La 29enne stella del Panathinaikos dovrà decidere se accettare la proposta di rinnovo del presidente Giannakopoulos (triennale da €12 mln) oppure ascoltare le sirene di un ritorno negli USA
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21.2 punti di media a serata. Percentuali al tiro da specialista (58.9% da 2, 42.7% da 3, 88.3% ai liberi), non da prima opzione offensiva. 3° per valutazione media di tutta l'Eurolega, coi soli Vezenkov e Mirotic a stargli leggermente davanti. Immaginarsi questo impatto di Kendrick Nunn al secondo anno in Europa non era impossibile: il 2° miglior rookie della NBA 2019/20 si prestava, per personalità e stile di gioco, a passare tutt'altro che inosservato al di qua dell'oceano. Meno prevedibile, invece, è il legame che il prodotto dei college di Illinois e Oakland ha saputo coltivare con l'atmosfera della pallacanestro del Vecchio Continente.
Non è ancora arrivato uno degli annunci in pompa magna del presidente dei Greens, Dīmītrīs Giannakopoulos, a ufficializzare la firma dell'americano sulla bozza di contratto proposta dalla dirigenza ateniese (€12 mln in 3 anni, una volta terminato il contratto in vigore sino al 2026): qualche dubbio, sostenuto dal recentissimo cambio di agenzia da parte del #25 (rappresentato in precedenza da Octagon, ora Nunn si è affidato a Wassermann), su un futuro ritorno negli Stati Uniti ancora rimane.
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Rispetto ad altri dominatori attuali di Eurolega, che hanno già provato il salto in NBA quasi più perché "costretti" da un livello mostrato in Europa troppo superiore alla media, Kendrick Nunn ha dimostrato di poterci stare, nella National Basketball Association. Non lo ha fatto seguendo la strada più canonica di tutte: non selezionato al Draft 2018, nonostante le cifre clamorose mantenute in un college di Division I (25.9 punti, 39.4% da 3, 4.7 rimbalzi e 3.8 assist nel 2017/18 a Oakland), Nunn è entrato nella Lega dalla "porta di servizio".
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Solo dopo un'annata di G League coi Santa Cruz Warriors - non venendo mai chiamato dalla "casa madre" di Golden State -, ecco il primo contratto NBA: biennale coi Miami Heat. Due buone annate con la franchigia della Florida, a livello di squadra (Finals perse coi Lakers il primo anno, nella Bubble di Orlando, e uscita al primo turno coi Milwaukee Bucks nel 2021) e personali (solo Ja Morant lo ha sopravanzato nelle votazioni per il Rookie of The Year 2020, con Nunn davanti anche a Zion Williamson), gli regalano la chiamata dell'organizzazione più prestigiosa.
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Anche stavolta, appena arrivata la firma coi Los Angeles Lakers di LeBron James, ecco l'imprevisto: infortunio al ginocchio, che lo terrà fermo per tutto il 2021/22. Per gli standard dei gialloviola, da sempre fissati nei pressi della vittoria dell'Anello, un rientro graduale come quello di Nunn nel 2022/23 non è sufficiente a garantirgli un’estensione: nello scambio che porta Rui Hachimura in California, a gennaio 2023 passa agli Washington Wizards. 31 partite nella Capitale, in un contesto decisamente più "morbido", sono sufficienti a far scattare la scintilla "europea": tornare a essere protagonista, anche al di fuori dell'NBA, per non essere solamente "uno tra tanti".
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Dall'ottobre 2023 a oggi, quello che Kendrick Nunn ha saputo essere in Eurolega ha pochi eguali nella storia della competizione: uno dei pochissimi a dare l'impressione di "vincerla da solo" a proprio piacimento, con una particolare predilezione per le sfide dal maggiore peso specifico. Dopo la vittoria del 2024 e diverse possibilità di ripetersi anche nel 2025, il Panathinaikos di coach Ataman pare l'unica squadra di Eurolega - al pari, forse, dei "cugini" dell'Olympiacos - in grado di mantenere lo stesso nucleo di stelle per diverse stagioni consecutive.
Nonostante l'infortunio al perone, il primo rinnovo pluriennale annunciato è stato quello di Lessort, seguito a ruota dal rinnovo biennale di Juancho Hernangomez. Tutta Europa spera che siano sufficienti queste firma a far arrivare anche quella di Nunn: in NBA, considerato lo status guadagnato in questa stagione e mezzo, le proposte economiche sarebbero probabilmente più ricche, e il giocatore non ha mai chiuso definitivamente le porte a un ritorno negli Stati Uniti.
Queste, quindi, le alternative: il conto in banca e la maggiore vicinanza agli affetti famigliari da una parte; l'esaltazione per essere considerato l'uomo copertina e i privilegi derivati dall'essere la stella del Panathinaikos, e non un una qualsiasi squadra NBA, dall'altra. Quale sarà la direzione imboccata da Kendrick Nunn?