Sul -16 nel 2Q, ripresa sulla sirena da Tyus, dominante nel supplementare contro una Varese sfinita: Trapani può gioire trascinata dal suo play (28 punti)
© Ciamillo-Castoria
Considerando l'intera stagione in corso di Serie A in corso e non questo periodo nello specifico, una vittoria casalinga di Trapani Shark sull'Openjobmetis Varese non dovrebbe assumere così grande significato. La 4ª in classifica che supera la 14ª è nell'ordine delle cose, ma il 106-93 con cui i siciliani hanno avuto ragione dei lombardi dopo un temo supplementare vale molto di più di quanto non dica il tabellino finale.
Un Pala Shark in parziale e silenziosa contestazione, l'incontro tra dirigenza e staff tecnico al rientro dalla sosta per le Nazionali che ha portato a modifiche di strategia e roster - Pleiss passato in prestito al Panathinaikos, Gabe Brown esteso fino al termine della stagione -, gli strascichi emotivi e atletici che le 3 settimane successive alle sconfitte con Cremona (LBA) e Trieste (Frecciarossa Final Eight) hanno inevitabilmente portato con sé, i soli 2 allenamenti al completo che il gruppo di coach Jasmin Repesa ha potuto organizzare alla chiusura della finestra FIBA (4 i coinvolti: Rossato con Italbasket, Alibegovic con la Bosnia, Eboua col Camerun e Yeboah con la Gran Bretagna): dire che Trapani fosse lontana dalle condizioni ideali sarebbe persino riduttivo.
Di fronte, per di più, una Varese ulteriormente compattata dall'arrivo di coach Kastritis, capace di approcciare la gara sulla scia di due settimane vissute ad assorbire i nuovi dettami tecnici, era sulla carta il peggior avversario possibile, forse dietro solo all'eroica Pistoia: per due volte sul +16 nel 2Q (23-39 e 34-50), i lombardi sono valsi ben più della graduatoria attuale.
Nel momento di maggiore emergenza della stagione, anche valutando il prolungamento dei risultati negativi, Trapani ha risposto da grande squadra quale è, quale ha dimostrato di essere per i primi 3 mesi di stagione e quale potrà tornare con la scossa ricevuta nel 20° turno di LBA. Lo ha fatto affidandosi principalmente agli uomini contro cui Varese aveva semplicemente meno risorse da opporre: ali piccole (38 di valutazione combinato tra Yeboah e Petrucelli) e, soprattutto, playmaker.
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Se la prestazione di JD Notae (19 punti in 23', 7/10 al tiro) è cresciuta a dismisura nel corso della serata - 4 palle perse nei primi due quarti e, in generale, la conferma di rendere molto più da guardia che non da play -, quella di Justin Robinson si è mantenuta sempre su altissimi livelli, eccezion fatta per il fallo tecnico nel finale dei regolamentari in cui Trapani ha "fatto di tutto per buttare una partita già vinta". Per il 27enne della Virginia, tornato fortunatamente in condizioni fisiche accettabili dopo gli acciacchi contro Cremona e Trieste, massimo stagionale per punti (28) e, soprattutto, falli subiti (13) e tiri liberi tentati (18 dei 44 fischiati in favore dei granata, 17 dei quali realizzati): la combinazione di stazza ed esplosività non ha trovato corpi varesini che potessero contenerlo, ritornando a essere la "testa del serpente" in grado di muovere tutto l'attacco trapanese.
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13 dei 17 punti granata nel supplementare, tra triple dal palleggio e penetrazioni concluse con viaggi in lunetta, hanno portato la firma dell'ex Breogán. Una maniera anche sporca, "brutta", per tornare alla vittoria dopo 3 sconfitte consecutive tra LBA e Coppa Italia. Trapani riparte, guidata da Justin Robinson.
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