L'EA7 domani a Istanbul contro il suo ex capitano: Nik e il Fenerbahce sono in vetta all'Eurolega, ma l'impatto di Zach nella nuova Olimpia Milano non sta facendo rimpiangere l'addio dell'azzurro
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Prendiamo le statistiche medie grezze di un giocatore X dell'Eurolega 2024/25: 15.3 punti; 50/60/90.2 come percentuali da 2, 3 e ai liberi; 4.5 rimbalzi; 1.2 assist e 1.1 palle perse; 6.5 falli subiti in 27'45" di impiego. Prendiamo ora quelle di un giocatore Y, con un ruolo simile sul parquet e nella stessa competizione: 4.5 punti; 64.7/38.1/50 come percentuali al tiro; 4.3 rimbalzi; 1.3 assist e 1.0 palle perse; 3.4 falli commessi in 19'34" di impiego. Il giocatore X è Zach LeDay, il giocatore Y è Nicolò Melli. E, stando almeno al tabellino, non c'è partita.
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L'ultimo lustro dell'Olimpia Milano è stato un pendolo tra i due, col reggiano e il texano a passarsi il testimone del lungo di riferimento dei biancorossi senza mai condividere lo spogliatoio. Saranno opposti l'un l'altro nell'imminente 12° turno di Eurolega, quando la squadra di Messina farà visita al Fenerbahce capolista (29 novembre, ore 18.45), come sono opposti nella memoria degli appassionati milanesi. Come d'altronde nell'estate 2021, l'addio di uno ha fatto molto discutere, anche per le dichiarazioni rilasciate nei giorni successivi all'annuncio, ma l'approdo dell'altro aveva più che compensato il buco lasciato nelle gerarchie di squadra e dell'affetto del tifo. Naturale e "fisiologico", quindi, che dopo 11 gare di Eurolega non ci siano ripensamenti sull'ennesimo cambio di direzione del treno Melli-LeDay.
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Giudicare l'impatto di Nicolò Melli solamente dalle medie statistiche significa non comprendere il ruolo di regista difensivo e di leader comunicativo del capitano di Italbasket: il numero 4 del Fenerbahce ha concluso una stagione di Eurolega in doppia cifra di media solamente nel 2016/17 (11.5 punti col Brose Bamberg di coach Trinchieri), e anche le varie esperienze con la nazionale azzurra hanno dimostrato come sia molto più a suo agio se non costretto agli straordinari anche in attacco.
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Altrettanto vero è che il LeDay tornato a Milano dopo il triennio al Partizan è uno Zach diverso, per bocca di tutti, rispetto a quello che aveva accompagnato i quintetti con Punter e Chacho alle Final 4 di Colonia: alla consueta energia in entrambe le metà campo si è ora aggiunta la consapevolezza di poter essere - e dover essere, viste le continue assenze nel roster dell'Olimpia - la guida non solo carismatica ma anche tecnica.
Con una pallacanestro dai ritmi e dagli spazi più affini alle caratteristiche del prodotto di Virginia Tech, LeDay è il volto copertina della 4 vittorie nelle ultime 5 uscite in Eurolega di Milano. Guarda caso, proprio nel momento migliore della stagione di Zach, ecco il peggiore di quella di Nicolò: tornato al Fenerbahce come direttore d'orchestra della difesa di Jasikevicius dalla panchina e sempre in campo nei momenti decisivi, una sorta di contrappasso dantesco ha mostrato la peggior versione possibile di Melli proprio nelle sfide giocate sui parquet tricolori (la sfida della Unipol Arena contro la Virtus Bologna e il ritorno nella "casa" del PalaBigi per Italia-Islanda).
Poco più di 24 ore, quindi, per rivederli l'uno contro l'altro, e scoprire quale sia la strada migliore tra quella vecchia e quella "nuova".