L’ultimo in ordine di tempo è stato Chiellini ma, prima del difensore bianconero, tanti sono stati i compagni di squadra e gli allenatori a criticare pesantemente SuperMario
“Mario è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi”. Questo è stato l’attacco che Giorgio Chiellini nella sua autobiografia ha voluto sferrare nei confronti di Balotelli. Di certo SuperMario, però, non è nuovo a ricevere critiche severe da parte di giocatori, allenatori e presidenti con i quali ha lavorato: da Mourinho ai tempi dell’Inter a Cellino con la maglia del Brescia.
INTER
Era diventato maggiorenne da pochissimo tempo. Eppure Josè Mourinho aveva già capito le potenzialità del talento nerazzurro, accompagnate però anche dai suoi comportamenti indisciplinati fuori dal campo. Nel febbraio 2010, durante la presentazione di Mariga, Mou criticò pesantemente Balotelli, pur senza mai nominarlo: “Se ti alleni con Zanetti e Cambiasso e non migliori hai un solo neurone”. Lo Special One fu anche autore di una storica profezia, pronunciata sempre in quel periodo: “Tra cinque anni saremo ancora qui a domandarci quando maturerà Mario”.
MANCHESTER CITY
“Giocare con Balotelli è stato subito divertente, ma col passare del tempo è diventato sempre più fastidioso. È un buon giocatore, ma non sapevi mai cosa avrebbe potuto fare o cosa sarebbe successo. Mario ha fatto alcune pazzie ed era sempre pronto a fare qualche stupidaggine”. James Milner parlò così di SuperMario nell’ottobre 2013, pochi mesi dopo che Balotelli lasciò i Citizens per trasferirsi al Milan. Di quell’esperienza inglese è celebre anche la maglia che Balo mostrò dopo avere segnato una doppietta nel 6-1 contro lo United: ‘Why always me?’. Una frase che può essere tradotta in ‘Perché prendono di mira sempre me?’, rivolta ai suoi detrattori che lo tenevano sotto la lente di ingrandimento, pronti a sottolineare ogni sua marachella.
MILAN
Una doppia esperienza in maglia rossonera: prima dal gennaio 2013 al giugno 2014 e poi nella stagione 2015-2016. Massimiliano Allegri ricorderà anni dopo come lo motivava durante gli allenamenti: “Un giorno gli ho detto: ‘Mario, ti diverti a giocare a calcio o no?’. Lui mi ha chiesto perché. E io gli ho risposto così: ‘Se c’è da correre non corri, se c’è da giocare la partitella non ti diverti. Divertiti, hai qualità importanti, divertiti’. Secondo me ha buttato via tanti anni”. Giudizio simile lo diede Sinisa Mihajlovic, suo allenatore in rossonero, nell’aprile 2016: “Avrebbe la condizione fisica per giocare, ma ha un problema di testa. Se gli chiedo di svolgere un determinato compito, lo fa una volta e poi le altre se lo dimentica. Non so se potrà fare un salto di qualità, dipende da lui: noi lo aiutiamo, ma Mario deve aiutarsi da solo”.
LIVERPOOL
Jamie Carragher, per quanto avesse smesso di giocare a calcio un anno prima dell’arrivo di Balotelli, conosce molto bene l’ambiente di Liverpool e il suo giudizio fu implacabile: “Quando compri qualcuno, speri sempre che sia un buon colpo, così come speri che quelli che comprano gli altri si rivelino dei flop. Stavolta è andata male ai Reds: un giocatore più sopravvalutato di Balotelli penso di non averlo mai visto. È senza dubbio il peggiore acquisto nella storia del club. Faccio fatica a credere che il Liverpool abbia puntato su di lui”. Quando poi Balotelli andrà al Nizza da svincolato (e quindi di fatto gratis) Carragher commenterà. “È comunque troppo caro”.
NIZZA
“La sua mentalità non si addice a uno sport collettivo come il calcio”, disse Patrick Vieira, tecnico del Nizza nell’ultimo periodo di militanza di Balotelli nel club francese. “Al Nizza volevo costruire una certa filosofia, basata sulla compattezza e l’etica del lavoro. È stato davvero complicato per me lavorare con un giocatore come lui. La situazione era diventata ingestibile per entrambi; per questo abbiamo deciso di separarci”.
BRESCIA
La sua stagione attuale al Brescia è stata tutt’altro che positiva. Come se non fossero bastate le liti con l’allenatore Fabio Grosso, a metterci il carico da 11 è stato più recentemente il presidente, Massimo Cellino: “Il fatto di averlo fatto tornare a casa sua lo ha sovresposto: si nomina Balotelli solo per quello che fa fuori dal campo e non in campo e questo mi imbarazza”. Per poi aggiungere pochi giorni fa: “Balotelli l’ho voluto io, ma in alcuni atteggiamenti extra campo si è rivelato troppo superficiale, bambino. Anche se sia chiaro: non andremo in Serie B per colpa di Mario, sarebbe sbagliato e riduttivo pensarlo. Non è stato gestito bene: se un bimbo è maleducato, la colpa è sempre dei genitori”.
NAZIONALE
Oltre alla recente dichiarazione di Chiellini sulla Confederations Cup del 2013, già altri calciatori della Nazionale italiana si erano espressi su Balotelli. Subito dopo l’eliminazione dai Mondiali di Brasile 2014, De Rossi disse a proposito: “In Nazionale ci vogliono uomini veri. Bisogna ripartire senza figurine e certi personaggi”. Buffon si aggregò al romanista: “La verità è che sono sempre i soliti a tirare la carretta, ovvero i Buffon, i De Rossi, i Barzagli e i Pirlo. Questi giocatori meritano rispetto. I senatori ci sono sempre, qualcun altro no”. L’attuale ct Mancini, che lo conosce molto bene per averlo allenato all’Inter e al Manchester City, ha dichiarato nell’aprile scorso: “Per le qualità che aveva e che ha, Balotelli è forse uno dei migliori centravanti in assoluto, ma non basta solo quello. Deve cercare di fare di più, perché quanto ha fatto fino a oggi non è tanto”.