A Venezia l'americano è tornato sui suoi livelli: 17 punti e una tripla pesantissima per tenere Trento sul piano più alto della classifica
di Raffaele Pappadà© IPA
17 punti per battere Venezia, in piena media: Anthony Lamb non è più una sorpresa. Con 16.7 punti a gara sta contribuendo in modo determinante alla corsa di Trento, ripresa a gran ritmo dopo il piccolo momento di difficoltà.
È il quarto miglior realizzatore del campionato, dietro a Gray, Hands e Olisevicius.
I dubbi su come avrebbe reagito al brutto infortunio subito in Nuova Zelanda (rottura del tendine d'Achille) sembrano lontanissimi: l'ala piccola ex Golden State si è da subito imposto come uno dei leader dell'Aquila.
Sul parquet, ma non solo: il suo carisma è riconosciuto da tutti i compagni, che apprezzano moltissimo il suo spirito di gruppo.
Il suo ambientamento è stato facilitato anche dalla presenza di Cale e Ford: i tre sono praticamente vicini di casa. Ma tutti, da Galbiati in giù, hanno sempre indicato la voglia di stare insieme del roster, anche oltre allenamenti e partite, come uno dei fattori dell'ottimo rendimento.
Il talento di Lamb è centrale per le ambizioni della Dolomiti Energia: non è un caso che la sua flessione (soprattutto contro Brescia) sia coincisa con quella della squadra.
Al Taliercio ha messo a segno tre bombe, tra cui quella che ha dato un colpo decisivo al punteggio: sul 66-66, a tre minuti dalla fine. Oltre a quattro rimbalzi, di cui tre sotto al canestro difensivo.
Fattore determinante, come ha dichiarato Galbiati a fine gara: i soli 26 punti concessi nel secondo tempo sono stati essenziali per vincere al Taliercio e confermare, anche a se stessi, che il volo dell'Aquila non è certo arrivato a destinazione.