Il 9 maggio dell'anno scorso la Premier firmava uno storico poker, portando Liverpool, Tottenham, Chelsea e Arsenal all'ultimo atto di Champions ed Europa League
Durante gli Europei inglesi del 1996, negli stadi i tifosi cantavano “Football is coming home” al ritmo della canzone “Three lions”. Con 23 anni di ritardo la missione si è realmente compiuta, perché se il sogno di quell'Europeo casalingo si è infranto ai rigori, nella semifinale di Wembley contro la Germania, nel 2019 l'Inghilterra ha portato quattro squadre nelle finali di Champions ed Europa League.
Non era mai successo, ma il calcio d'Oltremanica insegna che tutto è possibile. Un'impresa simile era stata avvicinata solo dall'Italia nel 1990: quattro finaliste (Milan, Juventus, Fiorentina e Sampdoria), ma spalmate in tre competizioni (Coppa dei Campioni, Coppa Uefa, Coppa delle Coppe). Quello inglese è dunque un traguardo ancora più storico ed epocale. Imprevedibile, perfino al limite dell'impossibile, dopo i turni di andata delle semifinali. Tra Liverpool, Tottenham, Chelsea e Arsenal, solo i Gunners avevano concrete chances di passare, con il 3-1 casalingo al Valencia.
I Reds e gli Spurs, infatti, avevano un piede e mezzo nella fossa in Champions League. Klopp si era inchinato a Messi, che al Camp Nou aveva disposto a suo piacimento del Liverpool, battuto 3-0. Il Tottenham, invece, aveva ceduto in casa per 1-0 contro la sorpresa del torneo, quell'Ajax che aveva eliminato Juventus e Real Madrid.
Ma tra il 7 e l'8 maggio accade l'imponderabile. Il Barcellona crolla 4-0 ad Anfield Road sotto i colpi di un Liverpool indemoniato, trascinato dalle doppiette di Origi e Wijnaldum e dalla furbizia di Alexander-Arnold, che batte in velocità il calcio d'angolo del poker sorprendendo la difesa catalana. I blaugrana, dopo quella di Roma, subiscono un'altra rimonta storica, e le scorie sono ancora ben visibili, al punto che Ernesto Valverde è stato esonerato a inizio 2020.
Per certi versi ancora più incredibile quanto accade il giorno dopo alla Johan Cruijff Arena di Amsterdam, dove l'Ajax passeggia nel primo tempo ed è avanti per 2-0 grazie ai gol di de Ligt e Ziyech. Senza la punta di diamante Harry Kane, l'allenatore del Tottenham Mauricio Pochettino si affida a Fernando Llorente e Lucas Moura: il braccio e la mente, la forza bruta e il piede fatato. Qualsiasi sia la dicotomia, e senza perdersi in filosofismi, il piano funziona. Lo spagnolo mette in crisi de Ligt nel gioco aereo e favorisce le incursioni martellanti del brasiliano, che al 59' ha già pareggiato i conti con una doppietta. L'Ajax si scopre tanto bello quanto fragile e man mano che passano i minuti i ricami lasciano il posto alle spazzate. Ma non basta: gli olandesi vengono colpiti ancora al 94', la pistola è sempre nelle mani di Lucas Moura, che con il sinistro batte Onana, segnando il 3-2 e regalando al Tottenham una finale drammatica.
Il giorno successivo, e siamo al 9 maggio, l'Arsenal mantiene le aspettative e controlla le operazioni a Valencia, vincendo anche in Spagna (4-2). La palla del poker passa dunque al Chelsea di Maurizio Sarri, che all'andata aveva pareggiato 1-1 a Francoforte, contro l'Eintracht, e anche al ritorno fatica: lo Stamford Bridge esulta nel primo tempo per il gol di Loftus-Cheek, ma gli ospiti giocano meglio nella ripresa e pareggiano con Jovic. Tuttavia è destino che il 2019 sia l'anno delle inglesi, perché nei supplementari David Luiz e Zappacosta salvano sulla linea il risultato e portano la sfida ai rigori, decisi dal destro di Hazard. Squadra inglese contro squadra tedesca, Londra, calci di rigore, semifinale: cosa vi ricorda? Già, proprio quell'Europeo del 1996. Il calcio ci ha messo 23 anni per tornare a casa, ma lo ha fatto in grandissimo stile.