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Bologna, Mihajlovic e la leucemia: "Sto bene, ora mi sento forte"

Il tecnico rossoblù diventa testimonial dell'Ail: "Il peggio dovrebbe essere passato, ma ci vorrà tempo per tornare alla normalità"

16 Giu 2020 - 19:21
 © lapresse

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Sinisa Mihajlovic diventa testimonial dell'Ail (Associazione Italiana Leucemie) e torna a parlare della sua malattia: "Io sto bene, mi sento forte - ha detto durante la conferenza di presentazione della campagna 'Con Sinisa per la ricerca' - Sono passati quasi 7 mesi dal trapianto e il peggio dovrebbe essere passato. Però ci vuole almeno un anno prima di tornare alla normalità, dipende da persona a persona. Ci sono momenti in cui mi sentivo davvero stanco, l'importante in quei casi è non esagerare e fare solo ciò che ti senti".

Miha ha spiegato quali saranno le prossime tappe del suo percorso: "Il prossimo controllo è a settembre, poi ne avrò un altro a dicembre e piano piano rientrerò nella normalità. Nelle cose che faccio comunque mi sento più forte di prima, forse perché ho preso un midollo giovane - ha detto con una battuta - C'è grande soddisfazione nel sapere che puoi salvare una vita. Se lo avessi saputo, avrei donato il midollo. Un piccolo sacrificio per chi lo fa, ma un grande dono per chi lo riceve".

Ora il serbo scende in campo per sostenere il lavoro di 30 giovani ricercatori dell'Istituto Seragnoli del Policlinico Sant'Orsola di Bologna: "Sono orgoglioso di essere uomo immagine di Ail visto quello che ho passato", ha ammesso Mihajlovic. Infine ha parlato del ruolo del direttore dell'Istituto di Ematologia, Michele Cavo e del presidente dell'Ail Bologna, Sante Tura, nel suo percorso di recupero: "Mi sono sempre stati vicini durante la malattia. Cavo decideva se potevo andare allo stadio o no. Non lasciandomi andare mi avrebbe fatto più male, dal punto di vista motivazionale per me era troppo importante".

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