A celebrare la funzione funebre monsignor Filippo Sarullo. Presente anche il presidente della Figc Gravina
Dopo l’omaggio di migliaia di tifosi e di tante persone comuni alla camera ardente allestita per due giorni allo stadio Barbera di Palermo, oggi è il giorno dei funerali di Salvatore Totò Schillaci, l’eroe di Italia '90 morto mercoledì dopo una lunga lotta contro un tumore al colon. A celebrare la funzione funebre monsignor Filippo Sarullo. Tanti i protagonisti del mondo del calcio attesi, tra cui il presidente della Figc Gabriele Gravina.
Tanti applausi e cori per Totò Schillaci, quando il feretro con la salma del campione è entrato in chiesa, dove sono circa 800 i posti a sedere. I tifosi, ancora una volta, hanno fatto sentire tutto il proprio amore, esponendo un grande striscione con un messaggio di saluto all'esterno della Cattedrale della città: "Ciao Totò, figlio di Palermo".
Adagiate sopra la bara, la maglia azzurra della Nazionale e quella rosanero del Palermo, una bandiera tricolore e una sciarpa del Messina, la squadra in cui Schillaci ha esordito da professionista.
Presente una folta rappresentanza del Palermo: oltre al presidente Mirri, al funerale di Schillaci ci sono anche l’ad Gardini, il ds De Sanctis e Giulio Migliaccio. Presenti anche il capitano Brunori e il centrocampista Segre, insieme a una delegazione del settore giovanile rosanero.
MONSIGNOR SARULLO: "UN EROE DEL CALCIO E DELLA VITA"
Nella sua omelia, monsignor Filippo Sarullo ha dedicato un passaggio significativo alla favola di Totò Schillaci, cresciuto in un quartiere difficile fino a diventare capocannoniere ai Mondiali di Italia '90: "La favola si realizza non attraverso followers e visibilità del momento, ma lavorando in silenzio, con umiltà, credendoci, come ha fatto lui. Un eroe del pallone, un eroe della vita, un eroe del riscatto, un eroe che parte dal basso, da un quartiere di borgata, dove per farti spazio devi faticare, devi fare una scelta, sì, una scelta tra la via dei soldi facili e disonesti e la via del lavoro e il sacrificio, la via dell’onestà. Totò è il volto bello di Palermo, di Palermo che non molla. Totò per noi palermitani e noi siciliani è un simbolo, come lo sono stati altri uomini nella storia in altri ambiti, perché è riuscito con le sue sole forze a mostrare il volto vero, impregnato di valori, della nostra Sicilia, della nostra bella Palermo. Totò, insieme a tanti altri eroi, conosciuti e non, rappresentano il volto onesto, pulito e sognatore di una terra che troppo spesso è associata a personaggi della malavita, ma Palermo non è solo malavita, c’è tanto bene, tanta gente onesta, e oggi, ancora una volta, possiamo sfatare questa etichetta grazie a te Totò, grazie al tuo coraggio, alla tua determinazione, alla tua voglia di farcela, al tuo tocco magico. Caro Totò, è vero, non hai vinto la tua ultima partita con la vita, la tua battaglia con la malattia, anche se vissuta con dignità e a testa alta, ma hai vinto sul campo dell’eternità perché sei e resterai sempre il nostro mito calcistico, il nostro Totò Schillaci, il nostro grande campione di calcio e di vita. Sei un pezzo di noi, della nostra infanzia, della nostra gioventù, ci hai fatto sognare e sorridere. E quando noi portiamo un sorriso agli altri ci conquistiamo il Paradiso. E tu, con la tua generosità di cuore, umiltà nello spirito e dignitosa sofferenza nel corpo, te lo sei di sicuro conquistato. Sarai sempre con noi, nelle nostre strade, nelle strade del tuo quartiere, il CEP, che mai hai dimenticato, nei nostri stadi. Grazie amico e fratello di tutti, grazie Totò, riposa in pace".
BERGOMI: "È STATO L'EROE DI TUTTI NOI"
"È stato l'eroe di tutti noi, ci stava regalando un sogno. Mi sembrava giusto essere qui oggi". Parola di Beppe Bergomi, uno degli ex compagni di Totò Schillaci presente al suo funerale. Insieme hanno giocato in Nazionale e all'Inter. "Quando ci si ritrovava anche a distanza di tempo - assicura l'ex difensore - l'amicizia profonda rimaneva. Abbiamo vissuto l'anno e mezzo che è stato all'Inter intensamente. Ma mi rimane nella mente il gol con l'Austria, venne ad abbracciarmi. I giovani di oggi vogliono tutto e subito, invece bisogna faticare. Totò in questo era un esempio".