Il togolose a 'So Foot': "La mia famiglia ha manipolato me e i miei fratelli più giovani"
Emmanuel Adebayor, ai microfoni di 'So Foot', ha parlato del suo difficile rapporto con la famiglia che lo ha portato a pensare a gesti estremi. Nato poverissimo in Togo, il 33enne bomber ora al Basaksehir ha sfondato nel mondo del calcio ma ha passato momenti bui. "Ho pensato in diverse occasioni al suicidio per colpa della mia famiglia - ha confessato - Ha manipolato me e i miei fratelli. Vogliono solo i soldi, non gli interessa come sto".
Un rapporto complicato quello tra il campione del Togo e la sua numerosa famiglia sin da quando ha cominciato a muovere i primi passi da calciatore in Europa. In Francia con il Metz i primi guadagni, poi con il passaggio al Monaco sono arrivati i gol pesanti, il debutto in Champions League e i soldi veri. Di origini umilissime, Adebayor non si è mai dimenticato della sua famiglia e il rapporto si è rotto quando si è reso conto di essere diventato solo un bancomat.
“Ho pensato più volte di suicidarmi, di farla finita. Ho tenuto dentro di me tutto ciò per anni e anni, e sono disgustato per come sono andate le cose. Ma mi sento rinato per averne finalmente parlato - le parole del bomber giramondo -. Le cose sono difficili da sopportare quando lavori duramente per togliere la tua famiglia dalla povertà, ma nonostante questo si scagliano sempre contro di te. Ho sempre detto ai miei fratelli più giovani che siamo stati manipolati dalle nostre famiglie. Spesso cambio il mio numero di telefono in modo che la mia famiglia non possa contattarmi. Mi chiamano, non per chiedere come stia, ma per chiedere denaro. Vi racconto la volta che mi infortunai al bicipite femorale mentre ero al Tottenham: mi hanno telefonato mentre stavo facendo un esame strumentale per chiedermi se potevo pagare le rette scolastiche di un bambino. Prima, chiedimi almeno come sto".