Il lavoro fatto sul mercato paga sul doppio impegno, non si può più considerare outsider
di Stefano FioreIl segreto di questa Atalanta devastante in Serie A come in Champions League, se un segreto c'è (perché, come in ogni cosa, le sfaccettature sono molteplici e non univoche), lo si ritrova in estate, quando l'impostazione del lavoro sul mercato ha assunto definitivamente un'altra impronta rispetto a quanto erano abituati a Bergamo solo una decina di anni fa. Non si è perso lo spirito imprenditoriale di lasciar partire un giocatore quando la logica delle cose lo impone - anche se il caso Lookman, trattenuto nonostante le sirene del PSG, dimostra che i nerazzurri sono divenuti big anche dal punto di vista societario - per sostituirlo con uno molto meno costoso ma che, alla lunga, potrà dare le stesse, se non superiori, soddisfazioni sportive ma si è portato questo concetto a un altro livello.
Koopmeiners va alla Juventus? Non si va per forza alla ricerca di un profilo sconosciuto ai più, pescando tra le innumerevoli segnalazioni di uno scouting efficace come quello bergamasco, ma si prende un giocatore che già conosce la Serie A, lusingato nel corso dei mesi da tante big, come Samardzic. Si fa male Scamacca proprio a fine mercato? Non si opta per le risorse interne, magari cercando nelle giovanili della società, altro fiore all'occhiello dell'Atalanta, ma si compra Retegui - 25 milioni di euro sull'unghia - dal Genoa. E poi il caso Cuadrado, che solo qualche anno fa probabilmente non sarebbe stato valutato vista la carta d'identità, ma che può servire a Gasp nelle rotazioni degli esterni, che gli sono tanto cari.
Insomma se tanti, quando parlano di Inter, parlano di due squadre a disposizione di Simone Inzaghi, potremmo riprendere il concetto e dire che, come minimo, Gasperini ha a disposizione "una squadra e mezzo". E lo si vede: in piena corsa in campionato, in piena corsa in Champions, capace di sopperire agli infortuni (sinora qualcuno si è accorto della mancanza di Scalvini e Scamacca?), ora la squadra è anche nel periodo della stagione in cui è ingiocabile. Mediamente il gioco dell'Atalanta è sempre bello ed efficace ma ci sono dei periodi nei quali, se la incontri, è quasi impossibile non uscirne con le ossa rotte, il famoso viaggio dal dentista che ora aspetta Ranieri e Ancelotti.
In tutto questo non si può dimenticare il lavoro di Gasp, che negli anni ha saputo reinventare la squadra nonostante sconvolgimenti più o meno massicci della rosa, mantenendo il 3-5-2 di base (declinati nel 3-4-3, 3-4-2-1, 3-4-1-2...) ma sempre con concetti nuovi, diversi. L'Atalanta è cambiata anche nel suo allenatore, in qualche modo: la scorsa estate ha preteso un lavoro diverso sul mercato ed è stato accontentato.
Per tutti questi motivi non si può più considerare una vera e propria outsider. Nessuno chiederà mai lo scudetto o la Champions a Bergamo, perché fatturati, ricavi e bacino sono inferiori alle storiche big del calcio italiano ed europeo, ma la struttura del club, della piazza e della squadra sono pronti all'ennesimo salto di qualità: forse l'ultimo, perché più in alto c'è veramente solo il cielo.