L'ex calciatore dell'Inter ha scritto una lunga lettera per descrivere le sue difficoltà
di Marco Cangelli© Getty Images
"Il più grande spreco del calcio sono io. Mi piace quella parola, spreco. Non solo per come suona, ma perché sono ossessionato dall'idea di sprecare la mia vita". Inizia così una lunga lettera scritta dall'ex calciatore dell'Inter Adriano che ha voluto raccontare il suo dramma umano dopo la pubblicazione di un video in cui lo si vede fra le favelas brasiliane in apparente stato d'ebrezza.
L'ex calciatore brasiliano ha voluto raccontarsi a cuore aperto in una missiva pubblicata dal sito The Players Tribune intitolata "Una lettera alla mia Favela" raccontando con dovizia di particolari la vita a Vila Cruzeiro, oppresso dalla morte del padre e dal peso di essere "una promessa non mantenuta".
"Bevo a giorni alterni, sì. E anche gli altri giorni. Come fa uno come me ad arrivare al punto di bere quasi tutti i giorni? Non mi piace dare spiegazioni agli altri. Ma eccone una. Perché non è facile essere una promessa rimasta incompiuta. Soprattutto alla mia età" ha spiegato l'ex "Imperatore" che ha confessato di non aver ancora capito perché in Italia gli fosse stato affibbiato questo appellativo.
Nella lettera Adriano ha spiegato come l'importanza della figura del padre sia stata fondamentale per la sua esistenza e come il proiettile che lo ha colpito in piena fronte durante una festa a Cruizero lo abbia cambiato definitivamente. "Da allora, la vita della mia famiglia non è più stata la stessa. Mio padre ha iniziato ad avere frequenti attacchi epilettici. Hai mai visto una persona che ha avuto un attacco epilettico di fronte a te? Non vuoi guardarlo, fratello. È spaventoso - ha spiegato il talento carioca sottolineando come la morte del genitore lo abbia segnato profondamente -. La morte di mio padre ha cambiato la mia vita per sempre. A oggi è un problema che non sono ancora riuscito a risolvere".
Accompagnato da una serie di immagini fotografiche che catturano diversi momenti della sua vita a Vila Cruzeiro, Adriano ha spiegato perché ha scelto di vivere in quella favela. "Quando sono scappato dall'Inter e ho lasciato l'Italia, sono venuto a nascondermi qui. Ho visitato l'intero complesso per tre giorni. Nessuno mi ha trovato. Non c'è modo - ha raccontato Adriano -. Non ne potevo più, di dover prestare sempre attenzione alle telecamere ogni volta che uscivo in Italia, a chiunque incrociasse la mia strada, che fosse un giornalista, un truffatore, o qualsiasi altro figlio di puttana. L'ho fatto perché non stavo bene. Avevo bisogno dei miei spazi per fare quello che volevo fare".
Da quel momento Vila Cruizero è diventato la sua "casa", il "suo posto" come afferma l'ex giocatore di Roma e Parma che sta trascorrendo il personale secondo tempo accompagnato dall'alcool e dai rimorsi: "Vedo mio padre in ognuno di questi vicoli. Cosa voglio di più? Qui sono veramente rispettato, qui c'è la mia storia e ho imparato cos'è la comunità".