Il presidente del Genoa si scaglia contro i partenopei: "Loro hanno contattato l'Asl, noi non l'abbiamo fatto"
La vicenda Juve-Napoli sembra non aver mai fine. La Procura della Federcalcio ha aperto un'inchiesta sulla corretta applicazione da parte del Napoli dei protocolli sanitari validati dal Cts subito dopo la notizia della prima positività di un calciatore azzurro, e nelle ultime ore il capo dell'ufficio, Giuseppe Chiné, ha chiesto copia della corrispondenza tra la Asl, la Regione ed il club. I continui rimbalzi di responsabilità tra società, Aziende sanitarie locali e Lega Calcio, hanno portato la F.I.G.C. alla logica conseguenza di voler fare luce su una vicenda che rischia di complicare il regolare svolgimento del campionato.
GENOA, PREZIOSI: "SEMBRA CHE SIA STATO IL NAPOLI A CONTATTARE L'ASL"
Non usa giri di parole il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, per dire la sua sul caso-Napoli: "Quello di ieri sera è stato un brutto precedente, si pensava ci fosse un protocollo molto chiaro a cui tutte le società avrebbero dovuto attenersi e invece le Asl locali lo bypassano provocando un caos - ha detto il numero uno dei Grifoni a Radio Capital - Da adesso qualsiasi società che interpelli la Asl locale, anche con un solo positivo, potrà non giocare perché decide qualcun altro. Quando sono stati contagiati Perin e Schone il protocollo prevedeva che, se avessimo avuto più di 10 positivi, avremmo potuto chiedere sospensione, quindi non abbiamo interpellato la Asl. Sembra invece che sia stato il Napoli a contattare la Asl locale. Se il Napoli non voleva giocare? Non me lo faccia dire, è qualcosa che si intuisce, è evidente che noi non l’abbiamo contattata la Asl con due positivi e abbiamo giocato... Sono molto preoccupato, a questo punto basta un contagiato a società per far saltare l’evento. Così la vedo molto male".