Il senegalese sta mostrando tutte le sue qualità con la canotta della Germani: contro Trento ha suonato la carica con una giocata di grandissima potenza
di Raffaele Pappadà© IPA
Per quanto platonico, il titolo di campione d'inverno vinto (per la prima volta) da Brescia è la grande conferma sul grande lavoro fatto da società, staff e giocatori.
Conferma che riguarda anche le scelte estive, quando la Germani ha cambiato un bel po'.
Il colpo del mercato è stato l'ingaggio di Maurice Ndour, al termine di una lunga trattativa. L'ala senegalese era oggetto del desiderio di molte squadre, ma la Germani è arrivata alla firma con grande determinazione, assicurandosi un giocatore di valore internazionale, arrivato con 76 presenze nelle competizioni europee nello zaino.
Nella sfida tra capolista con Trento è stato decisivo, suonando la carica nel momento di più grande difficoltà, quando la squadra di Galbiati stava mettendo in crisi la difesa di Brescia: la schiacciata di pura prepotenza nel secondo quarto, sul 24-31, ha dato fiducia e convinzione al PalaLeonessa e a tutti i compagni.
Gara chiusa con 18 punti in 26 minuti, pareggiando il suo high in LBA (stesso importo della sfida con Sassari di fine ottobre) con un notevole 9/12 dal pitturato, 4 rimbalzi difensivi, 2 stoppate e 17 di valutazione.
La sua carriera è piena di tappe rilevanti: Real Madrid, NBA con i New York Knicks, Valencia, Rytas Vilnius, Galatasaray, Hapoel Gerusalemme, Lokomotiv Kuban, con parentesi anche in Cina e Giappone. Colonna portante della sua nazionale, con cui ha partecipato a due mondiali e vinto due medaglie di bronzo ai campionati africani.
Adesso Brescia, per contribuire al nuovo progetto tecnico e lasciare il segno: nel mirino c'è la Final Eight di febbraio, che Brescia affronterà con il miglior piazzamento nel tabellone (prima sfida con Tortona, poi l'eventuale semifinale con una tra Bologna e Milano).