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SUPERCOPPA

Le pagelle: Dimitrijevic-Nebo top. Shengelia-Polonara non bastano

Il punto esclamativo di Bolmaro nel supplementare decide la finale di Supercoppa, Clyburn e Belinelli non vivono una gran serata al tiro

22 Set 2024 - 23:23
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Il 98-96 dopo un tempo supplementare con cui Milano conquista la Frecciarossa Supercoppa 2024 è arrivato al termine di grandi prestazioni e performance sotto tono da parte di molti protagonisti. I leader dell'Olimpia si sono alla lunga imposti su quelli della Virtus Bologna, con una menzione particolare per i nuovi arrivi. Ecco le nostre pagelle.

OLIMPIA MILANO

Dimitrijevic 8: la partenza in sordina è solo apparente: poco ritmo al tiro, ma carica di falli Hackett e Pajola. Le letture dal palleggio e alcuni fischi guadagnati sono da veterano consumato, la leadership che dimostra in campo e anche fuori nel tenere i compagni all'erta pure. La serie di triple a respingere ogni tentativo di ripartenza virtussina porta quasi interamente la sua firma, mentre nel supplementare lascia la ribalta ai compagni.

Bortolani ne

Tonut 6: la prima azione è un'esecuzione perfetta in uscita dal timeout, il resto dei primi due quarti è invece di grande sofferenza. 2 palle perse e la sensazione della solita esplosività, però ben arginata dalla difesa di Banchi. Presente sul parquet nel supplementare per "coprire" uno Shields con 4 falli. Si fa sentire a rimbalzo: ne cattura 9, come Nebo. 

Bolmaro 7: un flash prima dell'intervallo non è sufficiente a illuminare un approccio ancora annebbiato, così come nella semifinale con Venezia. Contro una difesa che gli concede tanto spazio dall'arco, quando decide di creare per sé non è quasi mai una buona idea, molto meglio invece nell'accorgersi dei movimenti dei compagni. Il quarto quarto e il supplementare, coi 5 punti conclusivi del match, ribaltano però il giudizio.

LeDay 6.5: perde l'iniziale confronto tra i 4 energici dalla panca con Polonara, si riscopre 5 di un quintetto da corsa e tiro nella ripresa. Tripla dal peso specifico del piombo nel supplementare, di puro status.

Ricci 5.5: le retine o i ferri colti con le triple sugli scarichi fanno tutta la differenza del mondo tra un Pippo sostenibile come 3 di alto livello. La serata della Unipol Arena inizia bene da questo punto di vista, ma si trasforma subito in estremamente difficile. Molto meglio quando impiegato da 4 nel quintetto piccolo con LeDay unico lungo.

Flaccadori 5: coinvolto in difesa più sulla palla e non lontano come con le guardie della Reyer, l'ex Bayern paga in termini di impatto. Non impensierisce nemmeno Morgan in attacco, permettendo a Banchi di "nasconderlo" nella metà campo difensiva e sfruttarlo dall'altra parte. Diversi tiri aperti sputati dal ferro sono la fotografia della serata.

Diop 5: la "febbre" del sabato sera con Venezia, macchiato da due falli immediati dopo l'ingresso in campo, non è passata alla domenica. -8 di +/- in 5' nel primo tempo dice molto sul non-impatto di Ousmane in questo weekend di Supercoppa.

Caruso ne

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Shields 6.5: il parziale rientro di Milano nel secondo quarto è targato danese, ma l'1/4 dall'arco nel primo tempo è tra i fattori che segnano la differenza con la Virtus. Nella ripresa è migliore nel cercare Polonara e attaccarlo sui cambi, ma non è lui a dominare la scena tra finale di 4Q e supplementare.

Nebo 8: così come la Reyer, anche la Virtus decide di concedergli il push shot da centro area e lui ringrazia: 5/6 dal campo nel primo tempo - unico errore una schiacciata sbagliata... A protezione del proprio canestro costringe subito la Virtus a evitare di fare conoscenza dei suoi tempi di salto e lunghezza di braccia, in attacco è una presenza perpetua nei pressi del ferro come nel caso del tap-in dell'84 pari. Il supplementare peggiora addirittura, nel confronto anche verbale con i bianconeri, una prestazione dominante.

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Mirotic 6.5: gara a due facce. Dopo un primo tempo dal peggior linguaggio del corpo possibile, l'inizio di terzo quarto fa sperare in un ispano-montenegrino più coinvolto: 5 punti in fila riportano Milano a contatto, alla fine ne segna 18 solo nella ripresa. Il quinto fallo con cui si sacrifica nel finale punto a punto è esemplificativo di quanto sia emotivamente dentro il gruppo di Messina.

Messina 6.5: se il 2/13 da 3 a metà partita non può essere imputabile unicamente alle scelte che il suo attacco prende, forse i 2 falli di squadra nel secondo quarto lo sono già di più: la scelta di cambiare così tanto sui blocchi virtussini dovrebbe essere accompagnata da un'aggressività più costante sulla palla, anche a costo di spendere qualche fischio in più. Nella ripresa sceglie opportunamente di "seguire" i quintetti piccoli della Virtus, scontrandosi solo sulle cattive percentuali sui tiri aperti dei suoi esterni.

VIRTUS BOLOGNA

Pajola 5: l'ingresso dalla panchina non giova alla gestione dei ritmi della gara di Pajo. Alle promettenti responsabilità offensive - 3 tiri presi nei primi minuti sul parquet - risponde infatti una difesa fin troppo energica e intensa. In panchina da metà 3Q fino a metà supplementare.

Clyburn 6: è chiaro sin da subito che la serata al tiro non è delle migliori (4/10 dal campo all'intervallo), quindi riesce a rendersi utile in ogni altro settore di gioco. L'asticella dell’intensità difensiva su Shields è innalzata, l'equilibrio nei vari quintetti in cui è incluso passa anche dai suoi assist (3 nei primi 20'). Anche in una ripresa dai toni inferiori, l'impressione è che non esca mai realmente dalla contesa. Il tiro che avrebbe regalato la Supercoppa sulla sirena pesa, a posteriori, come un macigno.

Belinelli 4.5: come giudicare altrimenti un tiratore titolare con tante triple segnate nei primi 17' di utilizzo quanti falli tecnici accumulati per proteste? Non si può pretendere altro da un giocatore con appena qualche minuto di allenamento nelle gambe prima dell'esordio ufficiale, ma Beli ha dimostrato in altre occasioni di rendersi utile anche in condizioni tutt'altro che perfette.

Shengelia 7.5: in una struttura che lo vede molto più realizzatore rispetto al creatore che è stato nel 2023/24, il georgiano risponde comunque presente contro i cambi di Milano. Con l'aggiunta anche di qualche conclusione dalla media e dalla lunga, il confronto diretto con Mirotic ha un solo chiaro vincitore, ed è l'ex CSKA e Baskonia. Risorsa pressoché totale.

Hackett 5: prova a mettere sabbia negli ingranaggi di Dimitrijevic e Bolmaro, ma al primo fallo è richiamato in panchina. Nel corso della gara non riesce mai ad adattarsi al metro arbitrale, incidendo poco sull'andamento della finale sino al canestro del 79 pari.

Morgan 6.5: iniziando contro una difesa milanese priva di Nebo, l'indicazione è quella di attaccare il ferro appena possibile, e l'ex London Lions esegue con efficacia. Silente nei quarti centrali, è lui uno dei virtussini più rapidi a rispondere alle spallate di Dimitrijevic - la rubata a Shields in contropiede è una chicca. Nel concitato finale è lui a prendersi tante responsabilità, compreso un impensabile rimbalzo sull'errore di Shields, ma nel supplementare non riesce a creare alcuna situazione positiva palla in mano.

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Polonara 8: la tripla del primo vero "massimo vantaggio" Virtus (+13 a metà secondo quarto) è il simbolo dell'impatto di Achi dalla panchina. Nella ripresa sono un paio di troppo le triple rifiutate nel momento più teso della gara: l'essere puntualmente individuato come bersaglio per gli isolamenti dell'Olimpia non aiuterà la sua carrellata di highlights personali, ma la stoppata su Dimitrijevic e il semigancio del sorpasso a fine 4Q sono una fantastica ciliegina sulla torta. Il supplementare sarebbe il suo regno, tra stoppate e triple, se solo dall'altra parte non alzassero il livello tutti i big dell'Olimpia.

Diouf 6: vederlo attaccare dal palleggio da quell'altezza la dice lunga sul potenziale e sulla personalità di Momo, ma l'accoppiamento coi lunghi di Milano e di Eurolega non permetterà molte apparizioni in campo in contesti come questo. Ottimi segnali in ottica LBA.

Zizic 7: finalizzatore efficace, rimbalzista sotto entrambi i canestri, lettura delle scelte delle guardie avversarie in difesa: il 6+7 all'intervallo simboleggia un confronto con Nebo in cui non sfigura per nulla. La ricerca di una migliore circolazione offensiva nel 3Q pregiudica la sua presenza in campo nella ripresa.  

Akele ne

Tucker 5.5: scalda la Unipol Arena con le prime due triple della gara, poi pasticcia molto in attacco sugli spazi concessi dalla difesa milanese. Sempre alta l'energia in difesa, a volte pure troppa, ma immaginarlo come uno dei futuri beniamini del tifo bianconero non è complicato. La serata si conclude però negativamente, con un impatto nel supplementare rivedibile.

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Banchi 6.5: ottimo per due quarti a disegnare un attacco che possa trovare le zone di campo non raggiungibili da Nebo, ritrova l'assetto con Shengelia da 5 per tamponare l'ennesimo terzo quarto funesto della sua esperienza in Virtus. Viste le condizioni di "emergenza" alla palla a due e alle condizioni dei veterani, attendersi di più era francamente impossibile. Però il numero di vantaggi "sprecati" nel corso della serata aumenta il rimpianto.

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