La rivoluzione dell'ultima LBA è un lontano ricordo: il coach argentino guida un roster con punte di talento superiori alla zona salvezza
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Da coach Sacripanti a Matteo Boniciolli. Dall'affidarsi mani e piedi a David Logan all'accettazione del ritiro della guardia da Chicago a inizio febbraio, passando per i quasi tre mesi vintage di Janis Strelnieks e uno scontro non indifferente tra il presidente Longobardi e alcuni organi di stampa. La Givova Scafati ha deciso di fare tabula rasa di ciò che è successo nel 2023/24, con un'unica e notevole eccezione.
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"Vista e considerata la bontà del progetto, i grandi colpi del presidente e la serietà con cui so che si lavora a Scafati non potevo che tornare in quella che è ormai la mia seconda casa": le parole di Kruize Pinkins, comunicando il rinnovo di contratto, risuonano come l'unica nota in comune tra la Scafati che fu e quella che sarà. Tutto il contorno, tra compagni e staff tecnico, presenterà volti e caratteristiche differenti, col 31enne di Marianna, Florida a fungere da motore tecnico nel pitturato ed emotivo nello spogliatoio.
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Risolto in anticipo il biennale che legava i gialloblù ad Alessandro Gentile, Scafati è partita a ricostruire ovviamente dallo staff tecnico. Dopo alcuni accostamenti a profili provenienti direttamente dalla LBA - Nicola Brienza su tutti - la scelta è ricaduta su Marcelo Nicola: rimasto senza panchina dopo la duplice salvezza con Treviso, l'argentino non ha riscosso lo stesso credito maturato negli anni da giocatore al PalaVerde e ha immediatamente sottolineato la "voglia" di riscuotere di nuovo successi nel panorama di LBA.
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Rinunciando alla formula 6+6 tentata nella passata stagione e strutturandosi su un più canonico 5+5, sono ancora la motivazione, la personalità e la grinta i concetti su cui coach Nicola ha insistito nell'individuare i profili che costituiranno l'ossatura di Scafati. Concetti che potrebbero essere considerati vuoti, ma che analizzando il roster uniscono elementi dalle caratteristiche peculiari. Sotto canestro, l'energia di Scott Ulaneo e la protezione del ferro di Amida Brimah, miglior stoppatore della storia di G League (2 di media a partita anche nel 2023/24 coi Grand Rapids Gold).
A fare la spola tra l'ala grande - soprattutto nei minuti senza Pinkins - e il perimetro, la miglior power forward dell'ultimo campionato ungherese Sage Tolbert è chiamata a riconvertire l'atletismo mostrato al Kormend in un contesto più fisico e competitivo. Dalla panchina e per garantire spaziature, Riccardo Miaschi e Levan Babilodze (georgiano con già 4 stagioni in Italia alle spalle tra giovanili, A2 e B) avranno l'occasione di mostrare di valere finalmente la massima categoria. A fare le veci di capitan Rossato, trasferitosi a inizio mercato a Trapani, ci sarà Alessandro Zanelli, ex capitano di Treviso, a imprimere mentalità difensiva al reparto guardie.
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Quasi tutti i possessi offensivi passeranno tuttavia dal trio Mason-Gray-Stewart. Sarà interessante determinare gli equilibri e l'alternanza dei tre, che per motivazioni difensive e di circolazione del pallone difficilmente potranno condividere troppo il parquet.
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Mason per concludere al ferro, Gray dalla media e Stewart dall'arco sono tre portatori di palla di assoluto livello per gestire i movimenti dei compagni attorno a sé: se i primi due saranno matricole di LBA - per quanto dal pedigree considerevole (Mason, prodotto di Kansas, con 4 stagioni NBA alle spalle; Gray, MVP delle Finals di EuroCup 2021, sarà alla sesta stagione consecutiva in Europa) -, l'ultima stagione in Israele ha fatto apprezzare uno Stewart più performante palla in mano rispetto a quanto mostrato nel 2022/23 a Napoli.
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I dubbi della vigilia potrebbero risiedere soprattutto nella difesa sul perimetro, dove Zanelli rischia di essere l'unico a sgravare Brimah di compiti in aiuto. Il diktat di coach Nicola, però, si riferisce soprattutto a questa metà del campo. Perché personalità e grinta potranno sembrare parole gettate al vento, ma saranno quelle che potranno portare la Givova Scafati oltre i propri limiti.
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