La due giorni da MVP a Bologna ha illuminato il presente e le speranze future di Messina: in attacco la squadra sembra già sua
Josh Nebo schiaccia il tap-in per il pareggio a quota 84, con appena 5" sul cronometro. Milano e Virtus, finaliste della Frecciarossa Supercoppa 2024, rientrano in panchina per il time out chiamato da Banchi, ma le camere mostrano la reazione degli uomini di Messina. Il naturalizzato sloveno si siede in panchina, ma viene invitato ad alzare lo sguardo: non è il coach a complimentarsi con lui, ma Nenad Dimitrijevic.
Un linguaggio del corpo e un controllo delle emozioni che non dovrebbero appartenere a un 26enne alla seconda partita ufficiale in una squadra, un contesto, un gruppo completamente nuovi e "sconosciuti" come l'Olimpia Milano, l'Italia e l'Eurolega sono per Neno. Il "Secondo me può fare ancora meglio quando avrà chiaro come utilizzare meglio i compagni, cosa che già sa fare bene" pronunciato da coach Messina a pochi minuti dalla vittoria con Bologna punta la lente d'ingrandimento quindi su una questione tecnica da sviluppare ulteriormente, non su una richiesta a livello psicologico: abituato a essere leader in campo dopo i due anni all'UNICS, sarà da capire se potrà traslarlo anche nelle toste notti di Eurolega. I primi segnali, però, sono più che confortanti.
© Ufficio Stampa
Soli 4 canestri sui 13 tentativi dal campo in 35' potrebbero far pensare a una prestazione al di sotto delle aspettative contro la difesa virtussina: i 5 rimbalzi e soprattutto i 6 assist fotografano invece chi possiede già le chiavi della circolazione milanese. Se bisognerà attendere un Bolmaro dal rendimento più continuo per valutare la coesistenza nelle due metà campo tra i due, è chiaro sin dalle sfide con Reyer e Virtus che sia il macedone a determinare quando e chi deve prendersi responsabilità offensive quando è lui in campo. Con realizzatori dal talento come Shields e Mirotic o dal fisico come Nebo, l'approdo di Dimitrijevic ha emanato vibrazioni che in casa Olimpia non si percepivano dall'addio del Chacho Rodriguez. Come se, per mettere la palla dentro al canestro, tutta Milano giri intorno e grazie a lui.
© Ufficio Stampa
Soprattutto al livello superiore sono più gli azzardi difensivi a poter compromettere la sua presenza sul parquet: già col Fenerbahce a Creta c'erano stati problemi di falli e, tra Reyer e Virtus, Dimitrijevic ha speso un paio di fischi di troppo nel tentativo di recuperare con le braccia ciò che la posizione e le gambe avevano compromesso. Così come Rodriguez, però, Messina e Milano sembrano già disposti a lavorare per proteggerlo dietro ed esaltarlo davanti: i ribaltamenti a una mano dal palleggio sono un piacere per gli occhi, così come il controllo dei contatti per concludere dalla media o in avvicinamento al ferro.
L'esaltazione per la novità, quindi, mescolata allo stile di gioco da "veterano": se l'avventura di Nenad Dimitrijevic in maglia Olimpia poteva iniziare bene, la Supercoppa di Milano e del macedone è stata meglio.
© Ufficio Stampa