Numeri alla mano lo scudetto non è a rischio ma per la Coppa serve ben altro
Nove punti allo scudetto. Nove punti ammesso e non concesso che chi insegue faccia en-plein, possibile ma non certo. Numeri alla mano lo scudetto per la Juve non è a rischio. O meglio, non lo è se si escludono cadute rovinose e scenari per Sarri catastrofici che anche il più pessimista e disfattista fatica a intravedere. Calendario alla mano i bianconeri hanno tutto dalla loro parte: quella che alla ripartenza era indicata come la partita decisiva per il tricolore ha oggi un sapore molto diverso, perché la Lazio è ormai distante e attraversa un periodo di forte involuzione. Poi ci saranno Udinese e Samp fuori dalle sabbie mobili della lotta salvezza e infine Cagliari e Roma che a quel punto avranno probabilmente ancora poco da chiedere al loro campionato.
Detto questo, a Sarri basta la Juve di oggi per vincere in Italia, ma in ottica Champions no. in Europa il colpo risolutivo del campione può non essere sufficiente, servono quel gioco, quell'intensità, quella compattezza, quella tenuta atletica che invece latitano. Contro il Lione, che non scende in campo da quattro mesi, puoi anche buttare il cuore oltre l'ostacolo, ma che sia City o che sia Real il discorso cambia. Cambia radicalmente. Nelle ultime tre partite i bianconeri hanno incassato nove gol: troppi, tanti quanti ne avevano presi nelle precedenti 13 giornate E oltre alle reti, hanno concesso troppo spazio e troppi tiri agli avversari: contro il Sassuolo Szczesny ha dovuto compiere sette parate decisive, l’ultimo portiere della Juve a farne di più in Serie A era stato Buffon contro il Milan nel marzo 2014. La difesa, con un Chiellini ancora non al meglio e alle prese con continui problemi fisici, concede molto. Il centrocampo fatica a fare da filtro. Meglio in attacco, anche se da qui ad agosto sarà per forze di cose necessario concedere riposo a Ronaldo per non arrivare alla Champions con la spia della riserva accesa. Ma ciò che più colpisce è il formato double face dei bianconeri, capaci di disfare in un attimo quanto di buono costruito e fatto in precedenza. Blackout che non lasciano perplesso il solo Sarri. Eppure è a lui che tocca trovare risposte e soluzioni: in Europa questa Juve non può infatti bastare.