Tra profili in cerca di riscatto e altri in rampa di lancio, la Dolomiti Energia si conferma una delle squadre da seguire in LBA ed EuroCup
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A dirlo è stato Jordan Bayehe, primo volto nuovo dell'estate della Dolomiti Energia Trentino. Firmato a inizio giugno, prima che il PreOlimpico col Camerun potesse distogliere l'ex Brindisi dal mirino ben calibrato del mercato bianconero, il lungo 24enne ha recentemente racchiuso le sensazioni che circondano l'approccio alle nuova Aquila: "Una squadra costruita bene in ogni punto di vista, in ogni ruolo".
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Com'è ormai consueto attendersi dalle squadre costruite dal GM Rudy Gaddo, sulla carta i trentini non presentano lacune strutturali evidenti. In rapporto alla potenza di fuoco di un mercato secondario ma che può comunque contare sulla vetrina offerta dall'EuroCup, il roster si conferma adatto alle richieste della pallacanestro immaginata da coach Paolo Galbiati. Intensità, energia, voglia di mettersi in gioco, ambizione nell'uscire dai canoni tattici e tecnici e conosciuti sino al momento.
Lo stesso 40enne di Vimercate è solito individuare, come fondamento di una squadra funzionale e solida, un elemento che sia "capo" del gruppo, a livello di decisioni e di personalità mostrata nei momenti decisivi. Mai come quest'anno, forse, l'Aquila è ricolma di leader tecnici ed emotivi. Se in spogliatoio sarà la voce di Toto Forray a dettare legge, in campo ci potrà essere più di una figura di spicco a tenere il timone ben saldo.
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Jordan Ford, talento e leadership inseguita da anni per la cabina di regia, ha la varietà di soluzioni per determinare in prima persona o riconoscere che possano essere altri a farlo; Andrea Pecchia, ex capitano della Vanoli Cremona e veterano di LBA, ha tutto per trasformare il vantaggio di stazza contro le guardie sottodimensionate e la lucidità nei tagli lontano dalla palla in un'àncora di salvezza nei momenti di secca; Anthony Lamb, reduce da un grave infortunio occorso in Nuova Zelanda dopo mesi di notevole impatto in NBL, avrebbe la combinazione di mobilità e taglia per diventare un esterno difficilmente gestibile dai corpi di gran parte di Serie A ed EuroCup.
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Delle nuove chiamate bianconere, è da sottolineare ancora una volta la ricerca di individualità che fanno dell'atletismo e dell'impatto fisico il proprio marchio di fabbrica: Jordan Bayehe e Selom Mawugbe, pur con caratteristiche e impieghi differenti - generatore di rimbalzi offensivi e possibile evoluzione perimetrale alla Biligha il primo, tagliante a canestro e bloccante granitico il secondo -, garantiscono un vantaggio dinamico costante nei pressi del ferro.
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Eigirdas Zukauskas, pur ormai veterano di EuroCup e senza il primo passo dei primi anni da pro, è un tiratore dal punto di rilascio difficilmente contestabile (45% da 3 nella BCL 2021/22 e 36% nella scorsa EC coi BC Wolves) e dalle letture sufficienti a punire lo spazio creato dai tagli di compagni; Myles Cale, uno degli esponenti principali dei campioni di Belgio del Limburg, è il prospetto più grezzo tecnicamente ma dall'esplosività brutale in avvicinamento a canestro, ottima base da cui Trento ha deciso di partire firmandolo con un biennale.
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Se si parla di Trento, tuttavia, non si può parlare di sviluppo e lavorazione di talento estremamente precoce. Anche Toto Forray stesso lo ha più volte riconosciuto, indicando la Dolomiti Energia come un ambiente dove avere "la possibilità di farsi apprezzare mettendosi in evidenza per poter così ambire a piazze più prestigiose". Con Saliou Niang e Quinn Ellis il processo è iniziato nel migliore nei modi nella passata stagione, e non c'è motivo di credere che il britannico e il senegalese non possano continuare ad aggiungere solidità al proprio gioco dopo un'annata con qualche problematica fisica di troppo.
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Con Denis Badalau - e, perché no, Patrick Hassan (2007, medagliato con l'Under 17 di coach Mangone ai Mondiali in Turchia, indicato inizialmente come aggregato alla prima squadra di Galbiati ma riferimento dell'Under19 bianconera) -, proveniente dalle giovanili dell'Olimpia Milano, il progetto quadriennale muoverà passi simili: intrigato dalle prestazioni gustate dal vivo durante le ANGT Finals di Berlino, coach Galbiati è rimasto colpito dalla mentalità già plasmata dal rumeno (completerà la formazione italiana a stagione in corso, risultando così "italiano" per le liste a partire dal 2025/26) e ha consigliato di anticipare i tempi, garantendogli il contesto ideale per commettere gli errori necessari per crescere.
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Parlare di tanta ambizione e potenziale nell'estate in cui Trento ha incassato due rinunce pesanti all'estensione degli accordi come quelle di Davide Alviti e Daulton Hommes, per rendimento della passata stagione e per modalità di accettazione dell'offerta dall'Eurolega, è sintomo della bontà dello scouting trentino. E se la resa è affidata alle mani e alla visione di coach Galbiati, tutto fa pensare che il futuro bianconero sarà ancora più roseo. Dopo averne lanciati tanti, Trento ha trovato gli interpreti giusti.