Il tecnico del Napoli al Festival dello Sport: "Bisogna finirla con gli insulti: non si tratta di rivalità, ma di maleducazione. La rinascita deve partire anche da qui"
Il calcio italiano vive un momento di crisi sistemica, di mancanza di talenti e di risultati deludenti, ma la prima grande sconfitta "avviene dentro gli stadi". Il J'accuse arriva direttamente per bocca di Carlo Ancelotti, che dal palco del Festival di Trento, durante un dibattito sulla bellezza dello sport a cui hanno partecipato anche Sacchi e Guardiola, ha parlato del suo ritorno in Italia dopo nove anni in giro per l'Europa (Inghilterra, Spagna, Francia, Germania), dove ha vinto tutto quello che c'era da vincere.
Ora per Ancelotti l'obiettivo è quello di vincere anche con il Napoli, ma secondo lui l'avversario, più che la Juventus o il Psg in Champions, è la mentalità che c'è in Italia, come dimostra la raffica di insulti personali e quelli rivolti ai napoletani ricevuti a Torino, che hanno portato alla chiusura della curva bianconera da parte del Giudice Sportivo.
"Cosa ho pensato quando mi hanno insultato? Che avrei guardato in bacheca la Champions vinta nel 2003 da tecnico del Milan contro la Juve" aveva risposto Ancelotti dopo che gli ultrà bianconeri lo avevano apostrofato con il vecchio epiteto ('maiale', ndr). Ma al di là della replica ironica, l'amarezza dentro è rimasta tanto che, interrogato sul brutto momento che sta attraversando il calcio italiano, il tecnico romagnolo ha risposto: "A livello tecnico rimaniamo sempre molto competitivi e rispettati in tutto il mondo. Anche se non c'è grande qualità e tanti talenti in giro, ma la grossa differenza che ho notato - ha spiegato Ancelotti - è a livello di infrastrutture e di carenza culturale. In giro per l'Europa ho visto infrastrutture bellissime e stadi pieni, ma soprattutto ho assaporato la vera rivalità sportiva. Ecco, su questo punto siamo davvero indietro anni luce. Sono tornato in Italia a distanza di anni, ma ancora mi tocca sentire insulti di ogni tipo dentro gli stadi. Bisogna finirla: non si tratta di rivalità, ma di maleducazione. La rinascita deve partire anche da qui".
Dal calcio italiano in generale al Napoli, dove nonostante Sarri fosse molto amato Ancelotti è stato accolto benissimo: "Napoli è una bella famiglia, un bellissimo ambiente - ha detto - Ci sono giocatori importanti e al contempo molto umili. Ci sono tutte le condizioni per fare un bel lavoro. Possiamo crescere molto, in più la città è bellissima". E a proposito di Napoli, parole al miele per Lorenzo Insigne, tra i migliori di questo inizio stagione: "Lorenzo adesso sente maggiori responsabilità, ma si deve sentire sempre più importante per la sua squadra. Questo è il passo in avanti che può e deve fare per fare il salto di qualità".
In chiusura un commento sulla competizione preferita di Ancelotti, la Champions League: "In Champions abbiamo un girone durissimo. Certo, abbiamo fatto un passo importante in avanti grazie alla vittoria contro il Liverpool, ma ora abbiamo un impegno molto tosto contro il Psg. Noi, come le altre italiane, possiamo fare bene. Vedo la Juventus molto competitiva, ma le valutazioni che si fanno oggi saranno diverse rispetto a quelle che si faranno ad aprile, la condizione di oggi non sarà quella della prossima primavera. Insomma mi sembra una Champions molto più equilibrata, anche perché il Real ha perso un giocatore molto, molto importante". Champions più equilibrata, ma ancora senza Var: "Il giorno in cui la introdurranno in Europa sarà comunque con un giorno di ritardo" ha sentenziato Ancelotti.