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Polonara rianima la Virtus: "Voglio lo scudetto, con questa maglia sarebbe bellissimo"

L'ala di Bologna va oltre la delusione per la Final Eight: "È bastato guardarci, sappiamo di dover reagire. Il gap con Milano non è così elevato"

21 Feb 2025 - 10:50
 © IPA

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Bologna prova a rialzarsi dopo la brutta sconfitta con Milano nei quarti di Final Eight di Coppa Italia. Per farlo, si aggrappa anche all'energia contagiosa di Achille Polonara, che si è raccontato ad Alessandro Gallo in un'intervista pubblicata da "il Resto del Carlino".

ALL IN SCUDETTO

"Resta solo lo scudetto, un trofeo che ho perso diverse volte. Credo che tra noi e Milano, visto che le ultime finali sono state queste, il gap non sia così elevato. Uno scudetto viene deciso dai dettagli, conto che questo sia l'anno buono. A Torino non è stata la nostra partita migliore: loro sono partiti subito con aggressività e noi non ci siamo più rialzati. Ci siamo sfaldati e a quel punto era difficile recuperare. Continuo a pensare che ci saranno tante partite con Milano: dobbiamo studiarli, per capire meglio i loro punti deboli e i nostri punti di forza. Il tricolore finora mi è sfuggito, ma voglio prenderlo, prima o poi. Farlo con questa maglia addosso sarebbe ancora più bello".

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RIPARTENZA

"Sappiamo di dover reagire come squadra, non provando a risolvere una partita individualmente. Non c'è stato bisogno di parlarsi, bastava guardarsi negli occhi. Siamo una squadra matura, sappiamo quali sono stati gli errori e sappiamo come cambiare. Più che le parole, servono gli sguardi".

EUROLEGA

"Le speranze sono ridotte al minimo, forse sono inesistenti. Ma cercheremo di vincere: per rispetto della maglia, dei tifosi e di noi stessi. Nessuno ci sta a perdere. Rispetto a un anno fa è cambiata la squadra ed è cambiato qualche finale. Poi ci sono stati gli infortuni. Senza dimenticare che all'inizio eravamo senza Cacok e Grazulis. E adesso siamo andati avanti senza Clyburn e Zizic".

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LA MALATTIA

"Mi ritengo fortunato, ne sono uscito e ho scoperto tanti amici. Il mio primo pensiero è stata la paura di morire. Fino al giorno prima stavo bene, poi scopro un problema oncologico e mi spavento. Quando mi spiegano che posso guarire, nasce un'altra paura: amo il basket e ho pensato che la mia carriera potesse essere finita. Se sono qui lo devo alla mia famiglia, che non mi ha lasciato solo, alla società che mi è stata vicina e a tante persone che ho scoperto amiche".

IVANOVIC

"Ha grande esperienza. Lo conoscevo dai tempi del Baskonia. Mi sono trovato bene allora, mi sto trovando bene adesso. Mi sembra che la squadra stia anche giocando meglio".

NAZIONALE

"Non sono deluso, il Poz è stato molto franco. Mi ha chiamato e mi ha spiegato qual era il principio. Siamo già qualificati e ha detto di voler vedere all'opera qualche altro ragazzo. Prima o poi ci sarà il cambio generazionale. Con il ct c'è sempre stato un buon rapporto".

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