A 6 giorni dai 45 punti segnati con la Virtus e a poche ore dalla morte della madre di "Manimal", la risposta collettiva del gruppo di Priftis è stata grande
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Il coach dell'UnaHotels Reggio Emilia ha definito l'87-78 sull'EA7 Emporio Armani Milano "una giornata strana, una gara strana". Una scelta paradossale, considerato quanto il confronto coi Campioni d'Italia in carica avesse caricato l'ambiente nei giorni precedenti, anche grazie alle parole di capitan Vitali ai microfoni di SportMediaset.
Reggio Emilia si è trovata a vivere, per diversi motivi, un paio di settimane tra le più altalenanti della stagione: sconfitta casalinga con Venezia, in uno scontro diretto per gli ultimi posti Playoff di LBA; due giorni dopo, la vittoria decisiva col Pektimspor, che ha regalato alla Reggiana l'accesso ai primi quarti di finale della propria storia in Basketball Champions League (gara1 a Malaga si giocherà mercoledì 9, palla a due alle 20); nel 24° turno di LBA, la peggior prestazione per rendimento e atteggiamento dell'anno, coi biancorossi incapaci di rispondere alla fisicità della Virtus nel derby emiliano; alla vigilia della sfida con l'Olimpia, la notizia della morte della madre di Kenneth Faried.
La Reggiana non poteva rispondere in maniera più fedele alla propria natura, contro una Milano nel periodo più complicato dell'ultimo triennio: ha risposto di squadra. Decisivo è stato l'apporto degli uomini usciti dalla panchina (31-10 il saldo dei punti realizzati dai non titolari nel confronto col "poco equilibrio" delle rotazioni milanesi).
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Decisivi sono stati gli apporti di Winston e Barford, autori di un 2/14 dal campo complessivo contro la Virtus (Cassius con l'attenuante di una scavigliata, Jaylen con una selezione di tiro tra le più cervellotiche mai viste in canotta UnaHotels) e rialzatisi con 42 punti in coppia contro la porosa difesa perimetrale dell'Olimpia; decisiva è stata la sterzata data specialmente a fine primo quarto, dopo il 9-20 iniziale firmato Mirotic-Brooks, dai veterani dalla panchina.
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Dedicarsi ai canestri di Jamar Smith sarebbe però riduttivo. Il volto copertina della serata del PalaBigi, suo malgrado, rimarrà Kenneth Faried: in lacrime alla sirena finale, in volo nella giornata di oggi verso gli Stati Uniti per ricongiungersi alla famiglia, il 35enne del New Jersey è stato lo stesso Manimal di sempre, nonostante avesse tutti i motivi per non riuscire a esserlo. Ancor più degli 11 punti (5/7 da 2, 1/1 ai liberi), 9 rimbalzi e 1 stoppata in 21', l'impatto determinante dell'ex compagno di Gallinari in NBA (+12 di plus/minus, secondo solo al +15 di Uglietti) è stato nella consueta energia espressa sul parquet.
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Un atteggiamento, quello del centro di coach Priftis, in linea con la solidità e lo sforzo che la Reggiana ha eletto come propri marchi di fabbrica in stagione. Un approccio di fronte al quale nemmeno Ettore Messina, sconfitto di giornata, ha potuto esimersi dall'elogiare: "Faried ha giocato una gran partita, tra l’altro in un momento molto difficile della sua vita. Gliel'ho detto quando sono andato a salutarlo, non sapevo che era successa questa cosa triste. Bellissimo vedere un veterano NBA arrivare in Italia e giocare con questo tipo di atteggiamento, di grinta, di carica".
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Grazie alle contemporanee sconfitte di Tortona e Venezia con le capolista di LBA, Reggio Emilia è tornata a mettere una vittoria di distanza tra sé (15 vittorie e 10 sconfitte) e la prima squadra eliminata dalla contesa per i Playoff (al momento la Bertram, dietro alla Reyer per scontri diretti sfavorevoli nonostante siano entrambe a quota 14 vittorie). Il ribaltamento della differenza canestri con l'Olimpia Milano stessa (+7, dopo il 108-106 dell'Unipol Forum della gara di andata) autorizza anche a sognare un aggancio al 6° posto, ma la concentrazione emiliana si rivolgerà ora a un appuntamento storico: pur senza Faried, la trasferta al Martín Carpena di Malaga potrebbe essere un altro tassello per ripercorrere le orme dell'EuroChallenge 2014. E la Reggiana, almeno sul parquet, ci arriva nella maniera migliore.
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