Intervistato su La Tribuna insieme a Francesco Pellegrino, il lungo della Virtus Segafredo Bologna è tornato sul superamento del tumore ai testicoli: "La prima cosa che ho chiesto ai dottori è se ci fosse pericolo di morte. Poi volevo capire se sarei potuto tornare a giocare a basket. Mi sentivo bene, in 32 anni non avevo mai avuto un intervento chirurgico e non riuscivo a pensare alla vita senza il basket. Per fortuna i medici mi confermarono che sarei potuto guarire e tornare sul parquet. A quel punto non dico che è stata una passeggiata, ma quasi. Sono una persona molto ottimista, quando sentii quelle risposte fu un vero sollievo. Ricordi di Pellegrino? Non ci siamo mai affrontati, ma ho sempre seguito la sua carriera sportiva. Devo essere sincero, non sapevo che anche lui avesse avuto la mia stessa malattia. Questo ci dà lo spunto per lanciare un appello a chi ci legge: meglio un controllo in più che uno in meno. Gli uomini magari pensano che tanto non capiterà mai a loro. Le donne sono più consapevoli del loro corpo tramite l'autopalpazione al seno. Noi facendo la stessa cosa con i testicoli possiamo facilmente capire se c'è qualcosa che non va, e agire subito prima che la situazione si faccia più seria".