan Mitchell, autore di una prova monstre da 35 punti, 6 rimbalzi e 6 assist e affermatosi ormai come la stella della squadra. A questo si aggiunge la doppia doppia del gigante francese Rudy Gobert, che chiude con 15 punti e 10 rimbalzi. Dall'altra parte, invece, non basta il solito, monumentale Nikola Jokic. Il centro serbo chiude con una prova da 28 punti, 21 rimbalzi e 6 assist, confermando la propria poliedricità. In classifica, la squadra di coach Mike Malone resta stabilmente al secondo posto a Ovest alle spalle dei Golden State Warriors, ma deve iniziare a guardare negli specchietti retrovisori gli Oklahoma City Thunder, che sembrano aver superato il periodo di crisi.

CHICAGO BULLS-ATLANTA HAWKS 101-121
Erano anni che gli Atlanta Hawks non uscivano vincitori dallo United Center di Chicago. Al cospetto di questa versione dei Bulls, tra le più sbiadite di sempre, però, gli Hawks sembrano una super potenza. E così, grazie alla prova maiuscola di John Collins, che chiude a quota 35 punti (massimo in carriera con 14/16 dal campo e 4/4 da tre), i Falchi si impongono 121-101, costringendo Chicago alla nona sconfitta nelle ultime 10 partite giocate. Per Atlanta ci sono altri quattro giocatori in doppia cifra: Taurean Prince e Jeremy Lin si fermano a quota 15, mentre Dewayne Dedmon e Alex Len ne mettono 14 a testa. Deludente la prova del giovane Trae Young, che si ferma a quota 5 punti, aggiungendoci però 7 rimbalzi e 12 assist. Come al solito, da cancellare la prova di squadra dei Bulls. Gli unici a salvarsi sono Zach LaVine, che ne mette 23, e Lauri Markkanen, che chiude con 22 punti. Sono loro le uniche note liete di un'annata da incubo per i Tori: quella con Atlanta è la sconfitta numero 37 in stagione, l'undicesima nelle ultime dodici gare disputate.

NEW ORLEANS PELICANS-DETROIT PISTONS 87-95
L'infortunio di Anthony Davis rischia di aver messo la pietra tombale sulla stagione dei New Orleans Pelicans che, senza la propria stella, si arrendono 87-95 ai modesti Detroit Pistons. Il mattatore dell'incontro è il solito Blake Griffin, autore di una prova da 37 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, che sopperisce all'assenza dell’infortunato Andre Drummond. L'ex Los Angeles Clippers, in contumacia di Davis, banchetta nel pitturato di New Orleans, trovando ben poca resistenza. L'unico a provarci è Jahlil Okafor, autore di una prova da 17 punti. Il miglior marcatore per i Pelicans è Jrue Holiday, che chiude con 29 punti. Un successo importante per Detroit, il quarto nelle ultime 10 partite, che permette ai Pistons di riportarsi nella scia dei Miami Heat per l'ottavo posto a Est. Per cercare di dare un senso alla propria stagione, i Pelicans devono sperare, invece, che, come sembra, l'infortunio al dito accusato da Davis sia meno serio del previsto. Secondo le ultime informazioni, infatti, l'Unibrow potrebbe anche tornare in campo già nella prossima settimana.

MEMPHIS GRIZZLIES-CHARLOTTE HORNETS 107-118
Settima sconfitta consecutiva, la nona nelle ultime 10, per i Memphis Grizzlies. Questa volta, gli Orsi si arrendono a Charlotte, che chiude i conti sul 118-107 finale, forte di un vantaggio costruito, con pazienza, quarto dopo quarto. Gli Hornets mandano quattro quarti del proprio quintetto in doppia cifra (Byombo si ferma a quota 9 ma con 10 rimbalzi) e trovano anche 17 punti da Tony Parker, uscendo dalla panchina. Il miglior realizzatore è il solito Kemba Walker, che ferma il tassametro a quota 22 (con 7 assist). Dall'altra parte, invece, non basta la tripla doppia di Marc Gasol, tornato finalmente a esprimersi sui propri livelli: il centro catalano chiude con 22 punti, 17 rimbalzi e 10 assist. Il top scorer della sfida, però, è Mike Conley, che ne mette 31. Segnali incoraggianti per una squadra che aveva iniziato la propria annata con ambizioni da playoff e che, quasi a metà della stagione, si ritrova desolatamente al penultimo posto della Western Conference con un record di 19 vittorie a fronte di ben 29 sconfitte.

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