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Nba: Toronto va ko a Houston, i Clippers piegano Chicago

James Harden ne fa 35 e vince il duello con Leonard nel 119-121 finale, Los Angeles, senza Gallinari, si impone 106-101

26 Gen 2019 - 09:23

James Harden si aggiudica il duello con Kawhi Leonard e trascina i Rockets al successo contro Toronto: 121-119 il punteggio finale. Seconda vittoria consecutiva per i Los Angeles Clippers che, ancora senza Gallinari, superano Chicago 106-101. Vittorie importanti per Bucks e Nuggets: i primi piegano di Charlotte 108-99 grazie a un super Antetokounmpo, i secondi travolgono Phoenix 132-95, mandando la bellezza di otto giocatori in doppia cifra.

HOUSTON ROCKETS-TORONTO RAPTORS 121-119
Nemmeno il rientro di Kawhi Leonard può bastare ai Toronto Raptors per fermare il ciclone James Harden. Il 'Barba' mette 35 punti, allunga la propria striscia di ‘trentelli’ consecutivi (siamo a quota 22 gare in fila) e guida i Rockets a un pesante successo casalingo contro una delle migliori squadre della lega: 121-119 il punteggio finale. Contro i canadesi, però, Harden non può fare tutto da solo: l’intero quintetto di coach Mike D’Antoni chiude in doppia cifra, con Eric Gordon che aggiunge 24 punti e Kenneth Faried che sigla una doppia doppia a quota 21 punti e 14 rimbalzi. Un quintetto a cui manca ancora Chris Paul, out da 17 partite, e il cui rientro sarà fondamentale per provare a fare quanta più strada possibile nel prosieguo della stagione. Toronto, invece, dopo quella contro Indiana, incappa nella sua seconda sconfitta consecutiva al cospetto di una squadra dal record positivo. Ai canadesi non sono bastati i 32 punti del rientrante Kawhi Leonard, che aggiunge al proprio bottino anche 7 rimbalzi e 5 assist. L'ex San Antonio Spurs, però, ha il demerito di aver fallito l'ultima conclusione sulla sirena, che avrebbe potuto regalare il sorpasso ai Raptors. Tra le fila di Toronto, da sottolineare la doppia doppia del solito Pascal Siakam (22 punti e 12 rimbalzi) e i 22 punti di Danny Green.

CHICAGO BULLS-LOS ANGELES CLIPPERS 101-106
Ancora privi di Danilo Gallinari, out da quattro partite a causa dei problemi alla schiena, i Los Angeles Clippers trovano il loro secondo successo consecutivo: 106-101 allo United Center di Chicago. Un fortino tutt'altro che inespugnabile, a dire il vero, visto che si tratta della sconfitta numero 19 tra le mura 'amiche' per i Bulls, costretti al nono ko nelle ultime 10 partite, terz'ultimi a Est con un record di 11 vittorie e 38 sconfitte. Nonostante il momento da incubo di Chicago, i Clips devono sudare le proverbiali sette camicie per chiudere il proprio giro di trasferte con una W fondamentale in ottica playoff. Il merito della vittoria va a Lou Williams, autore di una tripla doppia storica uscendo dalla panchina. Il candidato numero uno al premio di sesto uomo dell'anno chiude con 30 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, diventando il secondo giocatore negli ultimi 50 anni ad aver viaggiato a queste cifre senza essere partito in quintetto. A questo si aggiunge la prova da 29 punti e 8 rimbalzi di un Tobias Harris salito di colpi in attacco in contumacia di Gallinari. Per i Bulls, invece, a poco serve la prova da 29 punti di Zach LaVine, a cui si aggiunge la doppia doppia da 18 punti e 14 rimbalzi di Bobby Portis.

MILWAUKEE BUCKS-CHARLOTTE HORNETS 108-99

Nonostante le medie spaventose e la stagione da record di James Harden, la corsa al premio di MVP è tutt'altro che scontata. Già perché il 'Barba' deve vedersela con una vera e propria forza della natura: Giannis Antetokounmpo. Il 'Greek Freak' chiude con 34 punti e 14 rimbalzi, che trascinano Milwaukee al successo per 108-99 contro Charlotte, consentendo ai Bucks di allungare in classifica su Toronto e consolidare la propria leadership nella Eastern Conference. Eppure, quella contro gli Hornets è stata una vittoria tutt'altro che agevole per la squadra di coach Budenholzer. Dopo essere stata avanti per quasi tutto il match, infatti, Charlotte crolla nel finale, chiudendo un quarto periodo da incubo con un parziale da 12-32: il solo Antentokounmpo realizza più punti di tutti gli Horntes messi insieme nei 12 minuti finali. Ai 34 del fenomeno greco, si aggiungono i 19 di Malcom Brogdon e i 18 di Eric Bledsoe. Dall'altra parte, invece, il miglior realizzatore è il francese Nicolas Batum, che chiude con 19 punti. Serata da dimenticare per il leader di Charlotte, Kemba Walker, che deve accontentarsi si 10 punti, frutto di un pessimo 3/12 dal campo. Nonostante la sconfitte, gli Hornets restano all'ottavo posto nella griglia playoff, ma devono guardarsi le spalle da Washington e Detroit.

DENVER NUGGETS-PHOENIX SUNS 132-95

Mai in discussione, invece, il successo dei Nuggets contro Phoenix. Nonostante l'assenza di Nikola Jokic, sanzionato dalla Nba con una partita di stop per il tentativo di invasione nella rissa da Far West nella gara contro Utah, Denver schianta i Suns 132-95 e resta in scia dei Golden State Warriors al secondo posto della Western Conference. Partita che, di fatto, dura solo 12 minuti: Denver chiude all'intervalli lungo con un vantaggio in doppia cifra e poi dilaga nel finale, piazzando un break da 34-14 negli ultimi 12 minuti di gioco che rende il punteggio ancora più rotondo. Mike Malone ha di che andare fiero: sono ben otto i giocatori in doppia cifra per Denver. L'unico a toccare quota 20 è Paul Millsap, in un attacco in cui regna la più totale armonia. L'assenza di una vera e propria stella (Jokic a parte), infatti, non genera gelosie in uno spogliatoio in cui nessuno pretende di potersi prendere 30/40 tiri a partita. Sono 13 i punti di Jamal Murray, 19 quelli di Malik Beasley, uscendo dalla panchina. Decisamente meno bilanciata, invece, la distribuzione dei punti per i Suns che, come al solito, non possono fare altro che affidare tutte le proprie chance nelle mani di Devin Booker. La guardia risponde ancora una volta presente, chiudendo con 35 punti, che non sono però sufficienti nemmeno a spaventare i Nuggets.

DALLAS MAVERICKS-DETROIT PISTONS 106-101
Non partirà in quintetto all'All-Star Game, ma Luka Doncic è già a tutti gli effetti una stella di questa lega a 19 anni. E' davvero difficile, infatti, trovare un altro giocatore così giovane e in grado di essere così decisivo. C'è la firma dello sloveno nella vittoria in volata dei Dallas Mavericks contro i Detroit Pistons: 106-101 il punteggio finale. L'ex Real Madrid, chiude con una prova spaventosa da 32 punti, 8 rimbalzi e 8 assist e realizza la tripla della staffa, che scrive la parola fine sul match. Pochi istanti prima era stato l'altro protagonista della sfida, Blake Griffin, a sciupare l'occasione di chiudere i conti per Detroit, facendosi stoppare da Maxi Kleber. Per l'ex Los Angeles Clippers arriva comunque una prova da incorniciare: 35 punti (12/24 dal campo) con 7 rimbalzi. Per i Pistons, da sottolineare anche la prestazione del rientrante Andre Drummond, che ai 23 punti finali aggiunge anche la bellezza di 15 rimbalzi. Numeri che non bastano, però, ad arginare il dominio di Doncic. Dallas può anche contare su di un altro talento promettentissimo: Dennis Smith Jr. Dopo essere stato perdonato da coach Rick Carlisle per qualche uscita infelice, l'ex North Carolina chiude con 19 punti e 5 assist. Doppia doppia, infine, per DeAndre Jordan, che ai 13 punti aggiunge anche 11 rimbalzi.

UTAH JAZZ-MINNESOTA TIMBERWOLVES 106-102
Prosegue il ‘magic moment’ degli Utah Jazz. Contro Minnesota arriva la seconda vittoria consecutiva (106-102), l'ottava nelle ultime 10 partite, che consente ai mormoni di risalire la classifica della Western Conference e di restare in piena lotta per la post-season. Che si fa sempre più lontana, invece, per i T'Wolves, costretti al 25esimo ko stagionale a fronte di 24 vittorie. La partita si decide solo nell'ultimo periodo quando affiora la stanchezza per il back-to-back tra le fila degli gli ospiti, che incassano un parziale taglia gambe da 33-16. A guidare la rimonta dei padroni di casa è Donovan Mitchell, che chiude con una prova da 24 punti, a cui aggiunge anche 11 assist (massimo in carriera). Molti di questi finiscono nelle mani sapienti mani del gigante francese Rudy Gobert, che chiude con una doppia doppia da 18 punti e 16 rimbalzi, aggiudicandosi anche la sfida con l'altro 'big man' sul parquet. Nonostante i 33 punti e 10 rimbalzi a referto, infatti, Karl-Anthony Towns non riesce a evitare il tracollo finale di Minnesota. Sono solo tre i giocatori in doppia cifra per gli ospiti: 21 (con 11 rimbalzi) per Andrew Wiggins e 11 (con 8 rimbalzi e 5 assist) per Jerryd Bayless.

MEMPHIS GRIZZLIES-SACRAMENTO KINGS 96-99
I Grizzlies ce l'hanno messa tutta per provare a svegliarsi da un periodo da incubo, ma si sono dovuti arrendere ai canestri di uno scatenato De'Aaron Fox nel finale: 96-99 il punteggio. Contro Sacramento, reduce da due ko in fila, arriva la sconfitta numero quattordici nelle ultime 15 partite giocate per Memphis, che aggrava ulteriormente la crisi per la squadra di coach J.B. Bickerstaff, penultima nella Western Conference. Alla sirena finale sono 22 i punti per il rookie di Sacramento, che realizza anche il jumper decisivo nel finale. Il miglior realizzatore per i padroni di casa, però, è il compagno di merende di Fox, Buddy Hield, che ne aggiunge 26, tenendo fede al proprio soprannome, lo 'Steph Curry dei Kings', con un perentorio 6/9 dall'arco dei 3 punti. Dall'altra parte, il miglior realizzatore è Omri Casspi in uscita dalla panchina, che ferma il tassametro a quota 18 punti. Davvero troppo scarso, invece, il contributo dei leader di Memphis: sono 16 i punti di Mike Conley (con 6 rimbalzi e 9 assist), 11 quelli di Marc Gasol, che aggiunge anche 10 rimbalzi.

ORLANDO MAGIC-WASHINGTON WIZARDS 91-95
Prosegue la rincorsa all'ottavo posto della Eastern Conference degli Washington Wizards che, nonostante l'assenza di John Wall, hanno raccolto 6 vittorie nelle ultime 10 partite. Contro Orlando arriva un'affermazione importante, che permette ai capitolini di restare nella scia degli Charlotte Hornets, sconfitti nella notte dai Milwaukee Bucks. La partita corre lungo i binari dell'equilibrio fino ai secondi finali, quando Jeff Green realizza il canestro decisivo. Una serata da incorniciare per l'ex di turno, che chiude con 24 punti e un eccellente 6/9 dall'arco dei tre punti. Il miglior realizzatore per gli Wizards, però, è Bradley Beal, che ne mette 27 alla sirena finale. Orlando ha il merito di provarci fino alla fine, nonostante il terrificante 21% dall'arco. Il migliore per i padroni di casa è Aaron Gordon, che chiude con una doppia doppia da 22 punti e 11 rimbalzi. Traguardo solo sfiorato, invece, per Nikola Vucevic, che ai 28 punti aggiunge 9 rimbalzi. Sono 16, infine, i punti di Terrence Ross uscendo dalla panchina. Washington scavalca così Detroit e si porta al nono posto in classifica: gli Hornets, adesso, sono lontani solo due partite.

BROOKLYN NETS-NEW YORK KNICKS 109-99

Nemmeno il derby di New York riesce a regalare una piccola gioia ai tifosi dei Knicks nell'ennesima stagione da dimenticare. Al Barclays Center di Brooklyn, i Nets si impongono 109-99 nonostante l'assenza dell'infortunato Spencer Dinwiddie. Dopo un avvio modesto, i padroni di casa riescono a ribaltare il punteggio grazie ai canestri di tre insospettabili: Theo Pinson, Ed Davis e Shabazz Napier. Il primo chiude con 19 punti, ai quali si aggiungono i 17 dell'ex Toronto Raptors e i 18 del playmaker bianconero. I Knicks, invece, partono fortissimo, chiudendo un primo quarto da 37 punti, ma le note positive per la quadra di coach Fizdale finiscono qui. Il miglior marcatore per gli ospiti è Trey Burke, che chiude con 25 punti. Nemmeno un minuto sul parquet, invece, per Enes Kanter, l'unico che, in questo momento, potrebbe provare a invertire la rotta per New York. Una rotta evidentemente sbagliata, che ha condotto i Knicks alla sedicesima sconfitta nelle ultime 17 partite e al penultimo posto nella Eastern Conference. La classifica parla chiaro: a eccezione di Cleveland, nessuno ha fatto peggio in tutta la Nba. Nemmeno il rientro di Porzingis, a questo punto, potrebbe riaccendere i sogni e le speranze di un Madison Square Garden spazientito.

CLEVELAND CAVALIERS-MIAMI HEAT 94-100

Finché ci sono questi Cleveland Cavaliers, però, i Knicks possono stare certi di non poter fare di peggio. Contro Miami, infatti, arriva la sconfitta numero 41 in stagione regolare per l'ex squadra di LeBron James. Avanti in doppia cifra di vantaggio, Cleveland crolla nel terzo periodo, incassando un parziale taglia gambe da 32-17 che, di fatto, chiude la partita. Justise Winslow mette a ferro e fuoco il pitturato dei Cavs e chiude con 27 punti, che trascinano gli Heat a un successo che rafforza il settimo posto in classifica. A questi si aggiungono i 14 a testa di Hassan Witheside e Jones Jr. 13, invece, i punti di Dwyane Wade, che non deve inserire nemmeno la terza marcia. Come sempre più spesso sta accadendo in questa stagione, il miglior realizzatore per i Cavs è Cedi Osman, che chiude con una prova da 29 punti. Uno sforzo inutile, che non evita ai vice-campioni NBA in carica il 18° ko nelle ultime 19 gare.

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