La situazione del Cagliari non è certo delle più semplici e l'ultimo posto in classifica con soli due punti fa denotare una vera e propria crisi per la squadra di Claudio Ranieri. Il tecnico romano non si è lasciato scoraggiare e, in attesa del posticipo con la Roma, si è confessato in un'intervista al "Corriere dello Sport". "Ecco la nave che lentamente affonda man mano che si perdono i punti, si alzano le acque, io devo essere la scialuppa di salvataggio. Il mio è un modo di essere. Anche da giocatore sapevo quando sbagliavo e lo ammettevo, non avevo timore di confessarlo. Cavolo, questo gol è nato perché ho sbagliato io, è successo così e così. Non ho mai avuto paura di dire, da giocatore e da allenatore, ho sbagliato io. Mai - ha spiegato l'ex tecnico dei giallorossi -. Conosco tutti i motivi, ma perché renderli pubblici? Guardo avanti, quello che è successo ormai è passato. So che mi hanno consegnato una nave, ne ho accettato il comando e devo portarla da qui a là. Incontrerò la bonaccia, e la tempesta. È inutile dire m’hanno dato un carico troppo leggero o troppo pesante, ho imbarcato acqua e si è aperto un buco a destra. La nave in porto è ciò che conta, tutto il resto sono chiacchiere, scarico di responsabilità quando le responsabilità sono solo mie. È il mio pensiero".
Ranieri si è inoltre espresso anche in merito al rapporto con il presidente Tommaso Giulini che lo ha richiamato nell'Isola lo scorso anno quando il Cagliari non guidava in buone acque in Serie B: "La chiamata di Giulini? Ci sono state tante telefonate interlocutorie prima che il presidente…. Quanto ho impiegato per decidere? Nessuna questione di A, B o C. Si trattava di tornare da dove ero partito, dove avevo e ho un rapporto fuori dal normale con la gente. Pensai, e se va male? Se finisce come a Valencia? So di poterli aiutare, ma se non funziona? Ero cosciente del fatto che rappresentasse uno degli ultimi ingaggi. Decisivi gli attestati di stima degli amici di Cagliari, il figlio di Riva che spingeva, 'anche papà ti vuole, è contento'. Un giorno Gigi pronunciò queste parole: 'Claudio è uno di noi'..