L'assenza di Toko e il rapporto col coach montenegrino sta regalando a Bologna la miglior versione di Achille, confermata dai record stagionali con ASVEL e Scafati
© IPA
Tra tutte le risalite di rendimento in casa Virtus Bologna dall'arrivo di Ivanovic sulla panchina bianconera, da Will Clyburn a Rayjon Tucker e Matt Morgan, quella di Achille Polonara era quella più "scontata". Basta riavvolgere il nastro al dicembre 2023: alla vigilia di Virtus-Baskonia, il #33 aveva parlato di Dusko come "un allenatore importantissimo, che mi ha dato fiducia e grande responsabilità. Mi ha fatto crescere tanto sia come persona che come giocatore".
© IPA
Un legame, quello tra Achi e il nuovo coach delle Vu nere, consolidato nel biennio proprio a Baskonia (2019-21): una prima stagione dall'impiego limitato in Europa ma da protagonista fondamentale nella storica vittoria in ACB, una seconda regular season di Eurolega con cifre mai più registrate da Polonara nella competizione (29' abbondanti a sera, 12.2 punti col 57.2% da 2 e il 44.3% da 3, 6.6 rimbalzi e 2 assist di media). Non è un caso che fosse la presenza di Ivanovic alla guida della Stella Rossa 2022/23 a far pensare che Polonara, dopo le deludenti esperienze a Istanbul tra Fenerbahce ed Efes, potesse trasferirsi a stagione in corso a Belgrado e non, come poi avvenne, allo Zalgiris di Trinchieri.
© IPA
Un lungo sfiorarsi, quindi, per poi riprendersi in maniera inaspettata alla Virtus Bologna nel novembre 2024. Altrettanto imprevista è stata l'evoluzione del minutaggio di Polonara nelle prime 7 gare gestite da Ivanovic tra LBA ed Eurolega: dai 4' nell'esordio europeo (trasferta a Baskonia, ennesimo scherzo del destino) ai 26' con l'ASVEL. Tutto molto più comprensibile se si include il terzo vertice di questo triangolo, ossia Shengelia: l'ulcera del georgiano ha liberato tanto spazio nelle rotazioni tra ali grandi e centri virtussini, con Polonara sempre più coinvolto.
© IPA
La presenza di Toko nell'universo Polonara-Ivanovic ha sempre creato un turbamento: i pochi minuti di Achille nel 2019/20 erano dovuti alla dominante presenza del 33enne di Tbilisi (MVP del Round 4 e 6), i tanti del 2020/21 favoriti dalla partenza di Shengelia in direzione Mosca. Allo stesso modo, la "falsa partenza" di Vitoria (in carriera, Polonara aveva giocato meno dei 4'26" contro il Baskonia solo nella serata di grazia di Clyburn contro il Partizan) ha portato ai massimi in stagione di Polonara - 17 punti, 9 rimbalzi e 3 assist con l'ASVEL; mai tanti rimbalzi e assist nella Serie A 2024/25 come i 9 e i 3 contro la Givova di domenica scorsa - senza Toko a disposizione.
Se i due devono essere uno la riserva dell'altro, nel sistema di Ivanovic, la storia ha sin qui dimostrato che l'apporto di Polonara con minutaggio limitato non riproduce gli stessi vantaggi in termini di spaziature e rimbalzo offensivo. Nella Virtus di Ivanovic, oltre alla "grande positività" portata dal coach, non si è ancora potuta immaginare la situazione che era culminata con la vittoria della Liga nella bolla de La Fonteta di Valencia: tanti minuti di partita, compresi tutti quelli decisivi, con Polonara e Shengelia contemporaneamente in campo, intercambiabili nel riempire l'area in difesa e aprirla in attacco.
© IPA
In attesa di capire se e quando questo scenario si ripeterà in Virtus (non sono state ancora comunicate ufficialmente le condizioni di Shengelia in vista della trasferta di Eurolega col Panathinaikos di domani e di quella in LBA con Reggio Emilia di domenica sera), la speranza della Bologna bianconera è ora quella di gustarsi l'Achille Polonara più continuo dal suo arrivo a Basket City nell'estate 2023. E, con la presenza di Dusko Ivanovic, la fiducia è ben riposta.