Il tecnico dopo il Bologna: "Abbiamo rischiato di chiudere tutto solo per salvare 12 società, se ci avessero invitato non sarei mai andato"
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Gian Piero Gasperini si gode il roboante successo contro il Bologna, ma non risparmia durissime stoccate contro il progetto della Super League: "Abbiamo rischiato di chiudere tutto, di non poter più giocare per nessun obiettivo - ha detto il tecnico dell'Atalanta - Io lunedì scorso credevo che fosse finito il calcio e tutto solo per sistemare i conti di 12 società. Per fortuna in Inghilterra hanno fatto una bella marcia indietro. Noi dobbiamo sempre nutrire la speranza che un ragazzino diventi un grande giocatore e una piccola squadra possa competere con le big".
Il discorso non può che vertere sulle questioni finanziarie e sui bilanci della sua Dea, che riesce a competere in Italia e in Europa con i conti a posto: "Il primo anno che ero a Bergamo arrivavano squadre che offrivano ai miei giocatori dieci volte quello che prendevano qui e io gli dicevo che per portarli via poteva bastare anche il doppio (ride, ndr). Poi col tempo anche il nostro livello e i nostri obiettivi si sono alzati. Però i bilanci per la famiglia Percassi sono legge, non potranno mai spendere 50 milioni per un giocatore o fargli un contratto astronomico. Se ci ritroviamo in una situazione come quella di quei 12 club a Bergamo chiude tutto. Poi dicono che quelle squadre hanno milioni di tifosi e questo giustifica tutto... Ma pensate se a Firenze (Fiorentina-Juve, ndr) si fosse giocato col pubblico, pensate come sarebbero stati messi alla berlina allenatori e giocatori, come è stato fatto in Inghilterra. Poi parlano di questa cosa dell'invito... Se ci avessero invitato alla Super League, io non ci sarei andato".
Sulla partita contro il Bologna, invece, poco da aggiungere: "Il Bologna aveva messo in difficoltà tante squadre quindi ci eravamo preparati bene per determinate situazioni. Poi ovviamente c'è il campo, che ha messo in luce un'Atalanta che sta molto bene, al di là della superiorità numerica. In avvio siamo partiti con troppa fretta e voglia di far bene, andavamo spesso fuori gira e perdevamo lucidità, anche a causa dell'ottima condizione che abbiamo in questo momento, poi quando le cose si sono calmate è andato tutto meglio. Secondo posto? Intanto pensiamo che mancano due punti a conquistare aritemeticamente l'Europa per il quinto anno di fila, per quanto riguarda la Champions so solo che dovremo sbagliare noi per farci venire a prendere, il destino è nelle nostre mani. Il secondo posto è difficile, ma ce la possiamo fare".
Infine una battuta sul momento d'oro di Malinovskyi: "Lui è arrivato come centrocampista, io gli ho chiesto un'evoluzione del ruolo, giocando come Ilicic e lui è cresciuto molto. Ora partecipa al gioco con grande continuità, è un attaccante atipico che però fa molti assist e molti gol. Ha avuto un po' di problemi, prima col Covid, poi con un'ernia, ma ora sta facendo un finale di stagione strepitoso".