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Suigo: "Coach Messina? Non è un rapporto solo professionale"

21 Apr 2025 - 12:00

Intervistato dal Corriere della Sera, il classe 2007 dell'Olimpia Milano ha approfondito il rapporto coi "veterani" del gruppo biancorosso e le prospettive del futuro, tra Italia e Stati Uniti: "Modelli europei? Giannis Antetokounmpo e Victor Wembanyama: il massimo? Proprio loro. Andando un po' indietro, penso a Nowitzki. Loro sono completi, io devo lavorare sul palleggio. È un mio pensiero: per il tipo di giocatore che voglio diventare — un 4 o un 5 completo — è fondamentale migliorare da questo punto di vista. I 220 cm di altezza? Sono cresciuto costantemente. Ho trovato una foto scattata all'asilo, ero alto quasi come la maestra. In terza media sfioravo i due metri. Per il mio corpo è stata dura: mi sono dovuto fermare dai 7 ai 12 anni per un problema ai talloni. Gli occhi puntati addosso? Ci sono ormai abituato. Quando ero più piccolo mi pesava, ora non mi interessa più: il giudizio degli altri è relativo. E coach Messina mi dice di sfruttare meglio il mio corpo, di essere più consapevole di avere 220 cm a disposizione. Le relazioni coi compagni? Il coach mi dà fiducia e cerco di ricambiarla, si vede che ci tiene. Parliamo anche di argomenti che vanno al di fuori del basket, non è solo un rapporto professionale. Mentre tra i compagni considero Nikola Mirotic il mio mentore: spesso ci fermiamo dopo l'allenamento ad allenarci sul tiro, gli chiedo consigli. E poi Pippo Ricci, sempre molto disponibile. Il college? Una realtà totalmente diversa da quella europea, sotto tutti i punti di vista: strutture, organizzazione, approccio allo sport. La voglia di NCAA c'era già, semmai è aumentata. Diciamo che sono osservato con attenzione, è una prospettiva. Sogni? Preferisco concentrarmi su obiettivi concreti: penso a quest'estate, voglio provare a vincere l'oro con la Nazionale agli Europei Under 18: possiamo farcela".

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