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BARCELLONA

Barcellona: da Ronaldinho a Griezmann passando per Ibra, tutti i compagni d'attacco di Lionel Messi

L'arrivo di Lautaro Martinez regalerebbe a Leo un partner offensivo argentino come lui: non avviene dal lontano 2007

15 Apr 2020 - 22:02
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© Getty Images  | Ronaldinho (2004-2008)
© Getty Images  | Ronaldinho (2004-2008)
© Getty Images  | Ronaldinho (2004-2008)

© Getty Images | Ronaldinho (2004-2008)

© Getty Images | Ronaldinho (2004-2008)

Impazzano nel calciomercato le voci che vorrebbero Lautaro Martinez sempre più nell'orbita del Barcellona. E i blaugrana che da oltre quindici anni legano parte delle proprie sorti a Lionel Messi potrebbero tornare a puntare su un altro argentino per la prima volta dal 2007: da allora i partner offensivi di Leo sono arrivati da ogni altro angolo del mondo, o quasi. Da Ronaldinho a Ibrahimovic, da Neymar a Griezmann, ripercorriamo i loro nomi.

Lautaro Martinez in odore di trasferimento al Barcellona, per dare vita a una coppia stellare con Lionel Messi: questa è la suggestione del popolo di fede blaugrana (suggestione chiaramente sottoposta alla doppia condizione che il primo arrivi davvero e il secondo non se ne vada). Ma la coppia tutta argentina Leo-Lauti rappresenterebbe senz'altro una soluzione stuzzicante, da tutti i punti di vista. E Messi, dopo oltre quindici anni in cui ha diviso l'attacco dei catalani con campioni di ogni provenienza, avrebbe ora l'occasione di farlo con un connazionale.

Il debutto di Messi nel Barcellona avviene il 16 ottobre 2004: Leo ha appena 17 anni, la maglia numero 30 e si ritrova in campo nella squadra allenata da Frank Rijkaard. In rosa ci sono alcune vecchie e future conoscenze del calcio italiano, come Albertini, Thiago Motta, Maxi Lopez, Giuly e Rafa Marquez. Quello è però il Barcellona di Samuel Eto'o e Ronaldinho, ancora inconsapevoli del fatto che in un domani non lontano saranno rivali nel derby della Madonnina, il primo all'Inter e il secondo al Milan. Il Gaucho in particolare sta vivendo il miglior periodo della sua carriera: non a caso nel 2005 sarà lui a vincere il Pallone d'Oro. Per il Messi teenager sarà proprio Ronaldinho il primo astro a cui carpire qualche segreto direttamente dal campo. E nei Culé che vincono due campionati di fila (2005 e 2006) e una Champions League (quella del 2006), Leo potrà dare una mano importante a Dinho. Che rimane però il fulcro tecnico ed emozionale della squadra.

Messi fa anche in tempo a incrociare il proprio cammino con una vecchia volpe come lo svedese Henrik Larsson, prima che il 2006-2007 costituisca il primo scossone: innanzitutto viene "promosso" da 30 a 19, dalla Juventus del post-Calciopoli arrivano Thuram e Zambrotta. E ci sono due nuovi attaccanti: l'islandese Gudjohnsen e soprattutto Javier Saviola. 'El Conejo' è argentino come lui, minuto e talentuoso e ci riprova con la maglia del Barcellona dopo i prestiti a Monaco e Siviglia. Ma ormai in rosa c'è spazio per uno soltanto con le sue caratteristiche, e dopo una sola stagione Saviola va definitivamente via (transiterà anche dal Verona, ma sarà un giocatore completamente diverso).

Serve un'altra stella di caratura mondiale, e arriva nel 2007: è nientemeno che Thierry Henry. Con l'esperto e talentuosissimo francese arrivano altri due campionati e la Champions League 2009, mentre Leo appena ventenne ha già un erede in rosa: si chiama Bojan Krkic, ma non manterrà le promesse. Il 2008, con Ronaldinho ormai milanista, è l'anno in cui Messi indossa la casacca numero 10 che ancora oggi conserva, l'anno dopo lascia anche Eto'o: in cambio arriva dall'Inter un certo Zlatan Ibrahimovic. In terra catalana troverà un Messi ormai fulcro offensivo del Barcellona, con Henry più defilato (sia dal punto di vista tecnico nei piani di mister Guardiola, sia sotto la luce dei riflettori). Zlatan, abituato a splendere come stella solitaria o quasi, soffre, a volte sbraita, segna 21 gol tra campionato e coppe (Leo arriva a quota 47) e dopo un anno se ne va. Più di lui segna addirittura il rampante Pedrito, prodotto della Cantera destinato in estate a laurearsi campione del mondo con la Spagna.

Nel 2010 arrivano il vicecampione del mondo Afellay e soprattutto David Villa: 'El Guaje' darà il suo apporto alla causa. Il 2011 è invece l'anno di Alexis Sanchez, un altro sudamericano (stavolta cileno) a dividere l'attacco con Leo: è questo anche l'ultimo anno di Guardiola. Ma in tema di Sudamerica, è nelle due estati successive che si completa il trio che scriverà la storia recente del club: nel 2013 arriva al Camp Nou un certo Neymar, nel 2014 lo raggiungerà Luis Suarez. La cosiddetta 'Msn' tinge di blaugrana la Liga nel 2015 e 2016 e la Champions League 2015 (per il grande dispiacere di Massimiliano Allegri e della sua primissima Juventus).

Il resto è storia dei giorni nostri, o quasi. Nel 2016 la squadra si rinforza con Paco Alcacer, nel 2017 con Coutinho e Dembélé (è l'anno in cui parte anche Mascherano, rendendo Messi l'unico e ultimo argentino in rosa), nel 2018 con il "quasi romanista" Malcom, nel 2019 con Griezmann. Stelle assolute, dalle provenienze più disparate: dall'Islanda di Gudjohnsen al Camerun di Eto'o, passando per mezza Europa e quasi tutto il Sudamerica.

Quasi. Perché l'Argentina è sempre rimasta una casella vuota. Dal 2007 e dai tempi di Saviola. Tempi che potrebbero essere tornare attuali grazie a un certo Lautaro Martinez.
 

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