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Bonucci: "Italia-Germania sarà bella partita, il pubblico si divertirà"

12 Mar 2025 - 14:02
 © Getty Images

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"Vedere San Siro pieno ti 'scalda la miccia'. Sono convinto che anche stavolta ci saranno tantissimi tifosi e che assisteranno ad una bella partita tra due squadre che giocano a calcio. Ci saranno tante occasioni, il pubblico si divertirà". Leonardo Bonucci ha presentato così, in una intervista rilasciata al sito della Figc, la sfida tra Italia e Germania in programma giovedì 20 marzo a San Siro nell'andata dei quarti di finale della Nations League. L'ex difensore azzurro, oggi assistente allenatore della Nazionale Under 20, dovrà accontentarsi di vederla in televisione, visto che il 20 marzo sarà impegnato con gli Azzurrini a Istanbul in un match valido per l'Elite League: "Tra i calciatori di questa Nazionale per caratteristiche tecniche quello che mi assomiglia di più è Bastoni, mentre come leadership Gigio Donnarumma, pur avendo un carattere diverso dal mio, rappresenta un punto di riferimento - ha aggiunto - Mi sembra si sia creata una buona alchimia tra la squadra e lo staff, un fattore fondamentale per ottenere risultati".

Bonucci ha poi ricordato i precedenti confronti con la Germania in cui è esco in campo. Come la sfida persa ai quarti di finale di Euro 2016 ai calci di rigore. Nell'immaginario collettivo restano gli errori di Simone Zaza e Graziano Pellé, in pochi ricordano che a sbagliare furono anche Darmian e Bonucci: "Decisi di cambiare angolo rispetto al rigore calciato in partita - ricorda l'ex capitano azzurro - ma l'errore fu interrompere la rincorsa. Se oggi potessi tornare indietro calcerei sempre forte a incrociare, ma senza fermarmi, in modo da rubare il tempo a Neuer". E pensare che poco prima era stato lui a vincere la sfida dagli undici metri con il portierone tedesco: "Era il primo rigore della mia carriera che battevo nei novanta minuti, prendermi quella responsabilità credo che mi abbia permesso di fare il salto definitivo per consacrarmi a livello mondiale. Fu una piccola vittoria personale, anche se poi la delusione per la sconfitta fu grande". L'Italia uscì a testa alta al cospetto dei campioni del mondo in carica e dopo aver eliminato la Spagna agli ottavi: "A livello tecnico e qualitativo non eravamo una delle nazionali più forti, ma grazie a mister Conte e al suo staff era nato un gran bel gruppo, eravamo una famiglia - ha raccontato - Si respirava la voglia di fare qualcosa di storico, ci andammo vicini. Costringemmo la Germania a cambiare modulo per affrontarci e anche quella fu una piccola vittoria".

Campione d'Europa nel 2021, l'ex difensore azzurro è tra gli otto 'centenari' della Nazionale maschile, quarto assoluto per numero di presenze (121) alle spalle di Gigi Buffon (176), Fabio Cannavaro (136) e Paolo Maldini (126). Alla Germania lo lega anche un ricordo molto più piacevole, quando nel giugno 2012 a Varsavia una doppietta di Balotelli decise la sfida con i tedeschi, regalando all'Italia il pass per la finale dell'Europeo. In campo, come nel 2016, c'erano Barzagli, Bonucci e Chiellini, la leggendaria BBC che con Gigi Buffon ha protetto per più di un decennio la porta azzurra: "Di quella partita ricordo soprattutto la sofferenza nel finale, se fosse durata altri dieci minuti avremmo perso - ha ammesso - Dopo aver giocato un gran primo tempo eravamo stanchissimi, ci guardavamo continuamente con Gigi (Buffon, ndr) sperando che l'arbitro fischiasse la fine". Tanti i duelli degni di nota nelle sfide con la Germania, ma un avversario su tutti faceva dormire sonni poco tranquilli a Leo: "Con Mario Gomez non potevi mai permetterti di perdere il contatto, dovevi cercare sempre l'anticipo. Tra i tedeschi avevo poi un bel rapporto di amicizia con Sami Khedira, che è stato uno dei centrocampisti più forti con cui ho giocato". Da tifoso il ricordo va a un altro Italia-Germania, alla semifinale del Mondiale 2006 decisa ai supplementari dalle reti di Grosso e Del Piero: "Avevo esordito da poco in Serie A e a fine maggio ero stato convocato per uno stage con l'Under 21. Mi avevano dato la maglia numero 13, quella del mio idolo, Alessandro Nesta, che indossai durante le partite del Mondiale. Il giorno della semifinale ero a Viterbo e tifavo davanti alla Tv con il mio gruppo storico di amici. Al gol di Grosso mi affacciai alla finestra per urlare di gioia, ricordo i caroselli e la soddisfazione per aver battuto la Germania a casa sua". Quindici anni dopo la storia si ripeterà e Leo tornerà in strada per festeggiare un'altra vittoria azzurra: stavolta da protagonista.

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