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L'INTERVISTA

Arbitri, Maresca: "L'obiettivo comune è più gioco effettivo"

Il fischietto della Supercoppa spiega in che direzione va il corpo arbitrale: "Noi puntiamo a fischiare di meno, il Var una manna dal cielo"

23 Gen 2023 - 10:21

"L'obiettivo comune è avere più gioco effettivo, ridurre le interruzioni, spezzettare meno il gioco e quindi fischiare meno falli". Parola dell'arbitro Fabio Maresca ai microfoni di Radio Anch'io Sport: "Questo deve tener conto però dell'esigenza fondamentale di proteggere i calciatori. Ogni partita ha una storia diversa, anzi in ogni partita ci sono partite diverse. Chiaro che noi puntiamo a fischiare di meno ma dipende anche dall’atteggiamento dei calciatori". Il Var? Questo strumento - aggiunge Maresca - è una manna dal cielo, consente di correggere un errore e di non incidere sul risultato". 

"Quella della Supercoppa - aggiunge Fabio Maresca, arbitro internazionale della sezione di Napoli e fischietto della finale di Ryiad tra Milan e Inter - è stata una serata importante per la mia carriera. In un evento come la Supercoppa si rappresenta l'intero gruppo arbitrale e quindi c'era una grande responsabilità. Fa parte del mio percorso di crescita, ora credo di essere più in grado di riuscire a interpretare la partita nei vari momenti nella maniera più giusta possibile, credo sia il valore aggiunto che nei primi anni di permanenza in Serie A mi mancava".

Primo arbitro a usufruire del Var nell'agosto 2017. Cinque anni e mezzo dopo, si aspettava ancora tutte queste polemiche? "Le polemiche - aggiunge Maresca - fanno parte del gioco. Ripensando a quel Juve-Cagliari sembra di parlare di un altro calcio, di un'era fa. Ora il Var è diventato qualcosa di imprescindibile. Sorrido quando se ne mette in discussione l'utilizzo, per noi è irrinunciabile, garantisce la verità del campo. Uno strumento che consente a un arbitro di correggere un errore che potrebbe incidere sul risultato è una manna dal cielo, non può mai essere considerato un elemento di disturbo per il direttore di gara".

"Nessun problema - prosegue l'arbitro internazionale - nella relazione arbitro-Var, anzi è un lavoro continuo di analisi e collaborazione che permette alla squadra arbitrale di ottenere il risultato migliore possibile. Sono stati fatti tanti passi avanti e dal prossimo weekend, col fuorigioco semi automatico in Serie A, avremo un ulteriore mezzo per velocizzare il gioco e per rendere ancora più chiare le nostre decisioni".

Tendenza a far giocare un po' di più: "Il calcio va verso una direzione chiara: l'obiettivo comune è avere più gioco effettivo, vedere meno interruzioni, ridurre al minimo le pause e quindi fischiare meno falli, spezzettare meno il gioco. Chiaramente questo non può non tener conto dell'altro obiettivo, quello di proteggere i calciatori. In ogni partita ci sono più partite: può esserci un momento della gara in cui è possibile lasciar scorrere il gioco e fischiare poco, poi ci sono dei momenti in cui il tono agonistico sale e bisogna interrompere più frequentemente. Vogliamo fischiare il meno possibile, dipende anche dall'atteggiamento dei calciatori e dalla cultura del campionato".

Col fuorigioco semi-automatico, non rischia di diventare superfluo il ruolo del guardalinee? "In questo senso la finale di Ryiad è stato un grande spot per lo strumento ma anche per gli assistenti. Sul gol di Dimarco il guardalinee Stefano Alassio ha preso la decisione corretta, ed era difficile, era una questione di millimetri. Poi la macchina ha solo confermato la decisione sul campo. In più gli assistenti non sono solo deputati alla segnalazione del fuorigioco, ma sono a tutti gli effetti degli arbitri aggiunti, auguro a loro che saranno sempre fondamentali come adesso".

Pubblicazione dialoghi arbitro-Var: "Visto che non abbiamo nulla da nascondere - indica Maresca - un dialogo tra arbitro e Var, durante il quale la terminologia usata è quella precisa e corretta, è facilmente spendibile e ascoltabile da chiunque. L'obiettivo trasparenza è assolutamente condiviso, non avremo problemi ad andare in questa direzione". 

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