Trascinati da Williamson e Ingram, i Pelicans battono i Jazz 129-124. Brooklyn vince in casa degli Spurs per la prima volta in regular season dal 2002. Ok Philadelphia e Dallas
Grande spettacolo nella partita di cartello della notte Nba, quella fra Pelicans e Jazz: New Orleans batte la squadra con il record migliore della Lega per 129-124, con 26 punti di Williamson e Ingram. Storico successo per i Nets: il 124-113 all’overtime contro gli Spurs è la prima vittoria in regular season a San Antonio dal 2002. Philadelphia schianta Indiana 130-114, Dallas batte Orlando 130-124 (Doncic 33). Bene Blazers, Nuggets e Cavs.
NEW ORLEANS PELICANS-UTAH JAZZ 129-124
Era il ‘campo centrale’ della notte Nba e di certo non ha tradito le attese. La sfida dello Smoothie King Center regala infatti emozioni a non finire e una vittoria a sorpresa per la squadra di casa, che dopo essere volata fino al +17 a inizio quarto periodo (dopo un gioco da quattro punti di J.J. Redick) rischia nel finale, ma resiste all’assalto di Donovan Mitchell (21 punti in una serata in chiaroscuro, caratterizzata da un pessimo 1/8 da tre), Rudy Gobert (22 punti per ‘The Stifle Tower’) e soprattutto Bojan Bogdanovic (31 con 7/11 dalla distanza per l’ex Real Madrid, Cibona e Fenerbahce). Dall’altra parte coach Stan Van Gundy punta su una rotazione limitata a otto giocatori (tra questi non c’è Nicolò Melli, che guarda i suoi compagni dalla panchina per tutti i 48 minuti effettivi) e tutti danno il loro contributo: i migliori realizzatori sono, con 26 punti, Zion Williamson (per lui anche 10 rimbalzi) e Brandon Ingram, ma meritano menzione anche i 23 di Lonzo Ball e i 17 di Redick dalla panchina. Statistica determinante anche il 74-54 di parziale nel pitturato. I Pelicans costringono così Utah alla seconda sconfitta in tre partite: è il secondo momento di ‘crisi’ della stagione dei Jazz, dopo le due sconfitte consecutive subite sotto Natale.
SAN ANTONIO SPURS-BROOKLYN NETS 113-124 ot
Storica vittoria per i Nets, che vincono una partita a San Antonio in regular season per la prima volta dal 2002 e, allargando il discorso ai playoff, per la prima volta dalle Finals del 2003 (comunque vinte dagli Spurs). Serve il massimo dell’impegno da parte dei due fenomeni di Brooklyn, e in questo senso James Harden e il rientrante Kyrie Irving non sbagliano un colpo: 30 punti, 15 assist e 14 rimbalzi sono i numeri della prestazione del ‘Barba’, mentre l’ex Cavs e Celtics aggiunge 27 punti con un importante 6/10 dalla distanza. Molto bene anche Bruce Brown, autore di 23 punti, e il sorprendente Nicolas Claxton, che ne mette a segno 17 in altrettanti minuti. Alla squadra di Gregg Popovich non bastano 22 punti e 11 assist di DeMar DeRozan, né i 19 di Dejounte Murray che con un tiro all’apparenza impossibile (palla quasi persa e conclusione a fil di sirena) manda le squadre all’overtime: nei cinque minuti extra i Nets portano a casa un parziale di 16-5 e soprattutto il nono successo in dieci partite, che permette agli uomini di Steve Nash di restare a mezza gara di ritardo dalla vetta della Eastern Conference, occupata da Philadelphia.
PHILADELPHIA 76ERS-INDIANA PACERS 130-114
Dal canto loro i Sixers, reduci dalla sconfitta all’overtime contro Cleveland, si riscattano a quarantott’ore di distanza contro i Pacers, che al Wells Fargo Center durano soltanto un quarto. Phila, infatti, realizza un parziale di 72-45 nei periodi centrali e non deve più guardarsi alle spalle, permettendo a coach Doc Rivers di ruotare ben tredici giocatori senza che nessuno di questi superi i 30 minuti sul parquet. Le cifre individuali, inevitabilmente ne risentono e non è un caso che il miglior realizzatore sia un po’ a sorpresa Shake Milton, autore di 26 punti, anche se Joel Embiid chiude in doppia-doppia con 24 punti e 15 rimbalzi. A referto si segnalano anche i 18 punti di un Ben Simmons sempre ‘intenso’ in campo (chiedere a Doug McDermott, che in un contrasto con il nazionale australiano ci rimette un dente) e i 19 dalla panchina di Furkan Korkmaz. Poco da dire sui Pacers: 20 i punti del miglior marcatore ospite, Malcolm Brogdon, l’All Star Domantas Sabonis si ferma a quota 15 e non riesce ad evitare il quarto ko consecutivo.
ORLANDO MAGIC-DALLAS MAVERICKS 124-130
Quando Luka Doncic gira, ce n’è davvero per pochi. È un gran momento per i Mavericks, che vincono la nona partita delle ultime dodici risalendo sopra ‘quota 500’ e portandosi a una partita dall’ottavo posto a Ovest occupato dagli Warriors, il tutto grazie alla serata ispirata a dir poco dello sloveno, che sfiora la tripla-doppia realizzando 33 punti, prendendo 10 rimbalzi e distribuendo 9 assist. Se accanto a lui, poi, c’è un Jalen Brunson che dalla panchina mette a segno 24 punti, non c’è nemmeno bisogno di strafare per Kristaps Porzingis (17 e 10 rimbalzi per il lettone) perché Dallas conquisti il successo in Florida, contro una squadra alla quarta sconfitta di fila cui non bastano 29 punti, 15 rimbalzi e 8 assist di Nikola Vucevic né 26 punti di Evan Fournier.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-CHARLOTTE HORNETS 123-111
Serata dal sapore ‘vintage’ per Carmelo Anthony, miglior marcatore dei suoi nella bella vittoria contro una squadra che per la quinta volta consecutiva perde dopo aver vinto il match precedente. Il 36enne ex Denver, New York, Oklahoma City e Houston realizza ben 29 punti, con 6/10 dalla distanza e la consapevolezza di essere, almeno in questa occasione, più di una ’spalla’ per Damian Lillard, che comunque aggiunge alla causa dei suoi 23 punti. Notevole anche la doppia doppia di Robert Covington, 21 punti e 10 rimbalzi molto importanti nell’economia del match. Storica poi la statistica relativa alle triple di squadra: sono ben 24 (su 46 tentativi), è record di franchigia. Dall’altra parte gli ospiti devono accontentarsi di avere nei propri ranghi il top scorer della serata, LaMelo Ball, autore di 30 punti, ma il resto degli uomini a disposizione di coach James Borrego delude e Portland vola sicura fino al successo, il primo dopo quattro sconfitte consecutive.
CHICAGO BULLS-DENVER NUGGETS 112-118
Altra squadra che fa della discontinuità la caratteristica di questa strana stagione è Denver, che però riesce a far partire una serie positiva (per la prima volta dal 14 febbraio) conquistando a Chicago il secondo successo consecutivo dopo quello di due giorni fa a Oklahoma City. Più che prevedibili i protagonisti della vittoria: Nikola Jokic sfiora la tripla-doppia con 39 punti, 14 rimbalzi e 9 assist, impegnandosi più del solito anche in difesa (2 stoppate, una clamorosa su Zach LaVine), mentre Jamal Murray ne aggiunge 24 ed è decisivo in un finale bizzarro, in cui Chicago rimonta dal -15 portandosi addirittura a +6, prima di capitolare sotto i colpi del serbo e del prodotto di Kentucky University. Ai Bulls, al secondo ko di fila, non sono dunque sufficienti i 23 punti di LaVine, né la doppia-doppia da 20 punti e 10 rimbalzi di Coby White, per evitare l’ottava sconfitta consecutiva negli scontri diretti contro la franchigia del Colorado.
HOUSTON ROCKETS-CLEVELAND CAVALIERS 90-101
La risalita dei Cavs, che in pochi si aspettavano, continua con il quarto successo consecutivo, il secondo in trasferta contro una Houston sempre più in crisi, in una partita più a senso unico di quanto dica il +11 finale. Il protagonista assoluto al Toyota Center è Collin Sexton: 39 punti per l’ottava scelta assoluta del Draft 2018, che grazie all’impegno difensivo del compagno di squadra Jarrett Allen (10 punti, 15 rimbalzi, una stoppata) può concentrarsi sulla fase offensiva e schiantare una squadra cui non bastano 32 punti di John Wall e 20 di Victor Oladipo. Quest’ultimo, tra l’altro, è già ai ferri conti con la dirigenza che lo ha ingaggiato a gennaio nella mega-trade che, tra gli altri, ha portato James Harden a Brooklyn: Oladipo ha infatti rifiutato l’estensione del contratto, una mossa che sa di addio a fine stagione. Anche queste discussioni pesano sul morale di una squadra alla dodicesima sconfitta consecutiva: mai così male dal 2001.