Trombosi venosa profonda per il fenomeno dei San Antonio: di cosa si tratta, come si cura, i precedenti
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Victor Wembanyama, stella dei San Antonio Spurs e fenomeno dell'NBA, salterà il resto della stagione dopo che gli è stato diagnosticato un coagulo di sangue - trombosi venosa profonda - nella spalla destra. Un durissimo colpo per la franchigia del Texas, in piena corsa per un posto nei playoff della Western Conference, e una doccia gelata per gli appassionati di basket di tutto il mondo. La patologia è stata diagnosticata questa settimana dopo il ritorno di Wembanyama dall'All-Star Game. Per San Antonio è una pessima notizia, che arriva circa tre mesi e mezzo dopo che l'allenatore, Gregg Popovich, è stato colpito da un ictus. La trombosi è quasi sempre trattata con farmaci anticoagulanti, che in genere precludono al giocatore la possibilità di partecipare a sport di contatto come la pallacanestro.
Wembanyama, 2 metri e 24 centimetri d'altezza, è stato Rookie of the Year nella stagione precedente ed era il favorito per il titolo di Defensive Player of the Year in questa. A oggi ha realizzato 403 tiri da tre punti e 176 stoppate: nessun giocatore nella storia dell'NBA ha mai concluso una stagione sommando questi numeri, e Wembanyama ci era riuscito entro la pausa per l'All-Star. Fin qui ha raccolto 24.3 punti, 11 rimbalzi, 3.8 stoppate e 3.7 assist, medie registrate solo da Kareem Abdul-Jabbar nel 1975/76.
Casi del genere hanno colpito altri giocatori dell'NBA, tra cui l'ormai ritirato Hall of Famer Chris Bosh, la cui carriera è stata interrotta dopo che gli è stato diagnosticato un coagulo di sangue. Alcuni atleti sono tornati, a volte meglio di prima, dopo aver avuto a che fare con i coaguli di sangue. A Serena Williams è stato diagnosticato il problema noto come embolia polmonare nel 2011, e quando è tornata era di nuovo la tennista femminile dominante al mondo. “La cosa più spaventosa che abbia mai vissuto”, ha detto Williams mesi dopo il suo ritorno.