Grazie ai 30 punti del numero 11, i Celtics si impongono 134-129, senza Gallinari LA cede 103-121 a Toronto
Boston cala il poker contro OKC e si porta al terzo posto della Eastern Conference insieme a Philadelphia. Grazie ai 30 punti di un ispirato Kyrie Irving, i Celtics superano OKC 134-129, resistendo a tutti i tentativi di rimonta dei Thunder, guidati dai 37 di George e dalla tripla doppia di Westbrook. Ancora senza Gallinari, i Clippers vengono travolti da Toronto, mentre New York deve arrendersi ai Memphis Grizzlies: 96-84 il punteggio finale.
BOSTON CELTICS-OKLAHOMA CITY THUNDER 134-129
I Boston Celtics calano il poker. Quarta vittoria consecutiva per la squadra di coach Brad Stevens che, dopo la sonora lezione subita contro Golden State, non si è più concessa distrazioni. Trascinata dalla super prestazione di un Kyrie Irving in formato MVP, Boston si impone con il punteggio di 134-129 al TD Garden contro gli Oklahoma City Thunder, resistendo a tutti i tentativi di rimonta degli indiavolati George e Westbrook. Il playmaker biancoverde è il motore dei Celtics nel primo tempo, chiuso con 20 punti, e poi è l'uomo della provvidenza nel finale, con il canestro del +4 a 23 secondi dalla sirena che, di fatto, mette in ghiaccio la partita. A nulla servono gli sforzi dei Thunder, tornati sul -1 con Jerami Grant, prima degli errori di Westbrook. Il numero 0 gioca una partita dai due volti: decisivo in negativo nel finale, con una palla persa e un libero fallito, travolgente per tutto il resto della sfida. Per lui arriva la sesta tripla doppia consecutiva, con un bottino di 22 punti, 12 rimbalzi e 16 assist. Molti di questi finiscono nelle sapienti mani di Paul George, il miglior realizzatore della sfida, che chiude con 37 punti. Tra le fila dei Celtics, oltre al già citato Irving, da sottolineare anche le prove dei due Marcus: Morris e Smart. Il primo chiude con 19 punti e 7 rimbalzi, il secondo ne aggiunge 18 con 7 assist. Una vittoria preziosissima per i Celtics, che consente alla truppa di coach Brad Stevens di agganciare Philadelphia al terzo posto nella Eastern Conference. Terzi anche i Thunder a Ovest, alle spalle di Warriors e Nuggets.
NEW YORK KNICKS-MEMPHIS GRIZZLIES 84-96
Più che alla partita, l'attenzione di tutto il Madison Square Garden era rivolta all'esordio in maglia Knicks degli ultimi arrivati. L'addio di Porzingis, infatti, ha portato in dote nella Grande Mela nomi e volti nuovi, nella speranza di poter raddrizzare una stagione che, fino a questo momento, somiglia più a un incubo. Niente da fare: nemmeno l'energia di Dennis Smith Jr. e la stazza di DeAndre Jordan servono per riscaldare il cuore dei tifosi. Eppure, l'occasione era di quelle ghiotte, visto che il calendario metteva di fronte i Memphis Grizzlies, non certo un avversario irresistibile. A fare festa, al termine di una partita dal bassissimo contenuto tecnico, però, sono i ragazzi di coach J.B. Bickerstaff, che sbancano il Garden 96-84. La partita, seppur non esaltante, corre lungo i binari dell'equilibrio fino all'intervallo lungo, chiuso sul punteggio di 41-42. Il break decisivo arriva solo nel terzo periodo, con i Grizzlies che piazzano la zampata, accumulando un vantaggio in doppia cifra e gestendolo, senza affanno, nel finale. A fare la differenza sono le prove dei due giocatori simbolo di Memphis: Marc Gasol e Mike Conley. Il primo chiude con 24 punti e 9 rimbalzi, il secondo ne mette a referto 25, aggiungendoci anche 7 assist. Tra le fila dei Knicks, invece, il migliore è sempre Kevin Knox, che chiude con 17 punti. A questi si aggiunge la doppia doppia da 12 punti e 12 rimbalzi di Jordan, mentre è da rivedere l'esordio di Smith Jr. Per l'ex Dallas Mavericks arrivano solo 8 punti con 3 rimbalzi e 6 assist in 25 minuti di gioco.
TORONTO RAPTORS-LOS ANGELES CLIPPERS 121-103
I Toronto Raptors rialzano la testa dopo la sconfitta contro i Milwaukee Bucks e lo fanno rifilando una sonora lezione ai Los Angeles Clippers, ancora privi di Danilo Gallinari: 121-103 il punteggio finale. I canadesi, nonostante l'assenza di Kyle Lowry, out per un problema alla schiena, ci mettono un tempo per allungare le proprie mani sul match. Dopo un primo quarto chiuso in perfetta parità (23-23), gli uomini di coach Nurse piazzano un break taglia gambe nel secondo (42-28) che, di fatto, chiude la questione. Los Angeles ha un ultimo sussulto nel corso della terza frazione, riportandosi sul -11 con la tripla di Mike Scott, ma è un fuoco di paglia. Quella dell'ex Washington Wizards, infatti, è solo una delle due triple realizzate dai Clippers sulle 12 tentate: decisamente troppo poco per provare a spaventare una delle migliori squadre della lega. A rendere ancora più convincente il successo di Toronto, ci pensa il fatto che questo sia arrivato senza dover fare ricorso al miglior Kawhi Leonard. L'ex San Antonio Spurs gioca una patria concreta, mai sopra le righe, chiudendo con 18 punti e il 50% dal campo. A questi si aggiungono i 16 di Ibaka (che cattura anche 12 rimbalzi, registrando la sesta doppia doppia consecutiva) e i 15 di Pascal Siakam. Dall'altra parte, invece, il miglior realizzatore per i Clippers è Shai Gilgeous-Alexander che, in uscita dalla panchina, ferma il tassametro a quota 19. Sfiora la doppia doppia, invece, Boban Marjanovic, che mette a referto 10 punti, aggiungendoci anche 9 rimbalzi. La W numero 38 in stagione regolare permette a Toronto di riportarsi nella scia dei Bucks, lontani una partita e mezzo, mentre i Clippers, che restano ottavi a Ovest, devono iniziare a guardarsi le spalle dalla risalita dei giovani ed agguerriti Kings.