La pioggia, il vento e il Crotone frenano la Dea. Dopo quattro vittorie esterne, allo Scida la squadra di Gasperini non va oltre il pari. Merito degli uomini di Zenga, che lottano col coltello tra i denti per tutta la gara e accarezzano anche il sogno di piegare l'Atalanta, approfittando delle condizioni meteo per giocare alla pari con i nerazzurri e incassare un altro punto prezioso nella corsa alla salvezza (+4 dalla Spal). Per gli squali è il quarto risultato utile consecutivo: un ruolino mai registrato finora in questa stagione. Per l'Atalanta invece è un punto amaro. Con la testa forse già al Borussia Dortmund, la squadra di Gasperini si accende solo a tratti. Soprattutto per colpa del campo, ma non solo. Con poche idee in mediana e senza gli strappi di Gomez, infatti, la Dea non riesce a concretizzare la qualità del palleggio e a mostrare il solito repertorio, soffrendo soprattutto a centrocampo e in attacco.
Reduce dal pari di San Siro con l'Inter, allo Scida Zenga si presenta col solito 4-3-3, piazzando nel tridente Trotta e Nalini accanto a Budimir. Senza Gomez, Gasperini sceglie invece il 3-4-1-2, con Cristante a centrocampo e Ilicic alle spalle dell'attacco "pesante" formato da Cornelius e Petagna. Complice il campo, appesantito dalla pioggia, l'avvio del match è segnato da tanti lanci lunghi e interruzioni di gioco. Da una parte Budimir e Palomino fanno a sportellate, dall'altra tocca invece a Petagna e Cornelius far valere il fisico. Cristante centra un palo a gioco fermo, poi Budimir ci prova dal limite. Col giropalla rallentato dal terreno di gioco, la Dea fatica a costruire e a verticalizzare e così gli uomini di Gasperini provano ad allargare la manovra, cercando di sfruttare i cross per le punte e le invenzioni di Ilicic. Ma non è la solita Atalanta. Più corti e aggressivi sulle seconde palle, gli squali si affidano alle incursioni di Martella e ai tiri dalla distanza. Nalini testa i riflessi di Berisha con un missile indirizzato all'incrocio dei pali, poi Cordaz ferma una punizione di Ilicic e trema su una deviazione dopo un tiro di De Roon. Si lotta a tutto campo, ma il primo tempo si chiude senza altri squilli.
Alto e sempre aggressivo, nella ripresa il Crotone parte bene. Senza badare troppo al sottile, gli uomini di Zenga difendono con ordine e ripartono, cercando di sfruttare la fisicità di Budimir sulle palle alte e gli inserimenti degli esterni. Bloccata e chiusa, l'Atalanta prova a colpire sui calci piazzati, ma non riesce a cambiare passo. Così Gasperini leva Petagna e fa entrare Freuler per alzare il ritmo e dare solidità al centrocampo. E l'Atalanta cambia faccia. Col nuovo assetto la Dea guadagna metri e gli esterni cominciano a spingere. Da una parte Spinazzola prova a rompere gli equilibri, dall'altra tocca invece a Hateboer. In difficoltà, Zenga toglie Barberis e fa entrare Ajeti per fare densità e alzare la posizione di Mandragora. Mossa azzeccata. Cordaz risolve una mischia pericolosa in area, poi Ricci prende il posto di un esausto Trotta e impegna subito Berisha, che all'80' sbaglia l'uscita e regala a Mandragora la palla per sbloccare la gara. In vantaggio, negli ultimi dieci minuti il Crotone serra le linee, ma l'Atalanta non ci sta e pareggia i conti con un tap-in vincente di Palomino all'88'. E' il gol che chiude la gara e sigilla il risultato. Crotone e Atalanta si dividono la posta.