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Milano riparte da Mirotic: è lui il leader di Messina

L'ultimo a mollare in finale con Trento, il primo a dare la scossa contro Brescia: la Coppa Italia del #33, nonostante il ritardo di condizione, lancia un chiaro messaggio all'Olimpia

19 Feb 2025 - 09:15
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Una delle ultime fotografie dell'EA7 Emporio Armani Milano durante la Frecciarossa Final Eight 2025 è uno scambio di idee in panchina: Giampaolo Ricci e Nikola Mirotic, al rientro in panchina per un necessario giro di riposo nei minuti finali, esprimono a gran voce le diverse visioni su una giocata difensiva. Nikola, richiamato un membro dello staff di coach Messina, prova a spiegarsi ulteriormente, visibilmente arrabbiato per una finale di Coppa Italia ormai sfuggita di mano: calmatisi gli animi, dopo una discussione come ce ne sono a decine durante ogni partita ma soltanto meno plateali, è Mirotic a scusarsi col compagno e col proprio capo allenatore.

Né Ricci né Ettore Messina, capitano e head coach biancorosso, hanno osato mettere in discussione l'atteggiamento del #33. Durante le Final Eight di Torino, d'altronde, non si è visto nessun giocatore di Milano coinvolto e "dentro" la competizione quanto Mirotic: pur avendo il talento - e non avendo ancora la brillantezza fisica dopo l'infortunio muscolare del 19 gennaio a Venezia - l'ex Madrid e Barça ha vissuto le sfide con Virtus Bologna, Brescia e Trento con un approccio esemplare. Un approccio da leader, da "capitano senza fascia".

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Nel quarto di finale, la pazienza nel leggere il raddoppio costante della Virtus sulle sue ricezioni per servire i compagni sul lato opposto coi tempi giusti; nella semifinale, la presa in consegna di Miro Bilan, unico attaccante di Brescia capace di mandare in tilt la difesa milanese, e l'annullamento della principale minaccia offensiva di coach Poeta; nella finale, i 14 tiri liberi conquistati - i 25 tentati in totale nella competizione sono il record assoluto per una Final Eight - hanno dato l'ultima speranza all'Olimpia di riprendere una partita mai realmente in discussione, dove il 63-79 finale in favore di Trento è pienamente legittimo.

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I 5 giorni della Inalpi Arena hanno ribadito un concetto chiaro dall'inizio del 2024/25, sin dalla finale di Supercoppa a Bologna: i passi avanti compiuti da Nikola Mirotic a livello di leadership emotiva nello spogliatoio dell'Olimpia Milano sono giganteschi. Se il riferimento tecnico lo è sempre stato, la creazione di un sistema più incline a evidenziare le qualità da fuoriclasse sta portando il 34enne di Podgorica a "sporcarsi le mani" come mai prima d'ora: da realizzatore seriale, dalla lunghissima distanza alle conclusioni in avvicinamento, Mirotic si sta dimostrando all'occorrenza fattore difensivo, facilitatore in attacco, àncora di salvezza e non rifugio disperato nei momenti di massima difficoltà.

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Nelle 3 sfide di Final Eight, il differenziale di punti tra quando la scelta n°23 dei Minnesota Timberwolves al Draft 2011 era sul parquet e quando l'Olimpia giocava senza di lui è la maggiore di tutta la squadra: +18 con Mirotic in campo, solamente +3 quando Nikola sedeva in panchina. Se nessuno si è mai permesso di discutere le qualità tecniche fuori categoria: una Coppa Italia così, vissuta oltretutto sotto un regime di minutaggio limitato - 14' contro la Virtus, 19' con Brescia e 18' con Trento -, ha confermato che è Mirotic la guida da seguire per l'EA7 Emporio Armani Milano 2024/25 (e non solo...).

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