Ecco perché Trapani può davvero lottare per lo scudetto

Nessuno segna quanto Trapani in LBA (92.4 punti: solo la Germani Brescia, se giocasse lo stesso numero di possessi della squadra di Repesa, ne farebbe di più). 6° miglior difesa per rendimento (110 punti subiti ogni 100 possessi), pur priva da un paio di turni di John Petrucelli e del suo impatto contro il miglior attaccante avversario. Nonostante le apparenze "anarchiche" di due guardie come Robinson e Notae, la miglior squadra sia nel gestire la circolazione offensiva e garantirsi il numero più alto di conclusioni possibili (12.7 palle perse ogni 100 attacchi giocati, dato più basso di tutto il campionato) che nel disturbare quella avversaria, grazie alla pressione portata ben oltre il perimetro anche dai lunghi (10.4 palle recuperate ogni 100 possessi difensivi, solo Sassari è capace di fare altrettanto).

Basterebbero i dati forniti da LBA e Hack-a-Stat per dipingere la solida realtà di Trapani, costruita coi sogni del presidente Antonini e la competenza cestistica dello staff guidato da coach Repesa. Se non fosse sufficiente nemmeno il 2° posto in classifica (8-2, anche se "facilitato" dal 2° calendario più facile della Serie A in base al bilancio di vittorie e sconfitte degli avversari affrontati sin qui) per comprenderlo, sono le ultime uscite con Cremona e Pistoia a fornire ulteriori spiegazioni.

Partite in emergenza, tra infortuni e aggiunte dell'ultimo minuto, in cui il rispetto dei punti cardine del piano partita non è stato costante per i 40' - o 45', visto il supplementare con la Vanoli -: anche quando Repesa "si costringe" a cambi punitivi per l'eccessivo protagonismo di qualcuno in attacco o letture difensive errate di altri (le lavate di capo a Robinson, Horton ed Eboua al PalaCarrara non verranno velocemente dimenticate dai diretti interessati...), Trapani dimostra la forza di affidarsi ai propri leader, carismatici ancor prima che tecnici. Pistoia rientra in un paio di casi sul -1 dopo che i siciliani avevano toccato anche il +21 (39-60)? Palla ad Alibegovic e Galloway, e tutto l'entusiasmo pistoiese svanisce di colpo.

Cosa manca a Trapani per guardare dritto negli occhi Virtus Bologna e Olimpia Milano, le uniche che non hanno potuto ancora mostrato tutto il potenziale a disposizione in LBA? Poco. Anche perché aver già vissuto un momento con l'infermeria piena così all'inizio della stagione, a livello di compattamento del gruppo e di sviluppo di dinamiche in caso di altri imprevisti più avanti, per arrivare "preparati" a ogni evenienza, è solo che positivo.

Le integrazioni a roster di Brown ed Eboua, arrivati da Varese e Cremona per tamponare le assenze tra ali e centri (Pleiss, Yeboah, Petrucelli), aggiungeranno ulteriore profondità a pieno regime. Le gambe di Robinson e Notae hanno pochi eguali in Italia, così come la capacità realizzativa di Galloway e la bidimensionalità di Alibegovic.

Avendo ormai conosciuto il modus operandi di Valerio Antonini, non è escluso che ci si fermi qui: il limite di tesseramenti previsto da LBA per una singola stagione è, per giocatori con contratto professionistico, 18. Di questi, al massimo 8 possono essere dotati di visto, in quanto extracomunitari: Trapani ha ancora un visto e 4 tesseramenti a disposizione (in LBA non sono previsti, come invece in A2, visti aggiuntivi in occasione dei playoff). Se in una serie al meglio delle 5 gare Olimpia e Virtus hanno ancora più esperienza e alternative, non è detto che il terzo weekend di febbraio, con gare secche, possa avvicinare i valori. L'appuntamento con la storia di Trapani, prima che con lo Scudetto, sarà quindi alla Inalpi Arena di Torino: già "solo" una Coppa Italia sarebbe memorabile.