Il difensore non ricorda episodi che possano spiegare la sua positività al test e insieme alla compagna ha rivoltato la loro abitazione
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Il difensore dell'Atalanta José Luis Palomino, risultato positivo al clostebol, steroide anabolizzante derivato dal testosterone, utilizzato soprattutto nelle creme cicatrizzanti, in un controllo antidoping a sorpresa svolto a inizio ritiro a Zingonia tra il 4 e il 6 luglio, si avvale del diritto alle contro-analisi entro 72 ore dalla notifica della sospensione cautelare, avvenuta martedì scorso, da parte del Tribunale Nazionale Antidoping.
"Atalanta BC comunica che il proprio tesserato Josè Luis Palomino richiederà le controanalisi del campione B e la documentazione analitica dei campioni prelevati", l'annuncio sul sito ufficiale del club nerazzurro che chiede rispetto per il giocatore 'estraneo alla vicenda'. E ancora: "Si ritiene doveroso, vista la delicatezza della vicenda, di comune accordo con il calciatore ed i legali, - si legge nella nota - di invitare al massimo rispetto della privacy della famiglia Palomino che in questi giorni si sente particolarmente affranta da una vicenda che la sta profondamente segnando non solo dal lato professionale ma anche umano. Rimane forte, alla luce degli accertamenti in corso, il fermo convincimento che si possa dimostrare l'estraneità del calciatore alla vicenda".
Palomino non ricorda episodi che possano spiegare la sua positività al test: insieme alla compagna - come riporta il Corriere edizione Bergamo - ha rivoltato la casa in cerca di pomate, anche tra quelle della figlia di tre anni, che potessero contenere la sostanza proibita cui è stato trovato positivo. Ma nell'abitazione non è risultato nulla. Con l'Atalanta ha ripercorso i giorni delle vacanze in Argentina, ma nemmeno lì risulterebbero episodi sospetti e da quando è tornato in Italia non ha utilizzato creme o altri farmaci per abrasioni, punture d'insetti o ustioni. Una delle ipotesi è che ci possa essere stata una contaminazione involontaria. Ma deve essere dimostrata. Se la positività verrà confermata dalle controanalisi o verrà ammesso un errore si andrà a giudizio verrà giudicato dal Tribunale nazionale antidoping dopo l'estate, a meno che non si opti per un patteggiamento. Rischia ora fino a due anni di squalifica, che potrebbero diventare addirittura quattro se venisse accertata l'intenzionalità dell'assunzione.