E' una rete del numero 9 nerazzurro al 71' a regalare i tre punti a Gasperini. Rossoblu in 10 per l'espulsione di Gonzalez
L'Atalanta batte il Bologna 1-0 e trova la sua terza vittoria in campionato. A decidere una gara equilibrata ci pensa Cornelius al '71: servito in area da Freuler, il numero 9 nerazzurro, subentrato a Cristante, batte Mirante in uscita e regala tre punti che consentono ai nerazzurri di Gasperini di portarsi a quota 12 in classifica. I rossoblu, generosi fino all'ultimo, hanno chiuso in 10 per l'espulsione di Gonzalez.
L'Atalanta che viaggia spedita in Europa, ritrova il passo anche in Italia. E' una vittoria tanto importante quanto sofferta quella che Gasperini ha portato a casa grazie allo squillo del suo centravanti di riserva: un successo che sistema una classifica che stava diventando troppo brutta per riguardare una delle squadre che continua a giocare un calcio bello e con tante idee. Anche se di certo non è stata spettacolare e incisiva l'Atalanta di oggi. Ma questo è successo, oltre che per i postumi dell'Europa League, anche e soprattutto per merito di un ottimo Bologna, ben messo in campo da Donadoni e che ha fatto sudare non poco i bergamaschi con un atteggiamento coperto e ordinato ma che non ha rinunciato a velenose ripartenze che fino al 90' hanno tenuto in bilico il risultato e sulle spine i tifosi dell'Atleti Azzurri. I rossoblu non trovano un successo che a Bergamo manca dal 2009 e chiudono a tre la loro striscia di successi consecutivi in A (il quarto avrebbe riportato a un record del lontano 1966-67).
La Dea che si è fatta bella in Europa prova a rifarsi il trucco e rilanciarsi anche in campionato dove, però, si ritrova una delle avversarie più scomode: i 14 punti collezionati dal Bologna in 8 giornate ne fanno la striscia migliore dei rossoblu dal 2001-2002. Ma nel tentativo di ritornare nelle zone di classifica consone alla sua Atalanta, Gapserini deve rinunciare a Gomez e Toloi: il consolidato 3-4-2-1 prende forma con Palomino in difesa, Castagne esterno di centrocampo e Cristante nel ruolo di trequartista dietro Ilicic-Petagna. Donadoni conferma il 4-3-3 con il tridente Verdi-Palacio-Di Francesco.
E il Bologna dimostra proprio nei primi 45 minuti di meritare di stare ai piani alti: Donadoni chiude bene gli spazi, la sua squadra è corta, compatta e ordinata. Pochissimi gli sbocchi concessi all'Atalanta sopratutto grazie al lavoro degli esterni Verdi e Di Francesco che restano molto bassi e fanno praticamente i terzini aggiunti per sbarrare la strada a Spinazzola e Castagne. In fase di non possesso è Poli a correre in aiuto di Palacio nel pressing e prorpio l'ex Inter è spesso il punto di riferimento per le ripartenze in contropiede tentate dai rossoblu. La palla, infatti, ce l'ha quasi sempre l'Atalanta: solita aggressione agli avversari con i difensori (specialmente Caldara) che restano alti e il sacrificio di De Roon che garantisce copertura. Ma i ragazzi di Gasp sembrano meno precisi del solito nell'ultimo passaggio soprattutto perché mancano i consueti inserimenti e le consuete smarcature. L'unica vera occasione è gettata al vento da Petagna che, messo da Cristante davanti al portiere, manca di freddezza e spara alto. Manca di lucidità anche Verdi: sul finire del tempo è lui, imbeccato da Pulgar (buona la sua prova da playmaker), a ritrovarsi a tu per tu con Berisha ma invece di calciare in porta allarga troppo per Palacio e l'occasione va in frantumi. In un primo tempo conclusosi senza tiri nello specchio, Donadoni deve rinunciare per infortunio a Torosidis che con un paio di verticalizzazioni aveva provato a far ripartire i suoi.
E la ripartenza dell'Atalanta conferma che la concretezza non è la madre delle caratteristiche di questa squadra (a inizio ripresa è Spinazzola a non trovare la porta da due passi): Gasp allora prova ad aumentare il peso là davanti inserendo Cornelius per Cristante in quello che diventa un 4-3-3 dove a Ilicic resta la licenza di muoversi tra le linee. Salvo poi tornare al modulo di partenza quando Kurtic rileva Petagna e l'Atalanta sembra aumentare la pressione fino a schiacciare sempre più un Bologna che gioca ormai solo di contenimento e ripartenza (con l'aggravante di un Palacio sfiancato rispetto alla prima frazione). I rossoblu iniziano a calare fisicamente e crollano al 71' quando Corneluis, imbeccato da Freuler in una situazione quasi fotocopia di quella fallita da Petagna nel primo tempo, batte Mirante in uscita. La Dea soffre però le ripartenze, fallisce il raddoppio grazie al salvataggio di Mirante su Caldara e si affida alla buona sorte su un tiro a giro di Verdi finito a lato di un soffio. Nonostante l'espulsione di Gonzalez, il Bologna ci prova fino all'ultimo e non rende affatto facile la vittoria della Dea. Una vittoria sofferta ma che serviva come l'aria anche in considerazione dello sforzo europeo di giovedì sera e l'assenza del Papu Gomez: motivi più che validi per spiegare la non piena brillantezza della banda di Gasp. Che però ha saputo stringere i denti e raggiungere la meta.
Cornelius 7 - Entra e decide il match con un gol da tre punti. Cerca la rete in altre due occasioni e fa espellere Gonzalez
Petagna 5 - Il solito e sfiancante lavoro al servizio della squadra, vero, ma nel primo tempo, liberato davanti a Mirante, non trova neanche la porta in quella che resta l'occasione più ghiotta del match
Spinazzola 5,5 - Non è la sua giornata migliore in fase di spinta, bloccato dalla sua parte da Verdi e Torosodis prima e Krafth poi. A inizio ripresa si divora il gol con un piattone a pochi passi da Mirante che non centra nemmeno lo specchio
Palacio 6,5 - Finché regge lui regge tutto il Bologna: gioca di esperienza, fa partire il contropiede, tiene palla, rientra, aiuta e si prende i falli. Preziosissimo ma a un certo punto non ne ha più e deve uscire
Gonzalez 5 - Cornelius, il suo incubo: gli fa giol e lo fa espellere. Sono più lo volte in cui lo perde
De Maio 5,5 - Rileva uno stremato Di Francesco per dare più copertura ma spesso è in ritardo e sbaglia qualche uscita