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Poeta da record, campione d'inverno al debutto: "Ho scoperto che allenare mi piace troppo"

Il coach della Germani ha chiuso l'andata in testa: prima di lui Pianigiani, Scariolo e Rusconi. "Primato arrivato pensando una gara per volta"

14 Gen 2025 - 09:30
 © IPA

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La gioia per aver chiuso la prima parte di regular season davanti a tutti è ancora fresca negli occhi di Peppe Poeta.

Prima di lui solo Rusconi, Scariolo e Pianigiani erano riusciti a laurearsi campioni d'inverno da debuttanti. La vittoria con Trento, che lo porta direttamente nel record, è dietro l'angolo e il coach ha raccontato le sue emozioni nell'intervista di Piero Guerrini pubblicata su Tuttosport: "Sono in ottima compagnia, immeritata".

Un risultato inatteso, anche per la stessa Brescia.

"Non potevo aspettarmelo nemmeno nelle più rosee immaginazioni. Il primato è arrivato pensando a una partita per volta. Una cosa d'insieme, squadra e staff tecnico, a cominciare dall'assistente Matteo Cotelli. Il presidente Mauro Ferrari non mi ha mai fatto sentire un esordiente. E grazie ai ragazzi, che mi hanno aiutato tanto".

Ancor più straordinario pensare che questo traguardo è arrivato dopo un profondo rinnovamento che, secondo alcuni, aveva abbassato il talento della squadra.

"Sono arrivati ragazzi speciali, che si allenano in modo incredibile, con grande senso di responsabilità. Abbiamo scelto Ivanovic partendo dalla consapevolezza di avere un attaccante d'elite come Della Valle, che associa al talento un grande QI cestistico. Lo stesso che Ivanovic abbina a un bel passo. Con Bilan parlano la stessa lingua, sono i miei tre creatori di gioco".

Una crescita, forse, facilitata dall'assenza di impegni nelle coppe.

"Dovrei avere la controprova. Per la mia esperienza da giocatore e assistente, le coppe da una parte tolgono e dall'altra danno. Forse, non essendo giovani, ci preserva un po' di freschezza".

Poeta che ha preferito la panchina al percorso da dirigente verso cui sembrava avviato.

"La transizione da assistente mi ha appassionato tanto. Avevo sottovalutato il fatto che vivo per la condivisione e l'allenatore vive con lo spogliatoio e lo staff. Mi piace troppo".

Portandosi dietro tutte le sue esperienze da giocatore.

"Ho avuto la fortuna di giocare in tutte le categorie, con diverse responsabilità, e di essere allenato dai migliori. Basta ricordarne alcuni come Messina, Scariolo, Banchi e Pianigiani. Prendo un po' da tutti quelli con cui sono stato a contatto, ma seguendo il mio carattere e le mie attitudini. Se provi a essere qualcun altro, non sei credibile".

Con un'idea di basket già ben precisa in testa, da trasferire ai suoi ragazzi.

"Mi piace una pallacanestro veloce, dinamica, con gerarchie chiare. Bado alla difesa, certo: mi piace l'idea di fare cambio su tutti in determinate condizioni. So bene che senza difesa non si vince. Ma penso pure che nel basket moderno si è invertita la tendenza: ora i giocatori difendono meglio se coinvolti in attacco. Mi piace l'idea che il gioco sia dei giocatori: sono io che devo adattarmi alle loro caratteristiche e provare a cucire un vestito su misura per loro. Più sul piano emotivo che tecnico: responsabilizzando, dando fiducia".

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