Borriello su rigore porta in vantaggio i suoi ma la squadra di Mihajlovic prende campo col nuovo 4-2-3-1 e rimonta. Accorcia nel finale il nordcoreano Han
Il Toro rivoluzionato da Mihajlovic, che schiera un 4-2-3-1 con in campo 4 attaccanti e Ljajic trequartista, porta a casa una rimonta ma soprattutto un successo esterno che mancava da 5 mesi. La qualità dei granata ha avuto la meglio su un Cagliari che si è sgonfiato con l'uscita dal campo di Borriello e ha trovato con il nordcoreano Han il sussulto d'orgoglio finale. Il Torino è una squadra bella ma che rischia di specchiarsi troppo: la dodicesima partita consecutiva in cui Hart raccoglie la palla nella sua porta è più di un segnale su cui lavorare anche se la squadra è apparsa compatta e ben votata al sacrificio. Partita, come ci si aspettava, ricca di emozioni visto che entrambe le squadre giocavano con la serenità d'animo di una classifica tranquilla. Il Gallo Belotti canta per la 24esima volta in stagione e si porta al comando della classifica cannonieri. Finisce in parità la sfida tra bomber con Borriello, autore della sua rete numero 14 nel primo tempo su rigore e poi fuori per un guaio muscolare.
Al Sant'Elia non ci sarebbero grandi obiettivi di classifica: i padroni di casa hanno sigillato il discorso salvezza (mai nemmeno lontanamente in discussione) con la vittoria di Palermo, il Torino è in cerca di motivazioni sul finale di una stagione in cui l'Europa non è mai stata nel mirino dei granata in maniera realistica e concreta. Mihajlovic vuole sperimentare e lavorare per il futuro ma soprattutto cercare di guarire il mal di trasferta dei suoi, capaci di portare a casa solo 11 punti in 15 partite lontano da casa (con le uniche vittorie esterne a Crotone e Palermo): per riuscirsi il tecnico rivoluziona il Toro a partire dalla difesa dove fa il suo debutto assoluto Carlao, brasiliano arrivato a gennaio e mai sceso in campo a causa di due infortuni. Dalla mediana titolare restano fuori Benassi e Lukic e qui sta la vera novità: nel nuovo 4-2-3-1 di Mihajlovic ci sono Acquah e Baselli a fare da diga e un centrocampo inedito con Falque, Ljajic e Iturbe (per la prima volta assieme dall'inizio) alle spalle di Belotti, bomber "spuntato " lontano da Torino dove ha relaizzato solo 8 dei suoi 23 gol totali. Quattro attaccanti con l'ex interista in posizione di trequartista rappresentano un inedito mentre Rastelli conferma in toto l'undici che ha sbancato Palermo con l'attacco affidato a Sau e Borriello, ispirati da Joao Pedro.
Il primo tempo lo inizia meglio il Cagliari, cercando spesso la verticalizzazione per Borriello e nascondendo le linee di passaggio a un Toro inizialmente lento e che presto deve rinunciare a Iturbe, fuori per una sospetta distorsione al ginocchio. E' proprio l'attaccante di Rastelli a scuotere la gara procurandosi un rigore per una trattenuta di Carlao: ed è sempre Borriello al 19' a realizzare il suo primo penalty stagionale, nonostante Hart avesse intuito e toccato la palla. Dopo il vantaggioo sardo i ritmi si alzano anche se i tiri in porta latitano e i padroni di casa continuano a coprire bene e cercare le ripartenze. Quello che manca ai granata è l'inserimento dei terzini: il nuovo modulo responsabilizza Ljajic che dovrebbe cucire il gioco e muoversi tra le linee. E al minuto 33 la sua interpretazione del ruolo diventa magistrale come d'incanto: scambio con Belotti e destro secco a incrociare da fuori area che sorprende Rafael. Il Cagliari del primo tempo si spegne qui, complice l'infortunio muscolare di Borriello che priva i suoi del terminale offensivo: Sau è più mobile, Ionita si alza ma ai sardi sembra venire meno ogni riferimento in fase di impostazione. E appena il Toro inizia a muovere la palla sfruttando le qualità dei suoi uomini, la gara è presto ribaltata con un crosso perfetto di Zappacosta sul secondo palo per la testa di Belotti che cadendo all'indietro riesce a trovare l'angolino con un gol da bomber vero. E anche i numeri sono da bomber vero visto che il Gallo timbra il cartelino per la 24esima volta in stagione.
Il Torino cerca di mettere il punto esclamativo sulla sua prestazione già dall'inizio della seconda frazione. Il nuovo modulo scelto da Mihajlovic prevede la coppia Acquah-Baselli davanti alla difesa che recupera e copre con impressionante utilità e il terzo gol granata ne è l'emblema visto che l'azione parte da un recupero in mezzo al campo di Baselli e termina con la botta centrale dal limite di Acquah: è da mani nei capelli il gol subito da Rafael ma il Toro viaggia con una marcia differente e ha interpreti dai piedi buoni. Il Cagliari non trova più la giocata giusta, in fase di costruzione così come di impostazione, se non con qualche iniziativa individuale che il Toro controlla. La volontà non manca, non c'è automatismo negli inserimenti ma più confusione e disperazione negli assalti che cercano di riaprire la partita. Partita riaperta in extremis, quindi troppo tardi, da un'inzuccata del subentrato Han, già il primo nordcoreano a debuttare in Serie A e ora anche il primo a segnare. Rete meritata per un Cagliari mai domo anche se non sempre lucido, punizione che deve servire da lezione per un Torino che subisce troppo e troverà la sua piena maturità solo con un maggior equilibrio e una difesa più ermetica, anche se il risultato era al sicuro e l'attenzione è calata solo nel finale.