La presentazione del nuovo ct Ventura cade in una data a suo modo significativa nella storia del calcio azzurro
La presentazione del nuovo ct Giampiero Ventura cade in una data significativa nella storia della Nazionale. Esattamente 50 anni fa, sul prato dell’Ayresome Park di Middlesbrough, l’Italia venne incredibilmente battuta dalla Corea del Nord per 1-0. Il 19 luglio del 1966 il calcio italiano toccava uno dei suoi punti più bassi. Cinquant’anni dopo, Ventura si ritrova una Nazionale in cui il talento è merce rara. Proprio come nel 1966, quando per rinforzare la squadra azzurra (qualche anno prima in realtà) erano state aperte le porte agli oriundi. Ma sia in Cile che in Inghilterra i risultati furono pessimi. E dal 1970 si decise di fare a meno dei sudamericani naturalizzati, con risultati ben più soddisfacenti.
Ma cosa accadde a Middlesbrough il 19 luglio del 1966? Per raccontarlo si può partire dal finale, con la squadra azzurra accolta a Fiumicino a colpi di pomodori dai tifosi inferociti. Già perché l’Italia riuscì a non superare il turno in un girone sulla carta semplice, che comprendeva Urss, Cile e ovviamente la Corea del Nord. Dopo l’esordio vincente (2-0 al Cile con reti di Mazzola e Barison), l’Italia perse uno a zero contro i sovietici. Nonostante la sconfitta, la qualificazione sembrava alla portata: bastava una vittoria contro i ‘ridolini’, come li aveva imprudentemente definiti l’assistente del ct Ferruccio Valcareggi. Invece i semi-professionisti che difendevano sul prato verde l’onore del grande leader Kim Il Sung , favoriti anche dall’infortunio di Bulgarelli (allora non erano ammessi i cambi) giocarono un brutto scherzo ai due volte campioni del mondo. Il presunto dentista Pak DooIk(investito del titolo dalla stampa italiana) trafisse Albertosi al 42’ e gli Azzurri, in dieci uomini, non riuscirono a rimontare uscendo di fatto dal mondiale. Il 19 luglio 1966 il calcio italiano toccava il suo punto più basso. Oggi, nonostante le oggettive difficoltà che Conte è stato bravo a mascherare, confidiamo in un futuro ben diverso.