Con il sesto titolo consecutivo, ottenuto tre anni fa, i bianconeri conquistano il record assoluto in Serie A e superano anche l'Inter del Triplete
La grandezza di una squadra si misura dal ricordo che ne avranno le generazioni future. Si parla di Grande Torino e di Grande Inter perché hanno dominato in Italia o in Europa, e lo stesso si può dire del Milan di Silvio Berlusconi. Torino e Inter hanno vinto cinque scudetti consecutivi, traguardo che sembrava irraggiungibile. Non per la Juventus di Andrea Agnelli, che il 21 maggio 2017, tre anni fa, conquista il sesto campionato di fila, entrando nella storia del calcio italiano.
E forse vedere la rivale cittadina e quella italiana assieme a dividersi un prestigioso record è stato decisivo per far partire la rinascita bianconera. Per non parlare di Calciopoli, che ha difatti avviato il ciclo vincente nerazzurro nel 2006, con lo scudetto assegnato dalla Federcalcio.
L'appellativo “grande” davanti al nome di una squadra viene solitamente dato dopo qualche anno e, chissà, le prossime generazioni ricorderanno la squadra di Agnelli, Conte e Allegri come “Grande Juventus”, cosa ad oggi impossibile perché il ciclo bianconero non è ancora concluso e perché manca quella Champions League che, quasi per definizione, segna il limite tra storia e leggenda. Restano gli otto scudetti consecutivi e il nono è in fase di lavorazione (ma Lazio e Inter daranno battaglia, se si giocherà). Un ciclo irripetibile che ha riscritto quasi tutti i record del calcio italiano.
Dal 2011-12, con uno stadio tutto nuovo, la Juventus infila uno scudetto dopo l'altro. Il quinto, quello del primato raggiunto, arriva dopo una clamorosa rimonta partita dai bassifondi della classifica. Ma al presidente Agnelli questa condivisione sembra forzata e nell'estate del 2016 porta a Torino un tris di campioni, uno per reparto: Dani Alves in difesa, Miralem Pjanic a centrocampo e Gonzalo Higuain in attacco. Il “Pipita”, per cui il Napoli ha incassato 90 milioni, è reduce da un'annata incredibile condita dal record di gol in campionato ed è la punta di diamante di un mercato in entrata che comprende anche gli arrivi di Benatia, Cuadrado e Pjaca, molto positivo negli Europei francesi. Con questi acquisti, finanziati dalla maxi-plusvalenza di Pogba e dalle uscite di Morata, Zaza e Pereyra, la Juventus indebolisce le rivali Napoli e Roma sin dalla partenza e costruisce le premesse del record.
La cavalcata vera e propria parte nella gara notturna contro la Fiorentina, dove Higuain si mostra subito come l'uomo della provvidenza, entrando dalla panchina e realizzando il 2-1 decisivo davanti ai suoi tifosi. Dopo l'importante successo contro la Lazio, il “Pipita” si ripete con una doppietta nei primi nove minuti del 3-1 casalingo contro il Sassuolo: stupendo il bis, concesso in sforbiciata. Gli inciampi a San Siro (2-1 contro l'Inter e 1-0 contro il Milan) non allarmano la banda di Allegri e negli scontri diretti casalinghi arrivano due vittorie contro Napoli e Roma: decide sempre Higuain, che nella sfida contro il suo mentore Sarri non esulta.
La Juventus domina il campionato ma colleziona qualche sconfitta esterna di troppo (brutta quella contro il Genoa) e dopo il k.o. di Firenze Allegri cambia: dentro tutta la fantasia possibile, 4-2-3-1 con Mandzukic e Cuadrado ai lati, Dybala a supporto di Higuain e la coppia Khedira-Pjanic a portare la croce. Soprattutto il croato e il colombiano si dimostrano fondamentali nel cambio di modulo, in un ruolo che a inizio stagione poteva essere ricoperto da Pjaca, stella inesplosa e molto sfortunata. Con l'attacco a quattro punte i bianconeri volano verso la storia: 11 vittorie in 13 gare (le altre sono i primi due pareggi di campionato, a Udine e a Napoli) e il campionato è in pugno. Solo il torneo mostruoso di Roma e Napoli (rispettivamente 87 e 86 punti) rinviano la festa juventina alla penultima giornata. Una festa che ha come attrazione anche la Coppa Italia. L'invitata più attesa, la Champions League, ha dato buca all'ultimo atto, come troppe volte accaduto nella storia bianconera: il Real Madrid trionfa per 4-1 a Cardiff, la Torino bianconera è ferita dalla finale e dai tragici eventi di piazza San Carlo. Per voltare definitivamente pagina e scriverne un'altra leggendaria, Agnelli sa la strada da imboccare.