La 4° vittoria nelle ultime 5 di Eurolega è firmata dall'energia contagiosa dell'americano (22 punti), superiore anche all'atletismo dei lunghi del Maccabi
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Come Ante Zizic contro il Fenerbahce, per capire che Milano-Maccabi fosse una partita di proprietà di Zach LeDay ci sono voluti giusto un paio di possessi. Quelli necessari a guadagnare due fischi arbitrali "dalla spazzatura", a rimbalzo difensivo e al termine di un attacco senza una circolazione pulita, e garantire un minimo di ritmo a un'Olimpia ancora non brillantissima.
Alla sirena finale dell'Unipol Forum, invece, la manifestazione ideale del virus LeDay va oltre il 98-86 a tabellone: l'effetto contagioso dell'intensità del 30enne di Dallas si nota nei volti di compagni e tifosi Olimpia, ancor più che nel boxscore. Se 33'38" - minutaggio alla lunga insostenibile, soprattutto se trascorso come 5 sottodimensionato, a cui la firma di Gillespie non può che fare bene -, 22 punti (4/8 da 2, 4/6 da 3, 2/3 ai liberi), 7 rimbalzi, 2 assist e 6 falli subiti non sono i fattori più importanti e "necessari" nella serata di LeDay, ecco spiegata la fondamentale presenza del naturalizzato azero.
Anche con un accoppiamento sulla carta sfavorevole coi lunghi israeliani, molto più atletici e dinamici di qualsiasi quintetto di coach Messina che includesse Mirotic, si è trasformato nella scintilla per dare gas all'Olimpia: a punire ogni azzardo e sbilanciamento di Hoard e Gabriel ci ha pensato su tutti LeDay. In primis con un extrasforzo fisico, indispensabile per caricare di falli i gialloblù e, nella lotta a rimbalzo, garantire il controllo dei possessi alle Scarpette Rosse.
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E poi, come in un circolo virtuoso che si autoalimenta, i canestri decisivi a smorzare il rientro del Maccabi nel 4Q (parziale di 7-17, dal 74-60 a 81-77): attaccare in isolamento fronte a canestro o muoversi sul perimetro per raccogliere lo scarico di Mannion non sono esattamente le cose per cui Messina e l'Olimpia hanno riaccolto a braccia aperte l'alunno in uscita dal triennio a scuola Obradovic al Partizan Belgrado. Sono aspetti che, però, simboleggiano la fiducia "incosciente" di cui una Milano in cerca di solidità, oltre che di risultati (4° vittoria nelle ultime 5 di Eurolega, in attesa della trasferta in casa della capolista Fenerbahce), ha tremendo bisogno.
Cosa meglio di una serata casalinga di Eurolega dalla miglior performance realizzativa stagionale - su 100 possessi giocati, Milano avrebbe realizzato 138 punti! -, con prestazioni così carismatiche di Causeur e Mirotic e della crescita costante di Mannion nel corso dei 40'? Nulla, se non si sottolineasse l'origine di tutto ciò: lo spirito guida dell'Olimpia Milano è Zach LeDay. Ulteriore dimostrazione, le dichiarazioni rilasciate a EuroLeague TV al termine della vittoria: "La cosa più importante è la fase difensiva, l'attacco non è mai un problema. Stasera ho cercato di aiutare la squadra in tutti i modi possibili. Il basket è il lavoro migliore del mondo, ogni giorno lavoriamo facendo una cosa che ci piace. Ti senti fortunato a stare con questi ragazzi. Mirotic? È il mio compagno di reparto, dobbiamo continuare a giocare forte e crescere insieme per fare al meglio il nostro mestiere".