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Spissu: "Pozzecco mi ha consacrato, sono nel pieno della maturità"

05 Feb 2025 - 15:00
 © IPA

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Parlando a La Nuova Sardegna in occasione del 30° compleanno, Marco Spissu (play Casademont Zaragoza e Italbasket) ha raccontato della prima esperienza in carriera in Spagna e degli obiettivi a breve termine: "Amo il basket e giocare mi diverte ancora, altrimenti smetterei. Mi diverto da morire in allenamento e spesso anche in partita. Anche per il mio ruolo, che è quello di comandare la squadra, quando le cose riescono bene è bellissimo. I 30 anni? Fa un effetto strano, perché il tempo cestisticamente è volato. Sono nel pieno della maturità, riconosco le differenze rispetto al mio io ventenne. La carriera di un giocatore è breve, cerco di godermela al massimo, di trarre il meglio e di stare bene fisicamente. È ormai da tanti anni che mi prendo cura del mio corpo con grande attenzione. Uno step in più? Arrivare prima in palestra per fare stretching, entrare nella vasca ghiacciata a fine allenamento, curare l'alimentazione sono il mio pane quotidiano. D'estate non riposo mai. Noi sportivi dobbiamo curare alla perfezione il nostro corpo, che è la macchina della nostra vita. Sono sicuramente più maturo, ma mi sento sempre il ragazzino che andava a tirare al palazzetto e ad asciugare il campo durante le partite della Dinamo. Ho sempre cercato di sviluppare la mia leadership, un pezzo alla volta. Sassari? Gli ultimi anni sono stati fondamentali nella mia formazione mentale. Abbiamo vinto due trofei, siamo arrivati a gara7 di una finale scudetto. Ho imparato come si vince e come bisogna lavorare per arrivare a provare a vincere. La vita è fatta di sfide e io le ho sempre accettate, facendo salire ogni volta l'asticella. Il mio mood è sempre quello: rimboccarmi le maniche, lavorare, impegnarmi sempre di più. Ed è anche il motivo per il quale non ho mai accettato a lungo di stare in una "comfort zone". Incontri che mi hanno cambiato? A livello giovanile gli anni trascorsi con allenatori come Antonio Mura e Marco Rota hanno dato una svolta al mio percorso. Poi ci sono stati l'esordio in prima squadra con Meo Sacchetti e i tanti viaggi necessari per farmi le ossa, come Tortona e Bologna. Pozzecco? Mi ha consacrato, mi ha dato la chance di giocare play titolare a casa mia. Una cosa tutt'altro che facile, tra l'altro, ma la sua fiducia nei miei confronti è stata totale".

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